Darwin si mangiò il nandù minore prima di scoprirlo, e non era il primo animale “bizzarro” passato dalla sua pentola. Essere Charles Darwin ha molti vantaggi: leghi il tuo nome alla scoperta della teoria dell’evoluzione, alla scoperta di nuovi animali, ed anche alla scoperta di ricette esoteriche.
E questa è anche la storia del Glutton’s Club, o Club dei Ghiottoni, antecedente storico del nandù arrosto (o meglio i suoi scarti) inviato al suo mentore John Stevens Henslow a Cambridge e arrivato alla Società Zoologica di Londra.
Ancora studente a Cambridge Darwin si riuniva ogni settimana con altri studenti animato dalla curiosità di scoprire il sapore degli animali più inusuali, e questo fu il suo primo contributo al mondo accademico in ordine cronologico.
L’avventura gastronomica di Darwin, condivisa con gli studenti John Herbert, Charles Whitley, Frederick Watkins, Jonathan Cameron, James Heaviside, Robert Blane ed Henry Lowe sopravvisse ai piatti più bizzarri ma si arenò dinanzi ad un arrosto di allocco particolarmente indigesto, descritto dal figlio Francis come non solo indigesto, ma anche “indescrivibile”.
E siccome lo era più del tarabuso arrosto, ci crediamo sulla parola.
Charles Darwin ripetè i suoi esperimenti gastronomici nel suo celeberrimo viaggio sul Beagle: nel secondo viaggio, quindi nel 1833, decise di regalarsi un cenone di Natale a base di guanaco (una specie di lama) seguito da un pranzetto di Capodanno (o giù di lì) a base di una specie di animale simile allo struzzo catturato dall’artista di bordo Conrad Martens (necessario in tempi prima della fotografia diffusa).
Dopo averlo mangiato il buon Darwin si rese conto che si trattava dell’animale che stava cercando: recuperò dai rifiuti testa, collo, zampe, ali e pelle e spedì il nandù in Inghilterra.
Grazie agli esami sul piatto di Darwin fu scoperta la differenza tra il nandù comune o nandù americano e il nandù minore o nandù di Darwin.
La differenza tra le due specie è nella forma, laddove il nandù americano appare più alto e slanciato e il nandù minore più simile ad un grosso e tozzo tacchino, nonché nel fatto che una delle due specie è finita nel pentolone di Darwin.
La coesistenza delle due specie di nandù in un’area comune contribuì a stimolare le ricerche di Darwin pervenendo alla teoria dell’evoluzione moderna, ma anche a stimolare l’appetito dello scienziato.
Immagine di copertina: Rhea pennata (Nandou de Darwin) au jardin zoologique de la ville de Lyon. © William Crochot / Wikimedia Commons
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