Ritorna oggi, con le segnalazioni, quel sospetto caso Blue Whale a Pescara con uno screenshot che mostra un post pubblicato dal Gazzettino. Secondo il titolo una ragazzina di 16 anni sarebbe stata salvata dalle amiche prima di gettarsi dall’ottavo piano, lo step finale del “gioco” che scatenò uno stato di paura generalizzata e soprattutto diventò merce di scambio per bufalari e quotidiani.
Blue Whale a Pescara, ragazzina di 16 anni alle amiche: “Mi butto dall’ottavo piano”
Troviamo lo stesso titolo pubblicato sul Messaggero in un articolo del 19 maggio 2017. Il Messaggero scriveva che la ragazzina era stata portata all’ospedale “Salesi” di Ancona mercoledì 17 maggio 2017 e presentava evidenti lesioni agli avambracci. L’allarme, sempre secondo Il Messaggero, era stato fatto scattare dalle amiche che da tempo avevano notato i comportamenti strani della 16enne che avevano avuto la premura di avvertire i suoi genitori quando l’amica aveva annunciato di volersi gettare dalla cima di un palazzo.
Il Messaggero scriveva che la ragazzina si trovava ricoverata presso il reparto di Neuropsichiatria infantile. Sul caso stavano indagando il Tribunale dei Minorenni dell’Aquila e la squadra mobile di Ancona. Secondo le prime indiscrezioni la 16enne sarebbe entrata in contatto con la realtà della Blue Whale da un gruppo WhatsApp.
Il 24 maggio 2017 avevamo pubblicato la nostra analisi sul caso con il tag Analisi In Corso specificando che le informazioni erano ancora troppo sommarie per stabilire se il caso fosse reale o gonfiato dai media. Su altri quotidiani, infatti, le informazioni venivano alterate sia sull’età della ragazza che sui suoi trascorsi (sul Giornale si raccontava che avesse 13 anni) e sulla stampa locale si invitava alla prudenza, visto che la connessione tra la vicenda della ragazzina e la Blue Whale non trovava conferme.
Su altri quotidiani si usava il condizionale, specialmente dopo quel famoso servizio de Le Iene in cui emersero numerose falle, contraddizioni e tantissime manipolazioni della narrazione. Per il caso Blue Whale a Pescara della ragazzina salvata dalle amiche e dai genitori, sempre sulla stampa locale, si faceva ricorso all’avverbio “potenzialmente” proprio per sottolineare che non vi era certezza tra l’annuncio del suicidio e la Blue Whale.
Ancora oggi – 3 anni dopo – non è possibile trovare notizie che riportino gli sviluppi sulla vicenda. Solo Il Resto del Carlino, l’8 luglio 2020, ha pubblicato un riassunto dei casi del 2017, ma senza riportare – lo ribadiamo – gli sviluppi sul caso dell’adolescente di Pescara.
Il 24 maggio 2017 la dirigente del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni Abruzzo aveva riferito a Il Pescara di essere al lavoro:
Il nostro obiettivo è di capire se questo gioco esiste e soprattutto chi eventualmente dà le disposizioni, cioè il curatore di cui si parla. La Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni ha aperto un fascicolo contro ignoti per istigazione al suicidio e noi stiamo esaminando i supporti informatici per vedere tutto ciò che è accaduto anche prima delle segnalazioni.
Sempre Il Pescara, in un precedente articolo, riportava che non esistevano prove tra i tentati suicidi e la Blue Whale. Oggi, nel 2020, sul caso Blue Whale a Pescara non esistono aggiornamenti e la notizia sta riprendendo a circolare con il rischio di riaccendere un allarme mediatico.
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