Shadow's Play

“Corrupted Blood”: quella volta che un bug ha creato una pandemia virtuale

L’incidente del “Corrupted Blood” su Warcraft dovrebbe essere studiato sui libri di testo, e fatto studiare ai negazionisti della Pandemia come involontario modello della gestione pandemica e dello studio degli effetti medici e sociali della stessa.

“Corrupted Blood”: quella volta che un bug ha creato una pandemia virtuale

E contemporaneamente, diventa uno spin-off del brano della rubrica madre “Shadow’s Play” relativo ai bug vintage, nato dopo il caso Crowdstrike. Vintage non saprei, col Corrupted Blood siamo al limite di quello che tutt’ora è retro (2005 contro il Game Boy Advance, 2001, considerato da Nintendo araldo del vintage).

“Corrupted Blood”: quella volta che un bug ha creato una pandemia virtuale

Il gioco era World of Warcraft, tra i più famosi multiplayer online, e una delle meccaniche del gioco erano i Raid. Ovvero la possibilità di unirsi in bande di giocatori per entrare nei Dungeon, caverne o palazzi controllati da un “signore del Dungeon”, un nemico assai potente e stracolmo di ricchezze e, collaborando insieme per la vittoria finale sconfiggere il “Raid boss” o “Signore del Dungeon” che dir si voglia per derubarlo di tutti i suoi averi.

Il Raid di Zul’Gurub era costituito per essere impossibile da battere con personaggi di basso livello e senza un briciolo di cooperazione.

Il suo signore, Hakkar the Soulflayer, arriva dopo aver sconfitto ben nove boss primari, e nella lore, la mitologia del gioco, è un possente stregone presunto morto da tempi immemorabili, richiamato in vita dai suoi seguaci e in grado di spargere una maledizione contagiosa, il Corrupted Blood, praticamente una pandemia.

La maledizione/malattia sottraeva un ingente numero di punti salute ai giocatori per 10 secondi, o fino a morte di Hakkar, e veniva trasmessa ai giocatori vicini. Se ad esempio il tuo personaggio fosse stato colpito dal miasma di Hakkar, un nuovo giocatore arrivato per aiutarti sarebbe stato indebolito e la sua forza vitale succhiata per darla al Signore del Dungeon.

Lo scopo era, ovviamente, rendere lo scontro più impegnativo indebolendo i partecipanti e rinforzando il Signore del Dungeon al volo, ma anche in questo caso intervenne un bug: il flag della maledizione non veniva resettato per animali da guerra e famigli dei giocatori.

Cosa accadde dopo?

Esattamente quello che abbiamo visto nella pandemia da COVID19, e vorrei fosse uno scherzo.

Gli animali infetti contagiarono gli NPC, i personaggi non giocabili che arricchiscono l’esperienza di gioco (mercanti, passanti…), i quali ovviamente non erano programmati per mostrare sintomi, ma erano comunque programmati, a causa della “svista originaria” per diventare portatori sani della pandemia.

I giocatori terminato il Raid si spostavano nelle città di riferimento delle stirpi dei loro personaggi, come Ironforge per i Nani e Orgrimmar per gli Orchi, allo scopo di ricomprare l’equipaggiamento danneggiato e sperperare i ricavi ottenuti da Hakkar.

In breve tempo i giocatori di basso livello cominciarono a vedere i loro personaggi di gioco morire sul posto, dato che, esattamente come la pandemia da COVID19 era assai più grave per i soggetti fragili, una maledizione nata per indebolire i personaggi di elevato livello mandava i personaggi di livello inferiore a zero (e con un tempo sufficiente, colpiva anche i giocatori di livello elevato, non essendovi la possibilità di “resettare la maledizione”).

Fortunatamente la morte per un avatar è uno stato meno permanente di quello di un essere umano reale, ma resta comunque fastidioso: le città si riempirono di ossa segnalini di cadaveri, i personaggi rinascevano in città più poveri del loro sudato equipaggiamento e soldi (lasciati col loro cadavere) per poi infettarsi e rimorire riperdendo in continuazione i loro averi e mortificando la loro esperienza di gioco.

Inoltre, l’equipaggiamento protettivo “seguiva” i nuovi corpi, ma danneggiandosi. In un numero sufficiente di morti, ti saresti ritrovato ridotto in miseria e senza equipaggiamento protettivo.

Effetti della Pandemia

Come nella pandemia abbiamo avuto orgogliosi novax pronti a filmarsi mentre scorrazzavano in luoghi pubblici senza mascherina, orde di troll decisero di partecipare al Raid di Zul’Gurub, o cercare di farsi maledire per infettare volontariamente il massimo numero di giocatori creando fastidio.

I giocatori virtuosi si organizzarono in modo non dissimile dalla pandemia: i giocatori di livello più elevato e i guaritori si recarono nelle città e negli agglomerati urbani per cercare di “curare la malattia”, ovvero rimuovere gli effetti nocivi, ignorando però che semplicemente avrebbero tenuto la stessa attiva.

Altri giocatori di livello inferiore invece non si arrischiarono, ma organizzarono veri e propri lockdown di fatto piazzandosi davanti alle città e avvisando gli altri giocatori che non conveniva entrarvi per i nuovi arrivati e uscirvi per i contagiosi.

Il timore di prendersi la maledizione e perdere i sudati bonus spinse diversi giocatori al distanziamento sociale di fatto, e persino nel mondo virtuale di Azeroth arrivarono i “negazionisti di Hakkar”, coi forum che si riempirono di teorie cospirative per cui il bug non esisteva, c’erano modi “alternativi” per sconfiggere il “corrupted blood” e Blizzard in realtà aveva creato apposta la “pandemia” per fare hype.

Conclusione

Nel giro di pochi giorni Blizzard provò ad introdurre una serie di patch, basandosi sul fatto che mentre le stesse venivano implementate i giocatori avrebbero rispettato la quarantena di fatto.

Esattamente come nella Pandemia da COVID19 questo non è accaduto: una settimana dopo Blizzard dovette resettare il server di gioco ricaricando uno stato pre-pandemico e riavviando tutto dopo aver reso permanentemente animali ed NPC non maledicibili.

Corrupted Blood divenne caso di studio per il CDC ed altri studi medici.

Blizzard cercò di introdurre nel gameplay eventi dedicati a questo come la “Peste del Re dei Lich” (un non-morto la cui anima è separata dal corpo putrescente in grado di uccidere i suoi nemici per rianimarli come non-morti al suo servizio) ma con scarsissimo successo e pessima recezione.

Nell’attuale Warcraft Classic Corrupted Blood arriva già con le sue patch e gli animali ne sono immuni.

E noi non abbiamo imparato niente.

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