DISINFORMAZIONE 12 bambini di Santa Teresa di Gallura senza posto nella scuola materna per dare posto ai figli dei clandestini – bufale.net

Ci segnalano questo post di Daniele Caruso del 16 Settembre 2016:

Dunque, secondo il post, i 12 bambini non troverebbero posto nemmeno nella vicina frazione di Porto Pozzo in quanto sarebbe stata data priorità ai figli dei clandestini. Un sopracciglio s’inarca, però, proprio sulla frase “dove pare avrebbero però trovato posto i bambini figli dei clandestini” e ancora: “Se è così, si tratta di una insopportabile forma di razzismo al contrario“. Un sobbalzo sulle nostre scomode sedie arriva, imperativo, con la vista dell’hashtag #StopInvasione.

Il disagio è reale, come riporta questo articolo de La Nuova Sardegna del 16 Settembre 2016:

SANTA TERESA. La campanella non è suonata per 12 alunni della scuola materna dell’istituto comprensivo. Un taglio all’organico ha cancellato una delle quattro classi previste. Così i genitori hanno improvvisato un sit-in davanti ai cancelli. Sulla recinzione hanno appeso 8 grembiulini rosa e 4 celesti. Quelli dei bimbi che avrebbero dovuto frequentare la scuola. Il sindaco Stefano Pisciottu chiede l’istituzione in deroga della classe soppressa, anche per alleggerire il numero degli alunni nelle altre: una è di 28, le altre due di 25. Il neo dirigente dell’istituto comprensivo, Stefano Palmas, che ha assunto l’incarico il primo settembre, tiene aperto il dialogo con le famiglie e l’amministrazione.

Nell’elenco degli alunni in lista di attesa ci sono anche il figlio di Tiziana Cirotto, vicesindaco e assessore ai Servizi sociali, e la figlia di Tomaso Visicale, segretario gallurese del Pd. Anche loro sono schierati in prima linea contro la cancellazione della quarta classe dell’infanzia. «Il fatto è che siamo stati avvisati all’ultimo minuto – racconta Visicale –. La chiamano lista d’attesa ma in realtà è una lista di esclusi. I criteri di selezione non sono solo oggettivi, ma soggettivi. Perché sono rimasti fuori anche bimbi di 3 anni, mentre altri che non li hanno ancora compiuti possono frequentare tranquillamente le lezioni». Precisa che non è una guerra tra poveri. Poi incalza: «Lottiamo tutti assieme affinché venga cancellata questa lista di esclusi.Il problema è che qua non ci sono alternative». Sulla stessa lunghezza d’onda un altro genitore, sottolinea Giovanni Cossu: «Il ministero della Salute promuove campagne alla promozione del Fertily day, quindi ci invita ad allargare le famiglie, ma contemporaneamente abbatte la scure dei tagli sulle scuole. Un controsenso».
Così Claudia Serra, mamma in dolce attesa per la seconda volta: «Anche noi abbiamo risposto all’appello del ministro – ironizza -. Ero tranquilla perché sapevo che da quest’anno la bimba avrebbe frequentato l’asilo. Ora avrei qualche difficoltà a conciliare gli
impegni di lavoro». Disagi anche per Rita Brozzu: «Gestisco un’edicola, lavoro dalle 6 alle 8 di sera. E non ho la patente, non posso neanche spostarmi in un altro comune, dove ci sono strutture private». Aggiunge Sonia Impagliazzo: «Ci hanno messo difronte al fatto compiuto il giorno prima».

Vedete qualche riferimento ai figli dei clandestini? Andiamo avanti.

La vicenda prosegue con una raccolta firme. 400 teresini hanno sottoscritto una petizione a sostegno della protesta dei genitori dei 12 bambini esclusi dalla scuola, petizione spedita agli uffici scolastico e provinciale per chiedere l’istituzione in deroga della classe soppressa e di riequilibrare le altre tre: due sono da 25, una di 28.

Il sindaco Stefano Pisciottu afferma che nel paese non vi sono strutture private per convenzioni, per questo riflette sull’alternativa di trasferimento degli alunni esclusi nella scuola materna di Porto Pozzo, ma si creerebbe il problema del trasporto con un bus idoneo e, soprattutto, la struttura non sarebbe in grado di ospitarli. Col trasferimento, infatti, gli alunni diventerebbero da 12 a 30, se si contano i bambini che già frequentano la scuola materna di Porto Pozzo.

A regolamentare il numero massimo di alunni ospitabili in una sezione della Scuola dell’Infanzia esiste il Decreto del Presidente della Repubblica n.81/2009:

ART. 9
Disposizioni relative alla scuola dell’infanzia

2. Le sezioni di scuola dell’infanzia sono costituite, di norma, salvo il disposto di cui all’articolo 5,
commi 2 (presenza di alunni disabili) e 3 (istituzione delle classe e delle sezioni effettuata nel limite delle dotazioni organiche complessive stabilite con il decreto annuale del MIUR), con un numero di bambini non inferiore a 18 e non superiore a 26.
3. Ove non sia possibile ridistribuire i bambini tra scuole viciniori, eventuali iscrizioni in eccedenza
sono ripartite tra le diverse sezioni della stessa scuola senza superare, comunque, le 29 unita’ per
sezione, escludendo dalla redistribuzione le sezioni che accolgono alunni con disabilita’.

Dunque, pur decidendo di trasferire i 12 bambini nella struttura di Porto Pozzo, si andrebbe incontro al sovraffollamento di sezione regolamentato dal Decreto. Il taglio all’organico che avrebbe scatenato questa situazione è menzionato in questo articolo di Teleborsa del Marzo 2016, nel quale si prevedeva la grossa tegola in arrivo sul personale ATA dal mese di Settembre.

È dunque vero il disagio che molte mamme stanno condividendo in questi giorni, protestando di fronte ai cancelli della scuola materna di Santa Teresa di Gallura per aver visto i propri figli inseriti in una lista d’attesa e dunque privati dell’accesso alla Scuola dell’Infanzia. È dunque vero che è in fase di valutazione un trasferimento alla struttura della frazione di Porto Pozzo, ma che al momento non è realizzabile per il rischio sovraffollamento, per l’assenza di un autobus idoneo e sopratutto per le grosse responsabilità che comporterebbero il trasporto di bambini di 3 anni.

È tuttavia falso quanto fuorviante e tendenzioso, estrarre dal cilindro i vari jolly come “figli dei clandestini”, “razzismo al contrario”, “a scuola ci vanno i figli di chi non paga le tasse” e soprattutto chiudere con #StopInvasione.

È sbagliato. Il disagio è nato da un altro fattore: il taglio all’organico.

La disinformazione sui clandestini porta tanti click, è un dato di fatto.

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