Diversi siti e testate giornalistiche hanno diffuso la storia di un ragazzino “allontanato” da un aereo perché allergico al pelo di un cane e che i passeggeri, al vederlo andare via, hanno applaudito. Vi dico subito che la storia è vera, ma è stata spiegata in malo modo e mancando alcuni elementi fondamentali della vicenda.
Ecco l’articolo di Repubblica del 26 febbraio 2016:
Giovanni era andato in viaggio con i genitori a Washington per esaudire uno dei desideri del papà, che ha fatto una lista delle cose da fare prima di morire. Perché George Alvarado ha un cancro terminale e tutto si aspettava tornando a casa, a Phoenix, tranne che venir cacciato dall’aereo a causa dell’allergia del figlio, di cui lui e la moglie erano ignari. E per di più tra gli applausi degli altri passeggeri, infastiditi.
A bordo del volo Allegiant 171 c’era un cane e Giovanni, sette anni, ha iniziato a starnutire senza sosta. “Stava molto male”, ha detto la madre, Christina Fabian, “così ci è stato chiesto di sbarcare dall’aereo”. Il cane rimane a bordo, una famiglia di tre persone no. Perché, dice la compagnia, è legale trasportare animali e sopra ogni volo può esserci un cane. I passeggeri si sono messi ad applaudire: una gioia (inspiegabile) per la reazione allergica del bambino oppure solo simpatia nei confronti del cane, che sfocia nell'”animalismo” a tutti i costi.
“Ci sono rimasto molto male quando ho visto le persone che ridevano e prendevano in giro Giovanni”, ha detto suo padre George, che siede su una sedia a rotelle. “Mio figlio era molto triste, continuava a sentirsi in colpa e non faceva che ripetere ‘Mi dispiace, mi dispiace’. Poi è scoppiato a piangere”. Un intero aereo fermo perché lui sta male, comprensibile che si sia sentito preso di mira.
Niente paura. “Sarete imbarcati sul prossimo aereo disponibile”, viene detto alla famiglia. Peccato che il “prossimo volo” è dopo due giorni. Alternativa che la famiglia accetta con educazione e senza clamori. La portavoce della compagnia, Kim Schaefer, dopo che la notizia è stata diffusa dai media americani, ha espresso rammarico per l’accaduto, ma la procedura è stata regolare: “Lo staff del volo si è consultato con un dottore che ha ritenuto fosse meglio per il bambino, e la sua salute, farlo scendere immediatamente dall’aereo, anche perché i genitori non erano a conoscenza dell’allergia del figlio, che non si era mai manifestata prima di quel momento“.
Attenzione, perché il bambino non è stato affatto “cacciato” al posto del cane, come invece l’articolo di Repubblica fa intendere. Non vi è stata alcuna “motivazione animalista” da parte della linea aerea. L’unica cosa vera sono gli applausi, incredibili, degli altri passeggeri che probabilmente erano stufi di rimandare la partenza del volo (90 minuti di ritardo).
Repubblica parla solo di starnuti, ma i problemi erano anche altri. Secondo quanto riportato da Yahoo News e dal sito Zap2it, il bambino si grattava dappertutto e si sentiva molto male. Non erano “soltanto” starnuti, anche se non bisogna mai sottovalutare le problematiche relative alle vie respiratorie. Ricordiamo ai lettori che era la prima volta che succedeva una cosa del genere al bambino.
Assolutamente no! Non ci troviamo di fronte ad un caso di “animalismo convinto” o “estremo”, come lo vogliate definire. Le compagnie aeree sono tenute a far valutare questi casi ad enti terzi, e sono questi che decidono il da farsi:
Allegiant Air explained its actions in the following emailed message, “In instances where passengers become ill or experience other medical issues, Allegiant, like many major air carriers, works with a third party organization to make decisions to ensure the safety of the passenger in question. This third party team includes medical doctors who are available 24 hours a day to provide guidance to our ground and in-flight crew members. Based on the advice of the third party physician, decisions are made about whether or not it is the safest course of action to allow a passenger to continue on board.”
Se l’ente terzo ritiene che il passeggero non debba essere presente nell’aereo, è ovvio che la linea aerea non si prende la responsabilità di rischiare sulla salute di un suo passeggero.
Assolutamente no! Per due motivi: il primo riguarda, appunto, la decisione dell’ente terzo, mentre il secondo riguarda il fatto che se il bambino si sentiva male durante il volo l’areo poteva ritrovarsi nella situazione di dover atterrare nell’aeroporto più vicino per prestargli soccorso.
Assolutamente no! No per una questione “animalista”, lasciatela da parte che non ha nulla a che vedere con la discesa dall’aereo del bambino e la sua famiglia. Per prima cosa il cane non era uno soltanto, come riferisce la madre del bambino su Facebook:
[…] My 7 yr old son had an allergic reaction to the dogs on the flight. […]
A parte questo, la questione non si poteva risolvere in quella maniera, come ho spiegato prima sul fatto se l’aereo poteva partire o meno. C’era in ballo la salute di un bambino, non potevano rischiare, inoltre non è detto che lasciando a terra i cani nell’aereo non rimanesse qualche rimasuglio che facesse star male il bambino. Infatti, non è certo al 100% che fosse una reazione dovuta alla presenza dei cani, anche perché era appunto la prima volta che il bambino ha reagito in quel modo.
Si, ci sono stati e la madre del bambino si è sfogata anche su questo fatto via Facebook:
“I can’t believe that people clapped. They shouldn’t do that because they never know who already has sadness in their hearts”
C’è da dire che non siamo certi sulla reale motivazione degli applausi, per niente apprezzati e criticabili, come per niente apprezzato l’atteggiamento di una dipendente della linea aerea che minimizzava la questione sogghignando in faccia ai genitori di fronte alle problematiche del bambino e dicendo loro che era normale avere cani a bordo:
To the old lady flight attendant w short curly brown hair, you should have NEVER hastily smirked and made the comment that dogs are on every flight! Your comments are untruthful and unwarranted.
La famiglia è partita con un altro volo. Nonostante i disagi e alle spese improvvise, il bambino ha viaggiato in tranquillità e senza ulteriori reazioni allergiche.
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