Il caso del ristorante “La Tana Marina” fa ancora da carburante sulle bacheche social e sulle testate. Ce ne eravamo occupati in questo articolo pubblicato il 20 agosto e i nostri lettori, sull’argomento, ci segnalano un post virale in cui vengono messi in dubbio molti punti della vicenda, specialmente la versione della diretta interessata che ha fatto scoppiare il caso con una video denuncia su Facebook.
La ragazza, una giovane madre, in una diretta Facebook di circa 30 minuti denunciava un atto di razzismo all’interno del ristorante. Secondo il suo racconto, il cameriere che aveva preso le ordinazioni dei suoi commensali avrebbe rivolto lo sguardo a un quadro raffigurante Benito Mussolini, avrebbe fatto il saluto romano e avrebbe detto: “Scusa Benito”, come atto di pentimento per aver servito una tavolata di persone di colore.
La sua storia era stata ripresa dai giornali e dai tanti opinionis
ti social. Nella video denuncia la donna mostrava anche il verbale della denuncia per apologia di fascismo. Nel nostro articolo del 20 agosto riportavamo anche la replica del cameriere accusato di fascismo dalla donna. Tale replica era riportata su Repubblica.
Oggi i nostri lettori ci segnalano un post in cui viene messa in discussione l’intera storia, specialmente in termini di attendibilità della protagonista della vicenda. Il messaggio è accompagnato dall’immagine della donna in compagnia del figlio, entrambi con il pugno alzato.
VI RICORDATE IL CAMERIERE CHE SECONDO I MEDIA HA CHIESTO SCUSA AL DUCE PER AVER SERVITO GENTE DI COLORE?
Lei è ********, si definisce italianissima, come si può capire dal suo nome.
Fa parte del movimento Black Lives Metter (sic!) in Italia. Partecipa da tempo a dibattiti di politica sui social network facendo dirette con altri interlocutori neri.
Giorni fa, partecipando ad una manifestazione del movimento, ha ben deciso di strumentalizzare suo figlio piccolo, portandolo sul palco davanti alle telecamere mentre lei parlava della lotta dei neri contro la società bianca. Il video è stato mandato in onda persino da Le Iene. Scesa dal palco ha rilasciato alcune interviste ad alcuni giornalisti.
Fomentatissima di essere stata trasmessa a Le Iene, ha ben deciso di cavalcare l’onda per diventare famosa.Durante una serata in famiglia in un ristorante, vede una cassa di vini con il profilo di Mussolini e fa fare al figlio un video col cellulare dove lei comincia a sbraitare contro i ristoratori davanti a tutti i clienti. Nel video si vede un cameriere chiederle scusa e le dice che rimuoverà subito l’oggetto incriminato.
Lei monta il video con tanto di pugno nero del movimento Black Lives Metter in sovrapposizione.
Torna a casa e INVENTA una storia fatta di saluti nazisti, quadri di Mussolini, mezzi busti e frasi contro i neri da parte del cameriere. Denunciandolo ai carabinieri.
I ristoratori spiegano che non c’è mai stato nessun quadro e nessun mezzo busto, solo una vecchia cassa di vini che gli è stata regalata da un cliente e che si trova lì da molti anni perché una finestra non si chiude bene e la cassa serve a tenerla ferma.Inoltre spiegano di essere talmente lontani dal razzismo al punto da avere il menù scritto in arabo.
I ristoratori hanno messo a disposizione dei carabinieri i video delle telecamere a dimostrazione che non c’era nessun quadro
E che non c’è mai stato nessun saluto nazista.
LA VERITÀ VIENE SEMPRE A GALLA
Vero, ma parzialmente. La donna ha espresso – anche prima della vicenda – più volte la sua adesione al movimento Black Lives Matter. Lo apprendiamo dal suo profilo Facebook in cui tutti i contenuti sono di pubblico dominio ed è possibile visionare anche alcuni filmati. Per ovvie ragioni non posteremo il link al suo account.
Con una ricerca tra gli album presenti sul suo profilo troviamo un video girato a Bologna durante una manifestazione del movimento Black Lives Matter. La donna, in effetti, aveva portato sul palco anche suo figlio.
Facciamo notare che il filmato, però, è stato caricato il 7 giugno 2020, più due mesi prima della vicenda del ristorante “La Tana Marina”. Non possiamo parlare di “giorni fa”, come sostiene il post che mette in dubbio la storia, bensì di più di due mesi fa. Chi crede che si tratti di pochi giorni fa potrebbe pensare che la donna abbia partecipato a una manifestazione dopo l’esplosione del caso.
Possiamo intuire che sia il filmato che la foto postata nel post virale risalgano allo stesso giorno in quanto la donna e suo figlio indossano gli stessi indumenti. Sulla pagina Facebook Black Lives Matter Roma era apparso, il 23 agosto, un post in cui si manifestava solidarietà alla famiglia della donna. “Ha strumentalizzato suo figlio durante una manifestazione” non è un contenuto da fact-checking, perché rientra tra le opinioni personali di chi ha pubblicato il post.
“Il video è stato mandato in onda persino da Le Iene. Scesa dal palco ha rilasciato alcune interviste ad alcuni giornalisti”, scrive l’autore del post, ma sul sito ufficiale de Le Iene non esiste traccia del video. Ci riferiamo, ovviamente, a quello della manifestazione del BLM di giugno.
L’atto di accusa dell’autore del post è diretto esclusivamente alla donna, che avrebbe inventato tutto. La prova sarebbe la replica del gestore del ristorante, che non è un semplice cameriere. La chiave di lettura offerta dall’autore del post, quindi, è focalizzata soltanto sulle dichiarazioni del ristorante che farebbero da smentita alla video denuncia della donna.
Oggettivamente, però, non possiamo dirlo. Il giorno 22, effettivamente, La Stampa ha raccolto la replica del ristorante. L’accesso all’articolo è riservato agli abbonati ma fortunatamente le dichiarazioni sono state riprese da altre testate.
«Sono io. Non sono un cameriere, gestisco il locale dei miei genitori». Una donna imolese di origini nigeriane, ********, lo accusa di aver chiesto scusa al Duce dopo aver preso l’ordinazione per lei e i suoi familiari. Ha sporto denuncia ai carabinieri di Imola e postato un video virale su Facebook. «Non era un quadro, solo l’immagine di una cassa di vini con il volto del Duce». Quel che c’era non c’è più.
«Non sono di destra. Per me va bene chi vince le elezioni. Lavoro diciotto ore al giorno, e non posso permettermi il lusso di perdere un tavolo con dodici persone». Davanti al locale un viavai di passeggini, risciò e adolescenti. Il locale è pieno, abbastanza anonimo da confondersi fra le migliaia della Los Angeles romagnola.
«Mi chiamavano con insistenza, a un certo punto ho allargato le braccia verso quella immagine. Avevo la mascherina, non possono aver sentito quel che ho detto». Quel che ha detto non vuole ripeterlo, a suo dire non sarebbe stato offensivo. Gli chiedo se non crede in ogni caso di essere apparso razzista. «Ho lavorato in Germania, sulle navi da crociera in mezzo a cinesi, pakistani e filippini. Ma qui non si capisce più nulla, nessuno rispetta le regole. È per questo che tengo la bandiera italiana qui, vede? Non mi ritengo fascista, ma credo nella patria che non c’è più». Claudio non vede la sottile linea rossa. Cerca punti di riferimento che sembrano sfuggirgli. «Quella signora è del Pd, ha montato il caso per ragioni politiche. Mica le ho detto “brutta scimmia torna a mangiare le banane in Africa!”».
In poche parole, il gesto di allargare le braccia per manifestare una seccatura e il borbottare alcune parole sarebbe stato interpretato male dalla donna e dalla sua famiglia. Già dal 21 agosto 2020, tuttavia, Corriere della Sera ha riportato che i Carabinieri hanno acquisto i filmati della videosorveglianza del ristorante per ricostruire la vicenda. Intanto i titolari del ristorante hanno minacciato querele per diffamazione.
Come scrive Rimini Today, inoltre, per competenza territoriale le indagini sono affidate ai carabinieri della stazione di Viserba. Rimini Today, inoltre, il 20 agosto aveva contattato telefonicamente il ristorante e aveva raccolto la seguente dichiarazione:
È stata la signora, all’improvviso appena entrata, a scattare e a iniziare ad urlare vedendo quelle bottiglie. Noi non sapevamo che fosse un reato esporle ma, alla fine, le abbiamo tolte e tutto si è tranquillizzato tanto che il gruppo ha proseguito tranquillamente la cena. Abbiamo le telecamere di sorveglianza e, dalla registrazione, è chiaro che non c’è stato nessun episodio di razzismo o di apologia del fascismo anche perché i clienti sono rimasti fino alla fine. Se fosse andato come raccontano credo che invece di rimanere a cena da noi se ne sarebbero andati subito.
Per il momento non è possibile smentire né confermare la versione raccontata dalla donna. Il post che i nostri lettori ci segnalano dà per scontato che la donna abbia mentito su tutto sulla base, però, della replica del ristorante. Le indagini su quanto accaduto al ristorante “La Tana Marina” sono in corso e nel frattempo sarebbe opportuno attendere i riscontri ufficiali anziché confondere gli utenti con post al vetriolo.
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