Il Tocilizumab, farmaco usato solitamente contro l’artrite reumatoide, entra nel novero delle sperimentazioni contro gli effetti del SARS-CoV-2.
Premessa: in questo momento sentirete usare spesso la parola “sperimentazione”. Col COVID19 stiamo letteralmente scrivendo una pagina della virologia del tutto in bianco.
Siamo di fronte ad un virus che esiste da pochi mesi e per il quale siamo passati dal non sapere niente a iniziare a comprendere il nostro insidioso nuovo nemico.
Anche in questo caso si tratta di notizie corrette, ma come per casi simili, andrebbero ulteriormente precisate. Non parliamo infatti di una cura che da sola risolverà il problema COVID19 (cosa che spetta al vaccino). Ma parliamo di un aiuto funzionante, efficace ed estremamente prezioso.
Il Tocilizumab è un immunosoppressore antagonista dell’IL-6, usato per l’artrite reumatoide.
In pratica abbiamo già visto come Remdesivir e Ritonavir si basano sul meccanismo di replicazione. Per evitare confusione non riporteremo qui ogni esempio degli articoli precedenti. Potrete guardare immagini e spiegazioni di dettaglio nell’articolo precedente, cliccando su queste parole.
Vi basti ricordare in breve che lo scopo di un virus è riprodursi, usando determinati meccanismi che il Remdesivir rende difficili ostacolando la replicazione virale.
In quegli articoli usammo l’effetto di Esplorando il Corpo Umano, dove il virus medio viene interpretato da un antipatico serpentello che, adocchiata una cellula funzionante, si estrae dalle viscere un nastro contenente le istruzioni per duplicarsi, ne taglia un pezzo e lo inserisce al posto del nastro usato in quella cellula, in modo che la cellula continui a replicare il virus.
Il Tocilizumab fa una cosa diversa: inibisce la formazione della Interleuchina ed il rilascio di Chitochine.
Tornando ad Esplorando il Corpo Umano, uno dei problemi dati dal fatto che il COVID19 non ha precedenti nella storia umana è il fatto che la risposta immunitaria del corpo non ha precedenti.
In Esplorando il Corpo Umano ricorderete che ogni aspetto del Sistema Immunitario ha un suo avatar: un esercito di poliziotti, nonché agenti sulle loro navicelle spaziali che lanciano dei futuristici robot pronti all’assalto degli ostili patogeni.
Sostanzialmente, il fatto che nessuno di questi personaggi al momento abbia la più pallida idea di come sia fatto SARS-CoV-2, può provocare l’eccessiva attivazione del nostro sistema immunitario contro il tessuto polmonare, detto in termini assai semplici.
I robottini vanno ovunque e spaccano ogni cosa, cellule del corpo umano comprese perché fisicamente non sanno ancora come fare.
Ovvero prende il controllo della piccola flotta dal “legittimo comandante”, nel fumetto il Colonnello Pierre della flotta delle difese immunitarie, ordinando al sistema immunitario di darsi una calmata.
Cosa controproducente agli occhi del profano, che si aspetta che il sistema immunitario combatta i patogeni, ma sensata nell’ottica di mantenere il delicato equilibrio in un corpo malato.
La sperimentazione sta dando risultati, e vi è cauto ottimismo.
Quello che è certo è che nei nostri ospedali non si fermano i tentativi di risolvere quest’emergenza, e va reso atto di questo e lodato l’intervento dei medici.
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