Si rende necessario un ulteriore chiarimento per tutti coloro che, in questi giorni, parlano in modo superficiale di fine green pass grazie all’applicazione del regolamento 536 del 2014 a partire da domani 31 gennaio 2022. Bisogna andare con ordine ed elencare a tutti le ragioni per le quali non sia il caso di credere ad alcuni “guru” dei social, anche perché in caso contrario rischiate di andare incontro a sanzioni di un certo tipo. Vista la grande disinformazione sul tema, a prescindere da come la si pensi, bisogna essere molto chiari.
Il discorso è molto semplice, in quanto da domani 31 gennaio non ci sarà alcuna fine green pass attraverso il tanto discusso regolamento 536 del 2014. In primo luogo, bisogna ripetere alcuni concetti riportati nei giorni scorsi con una prima analisi sulla vicenda. Basti pensare al fatto che stiamo parlando di un vecchio regolamento, decontestualizzato rispetto agli anni della pandemia, senza dimenticare che la stessa UE pare avere un approccio diametralmente opposto sulla fine green pass, rispetto a quanto riportato sui social.
Ancora, un’ordinanza apparsa in Gazzetta Ufficiale sembra mandare in pensione l’obbligo del vaccino, definendo anche la fine green pass. Tuttavia, come riscontrato in settimana, il vecchio decreto verrà tramutato semplicemente in legge. Fin qui, nozioni che avevamo già portato alla vostra attenzione, in merito al malinteso sulla fine green pass da domani 31 gennaio con il regolamento 536 del 2014. La storia, però, non finisce qui.
Come verificato da Open, infatti, abbiamo anche la smentita di Giulio D’Alfonso, presidente di Osservatorio Trial, società editrice della testata Sperimentazionicliniche.it. Questa fonte, inconsapevolmente, ha dato origine alla disinformazione di questi giorni, con un contributo male interpretato. Qui di seguito trovate un estratto delle sue dichiarazioni, tra la bufala sul nuovo corso della sperimentazione del vaccino, fino ad arrivare alle voci sulla fine green pass dal 31 gennaio 2022 tramite il Regolamento 536 del 2014:
“Il prossimo lunedì 31 gennaio non accadrà nulla di particolare, perché la stessa normativa prevede un lungo periodo di transizione che si completerà nel 2023. Al di là di questo si rimane perplessi per i collegamenti fatti tra tematiche differenti: non c’è un legame tra questa normativa e i vaccini approvati, la normativa non può essere usata per affermare l’invalidità delle ricerche cliniche in corso, e anche i collegamenti all’obbligatorietà di firma del consenso informato sono fuori contesto: l’obbligo del consenso c’è da sempre così come la volontarietà della partecipazione agli studi clinici è un principio che c’era e rimane.
Nulla cambia per la ricerca in corso e per quella ancora in progettazione, ma si comincia a percorrere una strada che porterà l’Europa ad essere un punto di riferimento mondiale per la ricerca”.
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