Denunciato il sedicente Vittorio di Bolzano, ASL al contrattacco
Ricorderete anche voi la vicenda del sedicente Vittorio di Bolzano.
Sedicente perché, nello stile delle bufale virali non ci è dato neppure di sapere il suo vero nome, che potrebbe essere parte di una narrazione coesa.
La storia, come era prevedibile si è chiusa con una denuncia dell’ASL alle autorità competenti.
Ma andiamo con ordine.
Denunciato il sedicente Vittorio di Bolzano, riassunto delle puntate precedenti
In data 22 Febbraio ci veniva segnalato un audio virale in circolo tra gli utenti di WhatsApp e dintorni.
In questo audio compare un soggetto autodefinitosi “Vittorio di Bolzano”. In una assai convoluta e confusa narrazione il sedicente Vittorio di Bolzano dichiarava di aver sentito da un amico, che aveva parlato con un comune conoscente, che le autorità sanitarie locali avevano fatto pressioni sul conoscente.
Scopo di tali pressioni? Ottenere la falsificazione del certificato di avvenuto decesso della suocera del conoscente terzo allo scopo di ricevere un emolumento di 1700 euro.
L’audio che ci è stato sottoposto si trascrive così:
Ciao a tutti, chiedo cortesemente di condividere questo audio… il più possibile..eeee… sono V. di Bolzano, oggi è Domenica 21 di Febbraio 2021… mi chiama poco fa un amico e mi dice… devo raccontarti una notizia che ha dello sconvolgente. Considerate che a Bolzano siamo in zona Rosso Scura, non possiamo uscire dal Comune… di residenza, i negozi sono chiusi, bar ristoranti… un disastro. Perché i numeri sono altri. Allora mi dice… “guarda questa notte è morta la suocera di un nostro conoscente, una persona che io e lui conosciamo, da tempo, è morta di infarto, stava fondamentalmente bene a quanto ho capito… quando è arrivato il personale sanitario han chiesto ai parenti se potevano indicare nel referto medico che la donna è morta di COVID.” I parenti rimangono sbalorditi e dicono “E perché questa cosa qua, e perché dobbiamo dichiarare il falso”. E i sanitari rispondono “E perché se dichiariamo questa cosa qua che è morta di COVID riceviamo 1700 euro al posto dei 400 previsti per una morte normale”. Ecco, questo probabilmente accadrà per tutte le morti che avvengono in Italia, ed è ovvio che così i numeri si gonfiano naturalmente, le statistiche si sballano e noi ci troviamo a rimanere chiusi in casa, non poter lavorare, non poter trovarci una sciata, a trovare amici e parenti perché i numeri sono stati gonfiati per ragioni economiche. Mi raccomando fate girare questo audio è importantissimo
Ovviamente, facemmo notare come tale narrazione aderisce ad una nota catena di bufale diffusa per tutto il periodo del primo Lockdown ed ambientata ovunque dal Brasile all’Italia.
Nonché che tale narrazione risulti incompatibile col meccanismo con cui le dichiarazioni di decesso per COVID vengono redatte secondo quanto dichiarato dall’ISS.
Nonché che il lockdown in corso a Bolzano non risultava (quantomeno all’epoca dei fatti) dovuto ad un aumento dei casi, quanto piuttosto ad un aumento delle varianti COVID sul totale percentile.
Ma questo non è bastato.
Denunciato il sedicente Vittorio di Bolzano, ASL al contrattacco
Nella data di ieri è comparso sul portale dell’amministrazione il seguente comunicato
Proprio negli ultimi giorni, via WhatsApp è stato più volte inoltrato un messaggio audio. In tale messaggio si sostiene che l’Azienda sanitaria riceverebbe del denaro se la persona deceduta venisse classificata come decesso per Covid. Dichiara inoltre che il caso è stato portato alla sua attenzione, ma non fornisce nomi e luoghi, solo una data.
L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige ha verificato minuziosamente quanto riportato nell’audio, anche alla luce di tutti i decessi registrati: le singole affermazioni sono completamente false, anche perché nessuna persona è deceduta in quella data. Naturalmente, da parte del personale dell’Azienda sanitaria non arriverebbe mai la richiesta di classificare diversamente la causa di morte di una persona deceduta. Il messaggio non ha insomma contenuti che possano avere un riscontro con la realtà.
L’Azienda sanitaria dell’Alto Adige segnala di prassi queste situazioni al pubblico ministero. Allo stesso tempo si invitano le persone a non inoltrare o condividere questi messaggi, poiché questo è l’unico modo per trasformare le informazioni false in “fake news”. C’è anche la possibilità di fare una segnalazione a Facebook o WhatsApp, in modo da verificare se un account possa eventualmente essere bloccato in caso di inoltro ripetuto di fake news. Anche la condivisione o l’inoltro di messaggi altamente dannosi possono essere legalmente rilevante e perseguibili.
Infine, la diffusione di tali falsità è uno schiaffo per tutti coloro che negli ultimi mesi hanno perso un proprio caro a causa di questo virus, così come per tutto il personale che ha lavorato instancabilmente per un anno nella lotta contro questa pandemia.
C’è solo da aggiungere un’altra brutta notizia per tutti coloro che, purtroppo dobbiamo ammettere con tristezza anche da noi (prima del ban) si sono dichiarati paladini del diritto a “controinformare” condividendo bufale e falsità.
Nella serata di ieri è stato infatti confermato da un’emittente locale che l’ASL intende perseguire legalmente il sedicente Vittorio di Bolzano, e come avete letto nel comunicato l’azione legale non potrà che coinvolgere tutti coloro che di fatto hanno partecipato alla condivisione di una falsità.
Anchè va rilevato ad analisi della grottesca creazione, che il sedicente Vittorio di Bolzano tra tutti i giorni possibili per ambientare la sua bufala ha scelto proprio un giorno senza vittime.
E ricordate: condividere è facile, ma nessuno degli “amici fidati” che vi ha detto di farlo vi aiuterà quando passerete i guai che vi siete tirati addosso.
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