Cosa è la Rainforest Alliance, perché non contiene insetti e perché i complottisti hanno sempre torto
Il caso Rainforest Alliance dimostra che il complottista medio è quello che rubando una frase che Caparezza applicava ai politici corrotti “un forcaiolo impreparato sempre in cerca di un nemico per la lotta”. Forcaiolo perché incline a cercare gogne social, impreparato perché incapace, per calcolo, stupidità, malizia o tutte le citate assieme di individuare un vero bersaglio, quindi se lo inventa.
Come nel caso della Rainforest Alliance, ormai oggetto di diverse bufale che abbiamo censito in diverse occasioni.
Cosa è Rainforest Alliance
La Rainforest Alliance è un marchio dell’ecosostenibilità raccomandato dal WWF, che investe ingenti risorse e capitali non solo nella protezione della Foresta Pluviale Amazzonica, ma nella creazione e sviluppo di una cultura e di una economia ecosistenibile e che rispetti l’ambiente.
Si tratta di una associazione noprofit di produttori che si danno un solo elemento: produrre in modo da non danneggiare l’ambiente più del necessario.
I marchi aderenti alla Rainforest Alliance si impegneranno ad esempio a non partecipare alla deforestazione, ripiantando ogni albero che fosse necessario abbattere e piantando nuovi alberi in riserve naturali, ad evitare il ricorso allo sfruttamento dei minori e promuovere politiche lavorative basate sull’eguaglianza (di talché donne e uomini abbiano le stesse prospettive e le minoranze non vengano sfruttate per produrre i prodotti alimenntari che bramate) e garantendo alla manodopera locale condizioni economiche migliori.
L’obiettivo impronta ambientale zero, ovvero non modificare l’ambiente e non rovinarlo è una chimera ma si può arrivare a dati prossimi allo zero.
Sono tutti obiettivi lodevoli, ma come abbiamo visto in passato lontani dalla sensibilità del complottismo. Alla base di molte teorie “notutto”, oltre che una plateale influenza filorussa spesso abbiamo infatti visto anche un disprezzo colossale per l’ambiente. Teorie tra i complottisti prevedono combattere aspramente gli ambientalisti e negare ad oltranza il cambiamento climatico, proiettando il loro egosimo in bufale assurde per cui gli ambientalisti vorrebbero “costringerli” a passare all’auto elettrica a forza, mangiare insetti e ristrutturare le loro case, nascondendo un edonistico (e ci si consenta, poco religioso) desiderio di consumare senza fermarsi a riflettere.
A tali teorie si accoppia anche un egoismo di fondo: il complottista medio ripiegato su se stesso non riconosce la biodiversità come un valore, e neppure la tutela di minoranze e forza lavoro di posti lontani.
Vivendo in una allucinata teoria in cui il mondo intero cospira per negargli la grandezza, e Soros spende miliardi in scie chimiche per renderli dei miserabili sbavanti complottisti dietro un monitor quando avrebbero potuto diventare i “dominatori del mondo”, l’idea che qualcuno rinunci a profitti per favorire popolazioni lontane e il benessere dell’ecosistema da cui profittiamo anche noi gli suona strana ed aliena.
Il logo della rana è scelto sia per l’oggetto principale del marchio, ovvero la Foresta Amazzonica, “Polmone Verde” del mondo da cui dipende buona parte della qualità dell’aria globale, sia dalla rana, un animale noto per essere un bioindicatore.
Ovvero un animale molto più fragile di quello che sembra che in caso elementi inquinanti vengano introdotti nel suo ambiente ne verrebbe a perire.
La difesa di ecosistemi lontani aiuta direttamente anche noi: senza l’Amazzonia la qualità dell’ossigeno globale si ridurrebbe.
Distruggendo gli ecosistemi locali, l’effetto domino distruggerebbe quelli globali.
Ma ci mettono l’atrazina! Ci mettono il grafene! Ci mettono gli insetti! Ci mettono Satana!
Come abbiamo detto in un articolo precedente, non avrebbe quindi senso, e neppure la possibilità legale nel nostro ordinamento (dato che la fake news parla di prodotti sui nostri scaffali) che un marchio dedito all’ecosostenibilità promuova l’uso alimentare di un potente erbicida quindi in grado di causare enormi danni all’ambiente stesso prima che al consumatore.
Ricordiamo che in Italia, a partire dal 13 dicembre 2014 gli operatori del settore sono obbligati a rispettare le disposizioni generali del Regolamento (UE) 1169/2011 e quindi gli alimenti devono puntualmente riportare l’elenco degli ingredienti in imballo sotto pena di severe sanzioni e che la Sicurezza Alimentare è un tema affrontato a livello statale e di distribuzione.
Ciò posto ci sono siti devoti a raccogliere le informazioni di quelle etichette, risparmiandovi così la “fatica” di leggere un’etichetta anziché ascoltare “uno su Internet”.
E ci permettiamo uno spoiler: il Cornetto Algida, il Nesquik, la cioccolata Ritter e le barrette Kit-Kat, indicate nella condivisione, non contengono Atrazina.
Vale lo stesso per il grafene, con l’aggravante che il costo del grafene al grammo renderebbe un barattolo di Nesquik un bene di lusso costoso come un appartamento al centro di Milano, i vaccini (magari fosse stato così semplice, nei primi dolorosi mesi di Pandemia, vaccinarsi con una Kit-Kat…) e il Satanismo, peraltro elemento blasfemo e non misurabile.
Onus probandi incumbit ei dixit: il fatto che nessun complottista accetterà mai a sue spese di portare i beni alimentari citati in diversi laboratori alimentari, se non millantando che tutti coloro che gli daranno risultato negativo fanno parte del complottto dovrebbe dirimere la controversia.
Eh, ma c’entra Bill Gates
Abbiamo letto vari contributi di utenti che si sono dati al lato buono del fact checking che hanno provato prima di noi a fare chiarezza. Tutti loro si sono trovati lapidati dalla solita odiosa accusa “Eh, ma è di Bill Gates, che è cattivone assai, kivvipaka”?
L’elenco completo della situazione finanziaria di Rainforest Alliance è, indovinate? Pubblico.
Scopriamo che la Fondazione Gates ha fatto una donazione nel 2007. Vedrete come il collegamento con Bill Gates è del tutto inesistente, se non per una donazione nel 2007, una goccia in un oceano di donazioni ad enti benefici per la causa ambientale: causa abbiamo già visto in odio a complottisti e disinformatori.
Anche noi abbiamo un Patreon che ci aiuta a sostentarci. Aiuta perché è al momento deserto e non insistiamo più di tanto.
Sarebbe bello che donaste, ma non significherebbe che chi ci ha fatto una donazione sia diventato “Padrone di Bufale” e possa dettarne l’agenda.
Spero che tutto questo sia chiaro e semplice, e si applica a qualsiasi ente che accetti una donazione.
Conclusione
Il marchio “Rainforest Alliance” è un marchio di certificazione equosostenibile dato a prodotti che rispettano l’ambiente e la filiera agroalimentare anche in modo equosolidale. Non ha alcun rapporto con Bill Gates, salvo una donazione nel 2007 della Fondazione Gates e non ha alcuna autorità per imporre determinati ingredienti.
Tutti i marchi citati non contengono atrazina o altri elementi tossici.
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