Il Coronavirus creato in un laboratorio militare? Questo è quanto riporta Nurse Times in un articolo pubblicato ieri, 26 gennaio 2020, riprendendo un intervento di Paolo Liguori per TgCom24. Il direttore del TG Mediaset, infatti, ha parlato di una “fonte attendibile” che avrebbe contattato la redazione per comunicare che il Coronavirus sarebbe stato creato in un laboratorio militare per poi sfuggire al controllo.
La fonte citata da Paolo Liguori ha fornito un articolo del 2017 pubblicato su Nature con la firma di David Cyranoski, un articolo che troviamo ancora online. Cyranoski, in effetti, nel suo articolo parla del National Bio-Safety Laboratory sito a Wuhan, l’epicentro dell’emergenza Coronavirus che sta facendo esplodere le testate internazionali, anche in Italia.
Si tratta di un laboratorio di livello 4, dunque interessato alla ricerca sugli agenti patogeni più pericolosi con l’autorizzazione del Ministero della Salute cinese confermata nel giugno 2017. In nessun punto dell’articolo di Cyranoski si parla di laboratorio militare né di esperimenti segreti, in quanto esistono laboratori simili da almeno 15 anni sparsi tra gli Stati Uniti e l’Europa, dunque non abbiamo a che fare con una seconda Area 51.
Secondo l’ipotesi di Dany Shoham, ripresa da Paolo Liguori e comparsa sul Washington Times il 24 gennaio, il laboratorio di Wuhan sarebbe collegato a una rete di sperimentazioni militari su armi biologiche. Dany Shoham sarebbe un ex ufficiale dell’intelligence israeliana esperto di armi batteriologiche, e durante la sua intervista al Washington Times ha detto:
Alcuni laboratori dell’istituto sono stati probabilmente impegnati, in termini di ricerca e sviluppo, in armi biologiche, almeno collateralmente, ma non come struttura principale della politica di Pechino.
Shoham dice “probabilmente” e fa capire di non avere prove, ma soprattutto sostiene che le armi biologiche sono state tenute all’oscuro della stampa da almeno due anni. Ci ritroviamo a sottolineare che né Shoham né il Washington Times e soprattutto nemmeno Nurse Times né Paolo Liguori hanno la certezza di quanto riferito da Shoham che comunque si avvale della formula dubitativa.
Riportare dichiarazioni non verificate e ammettere di non avere fonti non possono essere le basi per diffondere un’informazione che, infine, tale non è. Come sottolinea Burioni nel suo comunicato è bene sempre attendere dati verificati ed evitare allarmismi anziché diffondere ipotesi. Il Coronavirus sta terrorizzando molti italiani proprio perché vi sono fughe di notizie non verificate che in troppi casi arrivano dalle redazioni più accreditate.
Sull’origine del Coronavirus non si hanno ancora notizie.
Non esistono prove sull’appartenenza del laboratorio di Wuhan a un progetto militare e tanto meno sulla creazione del virus nei meandri segreti di un centro di ricerca che, ripetiamo, non è segreto ma menzionato anche e soprattutto dalla stampa scientifica.
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