Discorsi a confronto, il Capodanno di Putin e Mattarella secondo i viralizzatori

Ogni giorno un mendicante del web si sveglia e sa che dovrà correre più forte delle notizie pubblicate online per decontestualizzare, tagliare e cucire informazioni ad hoc che facciano gola ai condivisori compulsivi, per rafforzare opinioni distorte e maturate a seguito di uno sbagliato dell’Internet, trasformato ai loro occhi in una fucina d’odio e disinformazione.

Accade anche in questi primi giorni del 2019, quando il solito contenuto pro-Putin e anti-Mattarella prende vita in un meme, un’immagine creata con frasi e immagini considerata attendibile da un certo tipo di utenza:

In sostanza: Putin pensa al Paese, Mattarella agli immigrati. Ciò che accade, in realtà, è l’ennesimo taglia-e-cuci del viralizzatore. I discorsi dei due leader politici sono presenti in rete e una semplice ricerca su Google aiuta a trovare entrambe le fonti.

Il Quirinale offre la trascrizione del discorso di fine anno così come il sito istituzionale del Cremlino. Entrambi i discorsi toccano più punti. Per esempio il discorso di Vladimir Putin tocca il tema dell’altruismo:

Sentiamo la gioia dei nostri genitori e nonni, se l’intera famiglia è insieme in questo momento. I loro cuori sono riscaldati dalla tenerezza e dall’attenzione, e possono sperimentare la magia del Nuovo Anno creata dalla generosità dei nostri spiriti. Questa generosità è essenziale non solo quando celebriamo, ma anche nella nostra vita quotidiana, quando siamo lì per sostenere coloro che hanno bisogno del nostro aiuto, coloro che sono soli o non stanno bene. Dopotutto, dobbiamo essere sensibili alle disgrazie degli altri.

Ancora, il leader russo parla di economia, ricerca, tecnologia e assistenza sanitaria:

Affrontiamo molti compiti urgenti nell’economia, nella ricerca, nella tecnologia, nell’assistenza sanitaria, nell’istruzione e nella cultura. Ciò che conta di più è che facciamo progressi costanti per migliorare il benessere e la qualità della vita in Russia, così che tutte le persone, ognuno di noi, sentano il cambiamento in meglio non appena l’anno prossimo inizierà.

Ci riusciremo, ma solo se saremo in grado di lavorare insieme. Non abbiamo mai avuto alcun aiuto in questi sforzi, e mai lo avremo. Per questo motivo dobbiamo formare una squadra che sia unita, forte e che agisca come un tutto unico.

Infine, Putin si rivolge direttamente al popolo russo con le parole riportate nel meme:

Auguriamo felicità a coloro che sono accanto a noi. Diciamo le parole più calde a tutti coloro che amiamo, ringraziamo i nostri genitori, diamo un tenero abbraccio ai nostri figli e apriamo i nostri cuori. Dopotutto, quando milioni di persone condividono questi meravigliosi sentimenti, il mondo si fa pieno di amore e fiducia.

Da tutto il mio cuore auguro gioia e benessere a voi, e successo e prosperità alla nostra patria, alla nostra amata Russia.

Soffermiamoci, ora, sulle parole di Sergio Mattarella. Il Presidente dedica sì una parte del discorso agli immigrati, come nelle parole che riportiamo:

Auguro buon anno ai cinque milioni di immigrati che vivono, lavorano, vanno a scuola, praticano sport, nel nostro Paese.

Accade, però, che Mattarella dedichi un pensiero al giornalista Antonio Megalizzi:

Vorrei rinnovare un pensiero di grande solidarietà ai familiari di Antonio Megalizzi, vittima di un vile attentato terroristico insieme ad altri cittadini europei.

Non manca il riferimento agli sfollati di Catania, colpiti dal sisma di recente avvenimento e ai cittadini di Genova, dolorosamente colpiti dal crollo del Ponte Morandi:

In questa sera di festa desidero esprimere la mia vicinanza a quanti hanno sofferto e tuttora soffrono – malgrado il tempo trascorso – le conseguenze dolorose dei terremoti dell’Italia centrale, alle famiglie sfollate di Genova e della zona dell’Etna. Nell’augurare loro un anno sereno, ribadisco che la Repubblica assume la ricostruzione come un impegno inderogabile di solidarietà.

Tanti, dunque, sono i punti toccati dal Presidente Mattarella nel suo discorso di fine anno, e non sono mancati i saluti agli uomini e alle donne delle Forze dell’Ordine e a Papa Francesco.

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