Ci segnalano i nostri contatti un video, dove una figura accreditata come medico dichiara una serie di cose.
Dichiara che il suo “buonsenso” l’avrebbe spinto a cercare la dichiarazione dello Stato di Emergenza sulla Gazzetta Ufficiale del 31 gennaio, a suo dire l’organo ufficiale del Governo, del Consiglio dei Ministri. E che animato dal suo Buonsenso avrebbe trovato lo stato di Emergenza per sei mesi “con sotto la firma di Giuseppe Conte, quello che sembra Churchill, amato dall’Europa e dalla Sinistra”.
Con derisione malcelata dichiara che nessuno sapeva niente di questa cosa, che Zingaretti era sui Navigli a prendere l’aperitivo…
Due minuti in cui si dimostra che il Buonsenso non sostituisce la conoscenza delle norme. Anzi.
Più o meno.
È la fonte ufficiale di conoscenza delle norme in vigore in Italia. È uno strumento di diffusione, informazione e ufficializzazione di testi legislativi, atti pubblici e privati che devono giungere con certezza a conoscenza dell’intera comunità.
Non “del Governo”: è fonte ufficiale di conoscenza primaria delle norme. Differenza sottile, ma va data.
Fonte ufficiale che richiede non solo buonsenso, ma interpretazione di quanto letto.
Nel nostro ordinamento le norme si dividono in diverse tipologie. Attuative e di precetto, ad esempio. Alcune norme stabiliscono che qualcosa sta accadendo, altre intervengono per regolare quel qualcosa.
Nel 31 Gennaio
Viste le raccomandazioni alla comunita’ internazionale della
Organizzazione mondiale della sanita’ circa la necessita’ di
applicare misure adeguate;
Considerata l’attuale situazione di diffusa crisi internazionale
determinata dalla insorgenza di rischi per la pubblica e privata
incolumita’ connessi ad agenti virali trasmissibili, che stanno
interessando anche l’Italia;
Il Governo ha dichiarato che qualcosa sarebbe arrivato. Che c’era evidenza che qualcosa sarebbe arrivato, ma che non si sapeva cosa. E conveniva cominciare ad essere pronti al peggio.
Immaginate una città con un incrocio all’ingresso cittadino. Nel quale, con l’aumentare del traffico, si sospetta un aumentare degli incidenti. Maggiori incidenze ci sono, non ancora rilevanti, ma ci sono.
È un bene cominciare a mettere da parte soldi per le spese legali, convocare ingegneri per studi di fattibilità di una rotonda e simili?
Certo, lo è.
Ma se un mese dopo un autobus si schiantasse contro una cisterna di trasporto carburanti causando decine di morti e un incendio sarebbe prevedibile?
Molto meno.
Avrebbe senso chiedere che quei provvedimenti iniziali prevedano misure per riparare un sinistro che ancora non esiste? No, perché
Quando politici nazionali e locali invitavano a non darsi in allarmi facili, quando eravamo tutti col fiato sospeso sperando che i controlli agli aereoporti bastassero, quando gli esperti ci dicevano che non era un problema di impedire l’arrivo del virus, ma di rimandare quel momento il più possibile e, in arrivo, mantenere il picco epidemico il più basso possibile e spalmato nel periodo più lungo, sapevamo che alla fine saremmo arrivati a questo momento.
Non è buonsenso dire che lo Stato di Emergenza ed il Decreto Cura Italia avevano gli stessi scopi.
Uno completa l’altro, perché il secondo, reso possibile dalle risorse inizialmente stanziate grazie al primo, vede nel presente e accetta una sfida immediata e contingente, l’altro si limita a dirci che affronteremo in questi mesi molte sfide.
Vorremmo ricordarvi una cosa: anche arrivati al “picco” l’emergenza non finirà.
Il Decreto dello Stato di Emergenza probabilmente sarà prorogato fino alla definitiva risoluzione della Pandemia, che potrà arrivare solo con una regressione globale spontanea (scenario ormai non più scontato) oppure col vaccino, quindi con un forte intervento umano.
Il Decreto Cura Italia ed i Decreti di Lockdown sarà probabilmente prorogato fino all’esistenza del picco, e poi sostituito da misure di sicurezza diversificate a seconda del momento, faro e guida in questo difficile momento.
Riassumendo: col senno di poi siamo tutti in grado di giudicare. Ma il vero nocchiero si giudica nella tempesta.
Immaginate una situazione in cui il motore di Italia, come l’ha chiamato il Presidente del Consiglio Conte, sia stato non rallentato da Marzo, ma rallentato in soluzione continuativa da Dicembre a oggi.
Probabilmente oggi non avremmo più l’Italia. Oggi combatteremmo per le strade per una tanica di acqua potabile come in un film di Mad Max.
Le crescenti misure di contenimento non sono state applicate a cuor leggero, ma sono frutto di specifiche valutazioni da tenersi giorno per giorno.
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