Vi abbiamo già parlato di quelle persone che persone che vogliono vedere il mondo bruciare. Persone assai meschine che sembrano godere nel seminare allarmismo quando è invece necessaria la calma. Persone che nell’oscena ricerca della “zingarata a tutti i costi” mettono in pericolo la sicurezza e la salute di tutti.
Come ad esempio chi ha redatto in fretta e furia la fake news Coronavirus, caso sospetto nella provincia di Lecce, con le stesse modalità esecutive del finto allarme a Parabiago e dell’allarme a Lecce
Sta girando proprio in questi minuti su WhatsApp un testo spacciato per fonte del Televideo.
Testo composto in fretta e furia, coi tipici errori presenti in tutte le altre bufale (Coronavirus è una parola unica, non due parole), nel triste tentativo di capitalizzare sui test effettuati su una turista piacentina a Rapallo, di cui si attendono ancora i risultati. Ma a destare sospetti è la stessa forma della screen a denunciarne la fattura artefatta.
Perché una screen “del televideo” dovrebbe essere in realtà una screen da cellulare?
Perché, ovviamente, lo è. E non è neppure il primo caso. Sappiamo bene che esistono app per Android che consentono facilmente di creare finte schermate del Televideo.
E sappiamo l’appeal che hanno in bufalari e viralizzatori: per molti anziani il Televideo è fonte di saggezza ricca di autorità e indubitabile.
E l’Anziano non nota l’eterno sottopancia “Viaggiare sicuri” in tutte le fake news create con tale app, il carattere difforme dell’intestazione dataria e le proporzioni schiacciate ed allungate da Smartphone.
Nota solo la parola Televideo, e diffonde l’allarme ammanitogli.
Riteniamo che, quantomeno per senso civico, sarebbe il momento di astenersi da simili creazioni.
Anche perché, come in molti casi simili, la screen è arrivata alle autorità competenti. Speriamo per la doverosa sanzione
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