Editoriale

“Cuffaro aggredisce Falcone”, il titolo fuorviante del popolare video su YouTube

“Cuffaro aggredisce Falcone”. Tutti abbiamo visto almeno una volta il quel video registrato nel 1991, un anno prima della Strage di Capaci che ricorre oggi – 23 maggio 2022 – in cui un giovane Totò Cuffaro viene raggiunto da Michele Santoro per parlare in collegamento con Maurizio Costanzo. Era il 26 settembre e tra gli ospiti della staffetta di SamarcandaMaurizio Costanzo Show c’era Giovanni Falcone. Sul palco del Teatro Parioli c’erano anche Giovanni Impastato (fratello di Giuseppe Impastato) e Rita Dalla Chiesa (conduttrice televisiva, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa).

Cuffaro grida a gran voce, al microfono di Santoro, la frase “giornalismo mafioso” e accusa un non meglio precisato soggetto – “voi” – di infangare “la memoria di Libero Grassi” oltre a “delegittimare le persone che abbiamo”. Dal teatro del Costanzo Show Giovanni Falcone, seduto, ascolta con un’espressione incuriosita le parole di Totò Cuffaro.

Le parole di Totò Cuffaro

C’è in atto una volgare aggressione alla classe dirigente migliore che abbia la Democrazia Cristiana in Sicilia. Avete bisogno di delegittimare le persone che abbiamo. Avete costruito e infangato la memoria di Libero Grassi. Il giornalismo mafioso che è stato fatto stasera fa più male alla Sicilia di 10 anni di delitti.

Siete andati a ripescare degli atti volgari citando solo alcune fonti. Senza citare, per esempio, sul fatto di Siculiana che avete detto, che il padre della sposa è andato a testimoniare dicendo che il ministro Mannino era testimone della sposa e non dello sposo. Avete dimenticato di dire che un giudice corrotto che ha costruito un’intera storia su un pentito volgare che mette a repentaglio e delegittima la classe dirigente siciliana solo perché serve al nord. Non avete detto niente su un magistrato che prima è stato mandato in America, poi si è ammalato, ora chiede i trasferimenti di un pentito che stamattina ha citato lo stesso giudice su alcuni fatti importanti che nessuno di voi ha voluto dire. Questo è giornalismo mafioso.

Per non dilungarci troppo, per approfondire la storia di Libero Grassi consigliamo questo documento, mentre sul “fatto di Siculiana” troviamo riferimento in questo articolo pubblicato da Repubblica il 28 settembre 1991, proprio pochi giorno dopo la messa in onda della staffetta Samarcanda-Maurizio Costanzo Show.

Il contesto

Come già citato dalle parole di Cuffaro, il programma nasceva per celebrare Libero Grassi, ucciso il 29 agosto 1991 a Palermo per essersi rifiutato di pagare il pizzo a Cosa Nostra.

Durante il programma fu mandata in onda l’intervista a Rosario Spatola, sedicente pentito di mafia, che sosteneva che il Ministro del Mezzogiorno Calogero Mannino fosse vicino a Cosa Nostra. Per le parole di Spatola il sostituto procuratore di Trapani Francesco Taurisano aprì un’inchiesta su Mannino per associazione a delinquere di stampo mafioso. Il fascicolo fu successivamente trasmesso alla procura di Sciacca per competenza territoriale e archiviata dal giudice Lorenzo Matassa, anche grazie alle verifiche Paolo Borsellino che dimostrarono l’inattendibilità di Spatola.

Nelle sue parole Totò Cuffaro si scagliava contro Taurisano – la diretta fu trasmessa il 26 settembre 1991, l’archiviazione arrivò solo l’11 ottobre 1991 – e non contro Giovanni Falcone o la magistratura tutta. Eppure, qualche anno dopo il video iniziò a circolare con il titolo: “Totò Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone” e per questo Cuffaro fu accusato di aver attaccato il compianto giudice antimafia.

La sentenza

Quest’anno, nello specifico nel gennaio 2022, quotidiani e agenzie hanno riportato che su questa vicenda erano intervenuti il Tribunale di Palermo e la corte d’appello per “ripristinare la verità storica” dietro quel video.

Per quel tipo di narrazione – “Cuffaro aggredisce Giovanni Falcone” – Cuffarò agì contro Antonio Di Pietro che nel 2009 aveva linkato il video con quel titolo. Nel 2018 fu assolto per intervenuta prescrizione Alberto Sanna, che nel 2007 aveva diffuso il video con il titolo: “Costanzo Show: Totò Cuffaro aggredisce Falcone”

Tornando alla sentenza, Agi ne riportava un estratto:

L’attacco del Cuffaro non è diretto alla ‘magistratura’ nel suo complesso, bensì a un singolo magistrato (si notino le espressioni: ‘un giudice corrotto… un magistrato’, sopra riportate), e più esattamente al giudice Taurisano, resosi artefice, secondo il Cuffaro, di indagini fondate su dichiarazioni non riscontrate di un pentito, la cui credibilità sarebbe stata in seguito sconfessata”. Il tutto, “Benché, infatti, nel corso dell’intervento del Cuffaro, sovente venga inquadrato Giovanni Falcone”.

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