Ci segnalano i nostri contatti un interessante esperimento di Bufala Voltron. Sapete quello di cui parliamo.
Vi avevamo parlato del concetto di Bufala Voltron, no?
Prendi quattro o cinque bufale già affrontate. Quindi già sconfitte di loro. Ma uniscile in un guerriero virale nuovo e ancora più possente
Otterrai una nuova Bufala, più forte della somma dei suoi componenti, ridiffusa dalle stesse persone che hanno condiviso la bufala originale venendo severamente redarguite per questo.
Se gli dirai di smettere di condividere ti risponderà qualcosa tipo
Ma tu hai sbuffalato quella di prima, questa ci sono più cose dentro, non voglio che mi mandi le sbuffalate vecchie, se non la sbuffali ora ho ragione io!
Ma in questo caso il Voltron è venuto deboluccio, ma è basato non già su bufale, ma su interpretazioni a casaccio di articoli volutamente fraintesi
Eccezionalmente, in alcune versioni della bufala, ricompare il mito di DEFENDER20, nella variante in cui i soldati americani erano già vaccinati. Così tanto vaccinati da sospendere tutti gli scenari attivi con lo scoppiare della pandemia.
Ed ora possiamo entrare nel dettaglio: era necessario raccogliere le fonti in modo chiaro, dato che chi ha creato la bufala conta sul fatto che l’utente medio, vedendo la foto di un post “proibito”, per pigrizia o livello socioculturale basso non cercherà le fonti, cosa che richiederebbe la fatica di inserire quei link manualmente. Semplicemente si “fiderà” di un post anonimo su Facebook.
La bufala esiste in due versioni: la foto di un post che a sua volta è la scansione di un foglio stampato, e la scansione di un foglio stampato con aggiunte cose a Photoshop.
Il tutto beceramente spacciato per un post proibito che Facebook cancella perché laggente non deve sapere!!!!11!!11
Come per tutti i Voltron, cominceremo smontando i leoni (da tastiera) pezzo per pezzo per abbatterli uno per uno.
Ne abbiamo parlato, e lungamente, qui, con l’aiuto della dottoressa Angela Rasmussen.
Semplicemente, SARS-CoV-2, il patogeno causa di COVID19, non ha alcun tratto che lasci solo pensare alla sua origine artificiale, e usare un laboratorio BSL-4 come fabbrica di virus è come usare la Stazione Spaziale Internazionale per costruire pistole.
Semplicemente un BSL-4 è il posto meno adatto del pianeta per costruire un’arma batteriologica o virale, e SARS-CoV-2 ha troppi elementi incompatibili con la sua creazione come elemento a rapida diffusione.
Davvero siamo tornati alle scie chimiche?
Pensavamo fosse assodato tra i complottisti che il COVID19 ama viaggiare in treno…
Celia a parte, siamo al complotto ricorsivo: ci si appoggia ad un altro complotto per sostenere un complotto. L’idea di aerei pieni di SARS-CoV-2 che svolazzano nei cieli è incompatibile con le modalità di diffusione della pandemia così come le abbiamo visto.
E richiede al complottista lo sforzo, quantomeno, di provare la teoria delle scie chimiche già rivelatasi fake news ai tempi della bufala dell’RNA Digitizzato.
Il citato Event 201 è una dettagliata simulazione di Ottobre 2019 che tratta di un ipotetico scenario di salto di specie dai suini brasiliani all’uomo.
Insomma, Bill Gates avrebbe, nello scenario complottista, semplicemente sbagliato specie, tempi e luogo, ma per gli autori del testo virale è la stessa cosa.
E l’avrebbe fatto perché aveva già creato SARS-CoV-2.
E, ovviamente, ha trovato giusto raccontare il suo piano nefasto a chiunque abbia tastiera e pollice opponibile.
Ora: è ovvio che una associazione che si occupa di prevenzione analizzi gli scenari più probabili. E dopo SARS, MERS, Influenza Aviaria, Influenza Suina ed i numerosi “salti di specie” è ovvio che:
Immaginate una rotonda in un paese, messa in una brutta posizione. Ogni due-tre mesi quindi capita un incidente. Vi è un comitato di quartiere che cerca di fare pressioni col sindaco per rifare la segnaletica, o modificare la rotonda, paventando il rischio di un grande incidente imminente.
Un giorno, purtroppo, un autobus pieno di turisti viene coinvolto in un incidente con decine di vittime: uno dei cittadini locali reagisce denunciando il capo del comitato civico accusandolo di essersi infiltrato nell’autobus per uccidere l’autista e provocare il rogo, adducendo come prova il fatto che erano anni che diceva ci sarebbe stato un incidente grave e questo vale confessione…
Quanto credito dareste al millantatore?
La situazione è la stessa: dopo decenni di epidemie probabilmente avremmo dovuto aspettarci l’ulteriore salto pandemico, e prepararci.
Avremmo dovuto ascoltare chi diceva di essere pronti al peggio, anziché ignorarlo prima e accusarlo poi.
Ma è inutile piangere sul latte versato: bisognerà andare avanti.
Nel mondo, diversi laboratori si stanno affrettando alla corsa al vaccino, come è bene che sia, data la necessità dello stesso per superare la pandemia definitivamente.
In Australia siamo arrivati alla sperimentazione animale, in USA al primo trial umano, Israele si dichiara fortemente ottimista.
Perché nella sfortuna abbiamo avuto fortuna: SARS-CoV-2 è un Coronavirus, che ha in comune alcuni elementi coi suoi cugini “anziani” SARS-CoV e MERS-CoV.
Possiamo quindi usare tutto quanto appreso studiando loro e portandolo nelle nuove ricerche.
Ciò nonostante, la stessa rivista che i complottisti citano ci ammonisce sul fatto che, anche chiedendo deroghe per “accelerare” la fase di test, non è affatto saggio né realistico accelerare di molto la timeline prevista di un anno.
Il proverbio “Misura due volte per tagliare una sola” si applica anche a farmaci e vaccini, e cose come le interazioni con altri farmaci, o quantomeno i salvavita, e la “tenuta” nel lungo periodo vanno senz’altro esaminate.
Quindi no, il vaccino non è “pronto”. Partiamo in vantaggio dai blocchi di partenza, ma non siamo a fine cosa.
Ripetete con me: non esiste il “farmaco che cura COVID19”.
Esistono farmaci che rendono più facile per un paziente superare i gravi sintomi e le complicazioni dovuti da COVID19 ed impedire la sua morte.
Resta, comunque, una situazione grave.
Abbiamo con successo sperimentato l’uso di antivirali per ridurre la carica virale nell’organismo, lasciando che l’infezione faccia il suo corso più rapidamente nell’organismo senza accumulare danno ulteriore in un corpo provato, e abbiamo anche sperimentato l’uso di farmaci regolatori della risposta immunitaria perché un sistema immunitario ipereccitato dalla malattia non cominci ad aggredire le cellule del suo stesso corpo.
La Clorochina è un altro antivirale che ha dimostrato nella pratica effetti simili al Remdesivir, contribuendo a ridurre la carica virale.
Non siamo alla cura per il Coronavirus, ma a qualcosa che può fare la differenza per un paziente ricoverato, riducendo la durata della degenza e quindi evitando gravi complicazioni.
Ma sono cose che stiamo scoprendo sul momento, e che sapevamo dove cercare perché abbiamo imparato da SARS-CoV e MERS-CoV come funziona un retrovirus.
Sostanzialmente, ricorderete tutti dalle vostre reminscenze di Esplorando il Corpo Umano gli episodi su DNA e RNA: quelli che rappresentano il codice genetico come un nastro con dei buffi omini seduti che viene tagliato e incollato da altri omini più grandi vestiti da operai.
Un virus nella nota trasmissione educativa veniva rappresentato come un vermetto con le braccine e la faccia antipatica che, estratto dalle sue viscere un suo nastro con dei suoi omini personali, afferrava un paio di forbici per sforbiciare via gli omini inseriti dagli operai nel corpo umano e inserire i suoi.
Come risultato, le “fabbriche” immaginarie del corpo umano avrebbero smesso di produrre altre cellule e cominciato a riprodurre altri vermetti con le braccine e la faccia antipatica: gli antivirali sostanzialmente distruggono quelle forbici, o meglio in questo le rendono ottuse e senza filo rendendo ai vermetti assai difficoltoso “lavorare” sull’organismo ospite.
In termine maggiormente tecnico si parla di ostacolare l’RNA Polimerasi: costringendo il SARS-CoV-2 a lavorare con forbici che dall’oggi al domani smettono di funzionare, cominciano a tagliare male o si trasformano da forbici ben diritte a forbici da stoffa a zig zaz prelevando omini sbagliati
Per l’effetto, il virus diviene meno efficace nella sua replicazione: i virus sopravvivono perché si riproducono assai più velocemente di quanto possano degradarsi e “cessare di esistere” (lo stesso concetto di “vita” su un virus è scarsamente applicabile: essi sono “qualcosa al confine della vita”).
Se lo privi o gli rendi malagevole riprodursi, la carica virale, ovvero il numero di virus che prendono il controllo delle cellule dell’organismo ospite per riprodursi crolla di colpo, portando al miglioramento.
Sapendo il meccanismo, l’unica incognita è trovare antivirali adatti, ed è quello che stiamo facendo.
No amici: lo studio parla di irraggiamento con ultravioletti.
Si parla della disinfezione per mezzo di UV-C, un particolare procedimento che richiede particolari lampade, e che usa radiazioni naturalmente bloccate dalla nostra atmosfera.
Sarebbe facile sostituire le lampade per la disinfezione a mezzo UV con il balcone della nonna: ma non è così.
La disinfezione UV è già usata con profitto per applicazioni come la disinfezione dell’acqua: se la richiesta radiazione fosse ubiquitaria nell’ambiente come dichiara la bufala avremmo un numero crescenti di casi di tumori degli occhi e della pelle.
È pur vero che, come ogni sindrome influenzale, a prescindere dalla sua gravità e contagiosità, le stagioni calde limitano il contagio, e nel passato molte epidemie sono rallentate nel periodo estivo.
Ma non bastano i “primi caldi” a fermare l’avanzata di una pandemia.
Qualcuno ha deciso di photoshoppare le infinite bufale su Defender20 in calce all’articolo, adducendo la bizzarra teoria per cui i soldati NATO arrivati erano vaccinati.
Così vaccinati da decidere di sospendere ogni esercitazione all’arrivo della Pandemia. E vi consigliamo di leggere la sezione della nostra pagina linkata per capire di cosa si tratta DEFENDER20.
Tra informazioni falsificate, mistificate, artefatte e modificate, vi consigliamo di lasciare l’nWo al colorato mondo del Wrestling.
E smettere di ritenere che un foglio o un monitor fotografato “perché Facebook ci censura” sia fonte di verità.
Anche Facebook sta facendo la sua parte per la lotta alle fake news. Come noi. Come tutti.
E tu, mio buon amico complottista che ti lamenti che Facebook censura i miei post: hai mai provato l’emozione di diventare una persona responsabile e, in tempi di crisi, provare a smettere di solleticare il tuo ego e smetterla di condividere bufale per provocare allarme sociale?
Seriamente, abbiamo tutti bisogno di un sincero atto di responsabilità: anche il tuo. Prima che sia troppo tardi.
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