DISINFORMAZIONE Arrestato l’uomo che trascinò il suo cane con l’auto – bufale.net
Vi abbiamo più volte parlato del fenomeno della disinformazione del Giorno della Marmotta: una notizia vera, ma ormai vecchia di anni viene resuscitata in una forma prima di riferimenti datari e di luogo in modo da passare per eternamente nuova, e quindi condivisibile ed atta ad indignre ancora una volta.
Tale è la storia di questa immagine che ci viene sottoposta:
In questo caso la storia riciclata si è consumata nel 2013, ed all’epoca avevamo già dato ampio risalto al primo tentativo di calvalcarla a scopo virale consumatosi nel 2014.
Ricalcando la narrazione che facemmo della vicenda all’epoca, il 7 Giugno del 2013 infatti un idraulico bulgaro di nome Raycho Ivanov, di 55 anni, asserì di essere stato attaccato, assieme a suo nipote, dal cane di famiglia. In seguito a tale evento Raycho, descritto da altre fonti come “un uomo di pessimo carattere e prono a scatti d’ira” decise di “punire” l’animale trascinandolo con la sua automobile fino ad ucciderlo.
Tale gravissimo atto fortunatamente non passò impunito, in quanto:
A witness to the crime – Nikoleta Angelova, a student, saw the horrible scene on her way to Greece last Friday and tried to stop the torture. She was dismissed by Mr. Ivanov who told her: “the dog has to suffer”. She photographed the crime and posted it on Facebook. After it sturred great anger online, a report was filed with the local police.
Una testimone del crimine – una studentessa di nome Nikoleta Angelova, vide il crimine orribile mentre tornava in Grecia e si adoperò per fermare la tortura. Fu allontanata dal sig. Ivanov che le disse “Il cane deve soffirire”. Nikoleta fotografò il crimine e lo postò su Facebook. Dopo aver creato una forte reazione online, fu sporta denuncia presso la polizia locale.
Grazie alla denuncia, infatti, la vicenda potè giungere alla sua risoluzione. Mentre raccolte di firme ed iniziative online ne chiedevano la punizione, la locale corte di Asenovgrad, sia pur riconoscendo a Raycho Ivanov una pena più vicina al minimo a fronte della sua condotta processuale (Raycho inizialmente confessò spontaneamente il crimine dichiarandosene pentito) irrogò allo stesso la pena di 1000 Nuovi Leva Bulgari (circa 510 Euro) ed undici mesi di reclusione, attualmente sottoposti a sospensione condizionale della pena (in Bulgaria la sospensione condizionale si applica per un periodo di tre anni).
Ulteriore motivo di doglianza degli animalisti fu dato dal fatto che, nonostante la pena pecuniaria e detentiva rientrasse nei limiti per la sospensione condizionale, Raycho cercò di appellarsi, atto che agli occhi della comunità animalista obliterava il senso stesso dell’iniziale declaratoria di colpevolezza.
In ogni caso, Raycho perse anche in appello e per questo gli fu confermata inalterata la sentenza emessa in primo grado.
In ogni caso è evidente che quella foto riguarda un arresto che è stato consumato nel 2013, seguito da una condanna avutasi nello stesso anno, seguita a sua volta dalla conferma in appello della stessa il 18 settembre.
Ci chiediamo allora perché condividere la stessa notizia di allora, senza ricordare gli ulteriori dettagli di data e tempo della stessa, aggiungendo che, se nel 2014 il popolo della Rete cercava un imputato che la giustizia locale aveva già condannato in primo grado ed in appello l’anno prima, lo stesso ora si meraviglia con 730 condivisioni del suo arresto… con solo tre anni di ritardo sull’evento storico.
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