DISINFORMAZIONE ACCHIAPPACLICK Attenzione all’articolo segreto del referendum: l’Italia dovrà eseguire gli ordini di Bruxelles – bufale.net

Whatsapp ha tanti pregi ed alcuni difetti. Tra questi, il difetto di aver resuscitato le catene di S. Antonio e sdoganato la condivisione virale e senza controllo di contenuti quantomeno infondati.

Ecco che una insistente voce nella blogosfera ed in qualche ansito dei portali di informazione arriva su Whatsapp e si distilla in un “capolavoro” di propaganda politica e disinformazione da bocciatura eterna ed in perpetuo da ogni esame di Diritto Costituzionale e Internazionale passato, presente o futuro per chiunque abbia accettato coscientemente di condividere tale catena senza informarsi e verificare.

Attenzione al Referendum del 4 dicembre, la riforma ha un articolo SEGRETO. Ecco qual è… Superamento del bicameralismo perfetto, dimezzamento dei Senatori e taglio dei costi della politica: sono questi i cavalli di battaglia portati avanti dagli esponenti del governo in tv per convincere gli elettori a votare SI al referendum sulla riforma costituzionale. Qualcosa, però, non quadra. Infatti, all’interno del testo della riforma c’è un articolo che i renziani tendono a tenere nascosto, ad ignorare, a far finta che non esista: è il numero 117. Dalle parti del PD si tende a minimizzare l’importanza di questo passaggio della riforma, perché ciò che c’è scritto potrebbe significare la definitiva perdita della nostra sovranità nazionale: “La potestà legislativa è esercitata dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei vincoli derivanti dall’ordinamento dell’Unione Europea e dagli obblighi internazionali.”. In pratica, se passano i SI al referendum, all’indomani del voto dentro la nostra Costituzione ci sarà scritto che l’Italia dovrà eseguire gli ordini di Bruxelles. Questo particolare, che non emerge quasi mai in tv o sui giornali, è stato denunciato proprio l’11 Ottobre scorso, nel corso del confronto con la Boschi a Otto e mezzo. FATELO SAPERE A TUTTI DIFFONDETELO CONTRO LA CENSURA MEDIATICA

Se i nostri amati viralizzatori e disinformatori hanno scoperto il testo della riforma solo “L’Otto Settembre nel corso del confronto della Boschi”, il nostro consiglio è leggere almeno la nostra guida utile, per poi passare al resto del referendum.

Dichiarare “censurato” un contenuto liberamente riscontrabile da chiunque sin da aprile 2016 è la tipica prova di malafede del viralizzatore che “spende” la sua idea come una conoscenza misterica ed occulta, quando è in realtà un “segreto di Pulcinella”, un fatto notorio e normale.

Inoltre, chiunque abbia redatto questo messaggio virale dimostra di non aver mai letto la Costituzione così come è prima di ergersi a suo paladino. Ci sono tanti motivi, e tutti che scaturiscono da una lettura vera ed informata della riforma per decidere di votare per il no. Ma questo non ne fa parte.

Valutiamo il precedente articolo 117:

La potestà legislativa è esercitata dallo Stato [70 e segg.] e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonchè dei vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi internazionali.

In combinato disposto con l’articolo 10, sconosciuto a chi ha deciso di usare Whatsapp per lanciare il suo “messaggio nella bottiglia”

L’ordinamento giuridico italiano si conforma alle norme del diritto internazionale generalmente riconosciute.

Trattasi della c.d. clausola di recezione automatica del diritto Internazionale.

Cosa che consente, in generale, di introdurre senza aggravi norme di diritto internazionale riconosciuto e, nello specifico, di consentire un agevole raccordo tra normative comunitarie e nazionale, come accade in ogni altro stato membro dell’Unione, sicché, grossomodo da quando esiste un’Unione Europea:

I regolamenti emanati dai competenti organi dell’Unione Europea hanno carattere generale, cioè si rivolgono alla generalità degli individui, e sono una raccolta di norme giuridiche aventi forza di legge ordinaria negli Stati partecipanti all’Unione Europea.

L’aspetto più importante di questi provvedimenti comunitari è che non necessitano, per avere efficacia di legge all’interno dei singoli ordinamenti di ciascun Paese, di un atto interno di ricezione, cioè di una legge che li recepisca e dia loro la forma di Legge nazionale o di altro atto di pari valore giuridico. Essi entrano direttamente in vigore negli ordinamenti interni, dopo l’emanazione da parte dell’organo competente dell’Unione Europea (Comitato dei Ministri o Parlamento), senza nessun’altra formalità.

Quindi, per questo loro aspetto, i Regolamenti si pongono in Italia sullo stesso piano (con pari rango) delle Leggi ordinarie e degli altri atti aventi valore di Legge (Decreti Legge, Decreti Legislativi, Leggi regionali, ecc.).

Cosa cambia la menzione esplicita dell’Unione Europea?

Assolutamente niente: negli anni dell’immediato dopoguerra i Costituenti sentirono il bisogno di favorire la nascita di organi sovranazionali, la cui distruzione (vedasi la triste fine della Società delle Nazioni) aveva aperto la via al nazifascismo ed alla disgregazione della società civile, ma essendo Costituenti e non veggenti ancora non conoscevano nel dettaglio gli organismi sovranazionali con cui la nazione appena rinata sarebbe entrata in contatto.

Dovevano quindi “tenersi sul vago” cosa che, come ricorda Giornalettismo, ha funzionato per decenni, salvo incepparsi clamorosamente dopo la prima riforma del Titolo V, quando, la mancata menzione esplicita dell’organismo sovranazionale cardine che ha usufruito del vigente sistema ha costretto la Corte Costituzionale a intervenire quasi costantemente nei conflitti di attribuzione Stato-Regioni per ricordare l’ovvio: ovvero la natura sostanzialmente equipollente alle normative di rango nazionale della norma di diritto Europeo.

Semplicemente, dopo anni di integrazione giurisprudenziale e dottrinaria della norma di diritto, i legislatori vigenti hanno deciso di inserire l’interpretazione autentica, frutto della Corte Costituzionale come consolidata negli anni e non del Popolo della  Rete con tanto tempo ed un iPhone tra le mani, direttamente nella norma.

Ed in tutto questo, francamente, non vediamo il problema.

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