Le tristi e strazianti storie dei senzatetto che vivono la loro solitudine anche alla vigilia del Nuovo Anno diventano un pinzimonio, sovente, per i mendicanti del web in cerca di visite, earnings e pubblico dell’odio. Accade quando la consapevolezza scarseggia per lasciare il posto a una captatio malevolentiae costruita sulle solide basi dell’indignazione gratuita e decontestualizzata.
Tra i promotori di un tale fenomeno di mestizia ci sono gli autori di siti come Italiani per la patria, nient’altro che un ennesimo edificio alchemico fatto di sinistri nazionalismi, deiezioni evacuate con la scusa dell’amore per il tricolore e, soprattutto, disinformazione. Da questo portale ci segnalano un articolo pubblicato il 3 gennaio 2018:
Immigrati sfrattano clochard italiani e picchiano i loro cani: “Siete impuri, andate via…”
I senzatetto italiani che ogni sera si rifugiano in un container di circa 12 metri quadrati con i loro 5 cani, in zona Quarto Oggiaro, a Milano. Si dorme tutti vicini, uomini ed animali, in quel piccolo spazio.
Per usare il bagno occorre lasciare il rifugio e percorrere all’addiaccio un centinaio di metri per raggiungere l’ edificio adiacente in cui sostano circa 40 immigrati, che lì, nell’unico dormitorio della città aperto ai senzatetto con animali, i cani non ce li vogliono perché li considerano impuri.
Ecco perché Christian e Giovanna, Sara e Luca, Alberto e Santina, si sono dovuti trasferire in quella scatola di alluminio con i loro amici a quattro zampe: sono stati sfrattati dagli immigrati islamici.
«Questo non è un posto molto sicuro, ma è pur sempre un riparo. Qualche sera fa due ospiti del dormitorio si sono accoltellati, le risse non mancano, i litigi sono quotidiani, tuttavia dormire per strada è peggio. Quando passavo la notte sul marciapiedi, mi hanno anche rubato il cane. Poi Tony è riuscito a tornare da me, siamo insieme da undici anni», racconta Christian, 40 anni, mentre abbraccia il suo dobermann.
«I cani vengono rapiti per addestrarli ai combattimenti clandestini, o per essere venduti ai ristoranti cinesi», afferma Christian con convinzione.
Santina, 45 anni, donna distinta ed elegante, annuisce stringendo la sua cagnolina Shiva di appena 4 mesi, ferita al naso proprio da un cane lottatore che l’ ha aggredita l’ altro ieri. Santina e suo figlio Alberto, 27 anni, si sono ritrovati scaraventati sul marciapiede un mese fa. Da Brescia sono venuti a Milano e da qualche giorno condividono il container con tutti gli altri.
«Quando non hai nulla e cerchi di andare avanti come puoi, sei più portato ad aiutare chi è in difficoltà e a comprenderlo», spiega Christian.Già è vergognoso che italiani finiscano per strada mentre i fan dei sacchetti di plastica piazzano oltre 200mila (cifre aggiornate) in hotel e appartamenti. E organizzano anche ponti aerei per farne arrivare altri 10mila. Ma alla vergogna si aggiunge altra vergogna, a sapere che poi vengono cacciati anche dai dormitori, nella Milano piddina, perché per i migranti i loro cani sono esseri impuri.
Qui, di impuro, c’è solo il PD. Che a Marzo non deve perdere, deve essere politicamente annientato. Votate. Portate a votare. Fate di tutto.
L’articolo parla di senzatetto alloggiati in container nel quartiere Quarto Oggiaro di Milano. Si tratta dell’iniziativa denominata Oasi dei clochard curata dall’associazione di volontariato City Angels e di cui si parlava già nel 2013 in un articolo del sito Wise Society:
A Milano, sul cui territorio da tempo lavora la rete di assistenza della Croce Rossa efficacemente supportata dall’opera dei volontari chiamati City Angels, è attivo dallo scorso dicembre il primo luogo di cura e degenza per senzatetto. Si trova in uno dei quartieri più difficili della città: Quarto Oggiaro. Nella ex scuola di via Aldini 74 è stato creato un ambulatorio gestito da Medici Senza Frontiere: 25 posti letto dove i clochard potranno trovare assistenza medica dopo essere stati dimessi dal Pronto soccorso, essere stati aiutati per strada dalle unità mobili o essersi rivolti al Centro aiuto della Stazione Centrale. Si tratta della prima esperienza di questo tipo non solo a Milano ma in Italia.
Ancora, nel 2017 Milano Today scriveva che le case prefabbricate per i senzatetto sarebbero divenute abitabili già dal 22 marzo.
Ciò di cui parla Italiani per la patria, dunque, è uno dei container appartenenti all’Oasi dei clochard, funzionante dal 22 marzo 2017 e opera dei City Angels.
Italiani per la patria altro non fa che riprendere un reportage pubblicato da Libero Quotidiano il 2 gennaio 2018, esattamente due giorni dopo la vigilia di Capodanno. Il risultato è un copia-incolla disordinato. Il titolo era proprio «Il Capodanno tra i senzatetto italiani sfrattati dagli immigrati» e riportava le informazioni raccolte dall’autrice del pezzo all’interno di un container di 12 metri quadrati nel quale alloggiano 6 senzatetto italiani assieme a 5 cani in zona Quarto Oggiaro, a Milano. La ragione per la quale queste 6 persone con animali alloggiano in un container, secondo Libero Quotidiano, sarebbe il rifiuto ottenuto presso un dormitorio distante 100 metri da parte di extracomunitari ospiti della struttura, infastiditi dalla presenza degli animali in quanto considerati impuri. Christian, uno dei senzatetto italiani, afferma con convinzione – sempre secondo Libero – che i cani vengono rapiti dagli extracomunitari per addestrarli alla lotta clandestina o per essere venduti come cibo ai ristoranti cinesi.
Seppur con una minima riflessione, osiamo dire che troviamo difficile che in un dormitorio – questo il nome usato da Libero – vincano l’autogestione e l’anarchia, tanto da consentire agli ospiti di decidere sulla sorte di altri ospiti, portando i primi a sfrattare i secondi per un’insofferenza verso i loro amici a quattro zampe. Lo sfratto di cui parla Libero, infatti, non trova riscontro su altre testate. Non sappiamo, tra l’altro, se l’autrice del reportage faccia riferimento alla struttura di via Graf o a quella di via Aldini.
Restando sulla formula immigrati che sfrattano clochard italiani troviamo una pubblicazione di Milano Post del 25 settembre 2017 dal titolo “A Milano i profughi africani sfrattano i senzatetto italiani“, nel quale è evidente che il verbo sfrattare viene usato in senso metaforico per indicare un’insistente presenza di clochard nelle strade del capoluogo lombardo. Vengono riportate, a tal proposito, le parole dell’Assessore alle Politiche Sociali Piefrancesco Majorino che parla di redistribuzione dei profughi presso altri Comuni per lasciare più posto ai clochard italiani. La redazione scrive:
Da un a parte i centri d’accoglienza pieni di profughi, con tanto di percorsi formativi al loro interno e iniziative di ogni tipo. Dall’altra i portici di San Babila, via Vittor Pisani, le panchine dei parchetti, i cartoni usati come giaciglio dai tanti senzatetto che riempiono Milano sia di giorno che di notte. Due facce diverse della stessa medaglia, che dovrebbe essere quella dell’accoglienza. Ma che, in realtà, privilegia i non italiani.
È chiaro, dunque, che non si tratta di uno sfratto fisico e letterale, bensì di un ragionamento esposto dagli autori dell’articolo. Tale metafora è stata poi ripresa dagli autori di Italiani per la patria facendo eco a Libero. Quest’ultimo parla di immigrati che cacciano i senzatetto italiani da un dormitorio perché non sopportano i loro cani, ma di tale episodio non si trova riscontro.
Ultimo – ma non meno importante – step della nostra analisi è l’immagine scelta dagli autori di Italiani per la patria:
L’immagine è crudele e straziante, ma non riguarda il caso riportato. Come troviamo su Vatiro.org e su altre testate internazionali, siamo nella contea di North St. Louis e l’episodio ha portato all’arresto di due ragazzi a seguito di un video (che non vi linkiamo, scusateci) in cui si vede uno dei due malmenare e scaraventare un pitbull di appena 6 mesi. Mentre il criminale si diverte a molestare la piccola Honora, l’amico lo riprende e ride. L’animale è salvo ed è sotto la custodia dell’associazione Animal Control.
Brian Schellmann, portavoce della Polizia, racconta che la viralità del video – postato su Facebook dai due fenomeni – aveva fatto sì che al distretto arrivassero almeno 50 segnalazioni di persone inorridite e spaventate. I ragazzi, due studenti del Riverview Gardens School District, sono stati tratti in arresto con l’accusa di violenza su animali.
Porre in evidenza i fotogrammi del video su una notizia completamente diversa significa elemosinare visite.
Riepilogando:
Senza riscontri e con articoli confezionati in modo fuorviante possiamo solo parlare di disinformazione.
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