Con il trascorrere delle ore, stanno venendo a galla diversi dettagli su quanto avvenuto nella notte italiana negli Stati Uniti, a proposito dell’attentato a Trump e, ad esempio, del fucile AR-15. Si tratta dell’arma utilizzata da Thomas Matthew Crooks. Il giovane di 20 anni, subito dopo aver esploso dei colpi che hanno ferito l’ex presidente degli Stati Uniti ed ucciso una persona che si trovava al suo comizio, è stato colpito alla testa in modo fatale dai Servizi Segreti. Senza alcuna possibilità di fuga.
Dunque, Donald Trump torna al centro delle cronache, dopo le accuse rivolte a Biden che abbiamo trattato non molto tempo fa sul nostro sito. Per quanto riguarda il fucile AR-15, alcuni dettagli sull’arma scelta da Thomas Matthew Crooks rivelano informazioni preziosi su quanto avvenuto in queste ore. Ad esempio, il fatto che si tratti di un’arma semiautomatica, facilmente modificabile in “automatica”, evidenzia che il giovane non fosse certo un cecchino. Già, perché è progettata per esplodere più colpi nel giro di pochi istanti.
Fatto sta che il mancato assassinio di Trump sia figlio di un difetto di mira, fermo restando che i successivi colpi probabilmente hanno visto la mira deviata rispetto all’obiettivo iniziale proprio per la natura del fucile AR-15. Il nome dell’arma è stato rivelato poco fa dal New York Times, essendo stata quest’ultima rinvenuta accanto al corpo dello stesso attentatore, una volta abbattuto. Inutile dire che solo gli ulteriori accertamenti su quanto avvenuto ci diranno di più sul tentato assassioni di Trump.
Per ora, sappiamo qualcosa di più sul fucile AR-15, l’arma usata per l’attentato da Trump da Thomas Matthew Crooks. In teoria, la distanza di 150 metri dal bersaglio non avrebbe dovuto rappresentare un problema per l’attentatore, rafforzando l’ipotesi che sia stato un difetto di mira. Tra le caratteristiche dell’arma, abbiamo anche il fatto che i due ‘mitra’ sparano colpi fino ad esaurarire il caricatore, che a sua volta dispone di un minimo di 5 ad un massimo di 100 proiettili.
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