DISINFORMAZIONE E ACCHIAPPALIKE La confessione di Totò Riina sull’omicidio di Giuseppe di Matteo
Alle 3:37 di venerdi 17 novembre 2017 il boss di Cosa Nostra Salvatore Riina è deceduto presso l’ospedale di Parma (Repubblica). Da quel momento, oltre ad un acceso dibattito e un’attenta riflessione sulla sua intera carriera criminale, si sono scatenati anche i viralizzatori.
I nostri lettori, infatti, ci segnalano un post pubblicato sulla pagina Facebook di Marko Angeli il 18 novembre e rimbalzato sulla pagina di Luca Tommassini:
L’immagine mostra la foto del piccolo Giuseppe di Matteo, figlio del collaboratore di giustizia Santino di Matteo e per questo ucciso dalla mafia l’11 gennaio 1996 a San Giuseppe Jato. Alle sue spalle vediamo la foto del boss Totò Riina. La citazione postata come didascalia attribuisce la confessione dell’omicidio a Riina. Il risultato è un falso che sta circolando senza controllo di bacheca in bacheca e questo no, non è giusto.
Rispettare la memoria di una vittima innocente della mafia significa anche rispettare la verità. Totò Riina, noto per essere la mente assassina e crudele di Cosa Nostra, non fu il mandante e tanto meno l’esecutore dell’omicidio di Giuseppe di Matteo.
Le parole riportate in didascalia, infatti, furono pronunciate da Vincenzo Chiodo, divenuto collaboratore di giustizia dal momento del suo arresto avvenuto nel 1996. Troviamo riscontro in un articolo pubblicato il 18 marzo 2013 su Live Sicilia, nel quale viene riportato il verbale della seconda udienza del processo per l’omicidio di Giuseppe di Matteo, tenutosi il 28 luglio 1998. In tale occasione era stato ascoltato, appunto, Vincenzo Chiodo, che raccontò nei dettagli l’orrore della macabra esecuzione alla quale avevano partecipato Enzo Brusca e Giuseppe Monticciolo. Le stesse parole sono state riprese dall’attrice Stefania Blandeurgo in occasione del Festival della Legalità del 2012:
Il mandante dell’omicidio, infine, non era Totò Riina, bensì Giovanni Brusca, che prese il comando dei corleonesi dopo l’arresto di Riina e Leoluca Bagarella. Difatti, nei giorni dell’omicidio di Giuseppe di Matteo (11 gennaio 1996) Riina era già in carcere, precisamente nel supercarcere dell’Asinara, in Sardegna, dal 1995.
Il post segnalato fa dunque disinformazione ed è stato creato per attirare i like degli utenti compulsivi, cavalcando l’onda del topic della morte di Riina e facendo leva sulla morte dell’innocente Di Matteo. Totò Riina si macchiò di stragi, delitti feroci ed è una delle pagine più nere della storia italiana, ma non fu il mandante dell’omicidio di Giuseppe di Matteo.
Le parole riportate in didascalia vennero pronunciate da Vincenzo Chiodo, che uccise il ragazzo rispondendo agli ordini di Giovanni Brusca.
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