Corte Europea rigetta ricorso contro Green Pass: e non è solo questa la notizia.
Comincia tutto da un cittadino francese che, di fatto, ha messo in pratica tutto quello che i novax militanti sulla Rete vagheggiano. Presentare il suo bravo ricorso alla CEDU (Corte Europea dei Diritti dell’Uomo) adducendo che il Green Pass minaccia l’integrità fisica dei cittadini e li discrimina.
Insomma, quel genere di capi di doglianza che le corti nazionali, non ultime il TAR da noi in Italia, hanno già archiviato e rigettato ogni qualvolta sono state adite al riguardo.
Cosa che rientra tra i motivi per cui la Corte Europa rigetta ricorso contro Green Pass: i due requisiti essenziali per cui la CEDU possa anche solo prendere in considerazione i ricorsi forniti sono presentare la domanda presso le corti nazionali predisposte e dimostrare che tale atto non sarebbe servito a tutelare i suoi diritti.
Inoltre i motivi addotti dalla CEDU sono stati molteplici e ulteriori.
In primo luogo il ricorrente non è riuscito a provare il pregiudizio patito.
Come in ogni altra corte, se adduci di aver subito un danno è tuo onere fornire alla corte gli elementi e le prove per valutare il danno stesso.
Non puoi sostanzialmente presentarti alla CEDU adducendo di aver patito un danno se non fornisci gli elementi di prova per valutare il danno suddetto.
L’elenco delle cause di rigetto è pubblico: oltre alla citata mancanza di prove ed alla mancata presentazione di ricorsi alle corti nazionali, spiccano altri elementi.
In primo luogo scopriamo che la natura non obbligatoria del vaccino rende vana la descrizione del vaccino come “inumano e degradante”: sostanzialmente nessuno ti costringe a farlo. Manca quindi l’obbligatorietà del presunto trattamento (per non parlare della degradazione…).
Inoltre uno dei motivi è l’esplicito tentativo di “trolling giudiziario”: il diniego della corte cita tra le ragioni l’esistenza di un portale per invitare a mandare ricorsi in ciclostile, di identico contenuto, allo scopo di paralizzare l’attività giudiziaria.
Avete presente le minacce di “mailbombing”, ovvero la forma di protesta che prevede l’invio di mail sempre uguali a loro stesse per rallentare l’attività di un ente e servizio?
Secondo la CEDU l’esistenza di una piattaforma online che ha reso possibile l’invio di 18000 ricordi di identico contenuto consta di un vero abuso del diritto al ricorso allo scopo di paralizzare l’attività della Corte.
Abbiamo già visto in passato come ricorsi e richieste di risarcimento in ciclostile, identici tra di loro, portino a sospetti e rigetti.
Cosa che è avvenuta anche in questo caso
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