Da Bolsonaro negazionista al record negativo del Brasile sul virus: vittime anche sottostimate
In questi mesi la strategia di Bolsonaro, spesso caratterizzata da qualche uscita negazionista, è diventata per qualcuno un punto di riferimento, anche in relazione a personaggi politici italiani. Un approccio al Covid discutibile, a prescindere dalle idee politiche che si possano avere, al punto che la BBC la scorsa estate ci è andata giù molto duramente sul presidente che a quanto pare sta gestendo male il problema in Brasile. Ne parlammo con un articolo incentrato sulla fonte che tirò in ballo anche Trump e Salvini in quella circostanza.
La strategia negazionista di Bolsonaro e i numeri pessimi sul Covid in Brasile
I numeri trapelati oggi 5 aprile, se possibile, ci consegnano un quadro addirittura peggiore di quanto si potesse immaginare. Basti pensare a quanto è stato riportato in queste ore da Globalist, che a sua volta cita uno studio pubblicato di recente dalla Johns Hopkins University. Ebbene, le analisi menzionate stamane ci parlano di qualcosa come 330.000 morti in Brasile, a causa proprio della politica aperturista di Bolsonaro. Spesso e volentieri accompagnata da un’uscita negazionista dopo l’altra sul Covid.
Certo, si potrebbe obiettare che si parli di un Paese enorme e che trovarsi al secondo posto in questa triste classifica, dietro solo agli Stati Uniti, ci possa anche stare. Ci sono però due aggravanti per Bolsonaro: la prima, è che il Covid in Brasile sia arrivato in ritardo e che, di conseguenza, il presidente ha avuto un margine di tempo superiore rispetto all’Italia e al resto d’Europa per adottare tutte le contromisure del caso.
Il secondo fattore che lo studio su Bolsonaro prende in esame parlando di gestione “negazionista” del Covid (almeno per un lungo periodo), invece, si riferisce al fatto che il numero 330.000 morti per il virus sia largamente sottostimato. Diversi decessi, infatti, pare non siano stati classificati con Covid per ragioni ancora non precisate.
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