Da Eroi a minacciati: essere medici ai tempi del Negazionismo COVID19 (e nell’indifferenza dei “buoni”)
Il Negazionismo COVID19 è, e lo diciamo senza tema di essere smentiti, una lurida ed immonda bestia che solleva il suo tetro volto sbranando e distruggendo senza riconoscenza alcuna chi invece ha letteralmente dato la vita ed anche di più in questi mesi.
Ma, prendiamo le nostre colpe, è un mostro che noi stessi abbiamo sfamato, dandogli succulenti bocconi per renderlo forte e possente, fornendo frecce all’arco della sua retorica.
L’emergenza non è finita. Non è finita affatto, e i passi che servono per uscirne passano dalla medicina e dalla scienza, dalle mani dei medici e dai camici dei ricercatori. Su questo non ci piove.
Al principio dell’emergenza, nel momento dello sgomento, ci siamo affrettati a incoronare i medici come eroi. Evidentemente, senza credere davvero a quello che dicevamo.
“Medici eroi” all’epoca sembrava un riconoscimento, ma era solo autoincensamento nel quale i poveri, maltrattati medici erano solo pedine di un gioco di ruolo autoassolutorio.
Era facile, troppo facile, rileggere un’emergenza con la vile retorica della guerra.
Un sottoprodotto turpe del grido
“I nostri nonni combattevano in trincea, e noi combatteremo dal divano!”
Portava a identificare i medici non più come medici, presidio indispensabile di salute, ma come soldati che avrebbero dovuto dare la vita per noi, guerrieri invincibili che con la stessa becera retorica che troviamo nel Negazionismo COVID19 e che noi stessi abbiamo contribuito a foraggiare e fomentare.
Perché gli eroi hanno, nella mente degli uomini, un brutto vizio.
Se non muoiono in trincea, se non danno la vita per la loro causa, o se non assicurano il trionfo nella guerra, da eroi diventano nemici.
Il “Andrà tutto bene” delegato ad “angeli” da trasformare in capri espiatori e sacrifici al momento del bisogno.
Un eroe è tale nel momento del bisogno: la vuota retorica dei “buoni”
Già arrivati allo scemare della Prima Ondata, ci eravamo scordati del tutto dei medici eroi.
Abbandonati all’insufficienza dei mezzi con cui dovevamo combattere, bacchettati e criticati per ogni momento di scoramento, oggetto di rabbia perché non potevano assecondare la retorica del “ora andrà tutto bene”.
Non solo i medici, ma anche infermieri e OSS sono stati rapidamente accantonati, relegati al memento di una Prima Ondata che volevamo superata.
Un po’ come nella saga cinematografica di Rambo il veterano viene raffigurato come un reietto, accolto dagli sputi degli hippy e dal disprezzo della gente “per bene” che vuole rapidamente dimenticare la guerra e scacciare il veterano ai margini della società per non doverlo vedere.
Già ad aprile un’infermiera, evidentemente ex eroina della Prima Ondata, fu accolta da un perentorio invito ad abbandonare la sua stessa casa. Un vile biglietto anonimo, “Vattene, ci porti il virus”.
Una sua collega, a Milano, si è tolta la vita, stremata dall’odio e dal dolore.
Il medico e l’infermiere non erano più amici, angeli ed eroi. Erano soldati sconfitti, veterani da seppellire di minacce, di denunce, di odio.
Schiacciati tra l’Odio di chi li voleva Eroi, li amava vittoriosi e angelici e li ha disprezzati laceri, sconfitti, tristi e abbattuti, e la Rabbia feroce del Negazionista pronto a incolparli.
Il Negazionista COVID19 e l’odio verso i medici
Se Atene piange, Sparta non ride.
Laddove chi lodava i medici come eroi sembra avergli definitivamente voltato le spalle per assenza di vittorie schiaccianti, chi invece non ha mai creduto nell’esistenza del COVID19, ora ha campo libero per ogni azione nociva
Questo post, questa minaccia, è uno dei tanti che ci sono stati segnalati.
Questa mattina vi abbiamo dato la notizia di un razzo di segnalazione abbandonato in un ospedale come turpe mezzo di intimidazione.
Il nuovo sport nazionale è diventato inseguire le Ambulanze per provare il complotto degli Infermieri che spaventano la gente, presentarsi davanti ai Pronto Soccorso cercando di stanare “le menzogne dei medici”.
I Negazionisti, nella totale indifferenza dei “buoni” che hanno scaricato i loro “angeli” così rapidamente, hanno campo totalmente libero.
Emblematica la storia della dottoressa Di Costanzo, ricoverata in severe condizioni per il COVID19 contratto mentre curava i suoi pazienti e raggiunta fino in corsia dalle ingiurie e dalla violenza verbale dei negazionisti.
Non possiamo che ricordare le sue parole
“Due settimane fa sono stata ricoverata per Covid. Sono quindi passata dall’altro lato. Alla faccia che il Covid non colpisce i giovani e sono tutti asintomatici. Ancora è incredibile come esistano negazionisti, persone che sono passate da ‘medici eroi’ a danneggiare 70 auto di medici ed infermieri davanti agli ospedali”, aveva scritto la dottoressa. E ancora: “Si tratta di persone che si fanno in quattro per i cittadini con un rischio, nonostante le protezioni. Vedo città devastate dall’ignoranza, che per stare vicino ai gestori di bar e ristoranti devastano bar e ristoranti stessi. È un periodo nero per tutti e la classe politica di certo non prende scelte facili. Importante è non farsi prendere dal panico e seguire le evidenze scientifiche. Il sonno della ragione genera mostri”.
È il momento quindi di smettere di sognare mostri.
E no, non basta che ci scriviate accorate letterine chiedendoci di “fermare i Negazionisti”.
Sono un mostro che avete creato voi stessi: provvedete a darvi una regolata anche voi. Tutti.
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