Temevamo la presenza di QAnon nell’attacco vandalico (se non di più) al Congresso.
E purtroppo, la presenza di QAnon è stata confermata: nonostante una bufala di marca QAnon che vede in un individuo vestito con un costume a metà tra l’antico costume nativo americano, un costume da Rascal l’Orsetto Lavatore e l’Attila Flagello di Dio raffigurato magistralmente da Diego Abatantuono un “Antifa infiltrato”, abbiamo avuto modo di appurare in un nostro articolo, dati alla mano, di avere di fronte un fervente sostenitore di QAnon con numerose apparizioni in manifestazioni precedenti.
Il che, incidentalmente, viene a confermare quanto detto da noi in passato: il QAnonista medio è, sostanzialmente l’equivalente “delle ondate su ondate” di uomini mandati allo sbaraglio da uno Zapp Brannigan (il Patriota Q, o uno dei tali) a compiere anche atti imperdonabili per pagarne le conseguenze
Ma la presenza di QAnon non è servita a bloccare i lavori del Congresso come i suoi seguaci ritenevano.
Mentre scriviamo queste parole, i lavori del Congresso sono ripresi da almeno due ore, con uno sgradevole effetto collaterale per i QAnonisti.
A seguito della loro azione il numero di senatori Repubblicani inclini a contestare il risultato delle elezioni, già insufficiente a dare risultati di rilievo, è ulteriormente diminuito.
Probabilmente, proprio per discostarsi ulteriormente e condannare un gesto deprecato e criticato con somma fermezza dagli stessi esponenti Repubblicani che sembrano ora aver deciso di rifiutare ogni possibile associazione, anche collaterale, con QAnon e le loro istanze.
Apre la discussione la senatrice repubblicana Kelly Loeffler, che, abbandonata ogni velleità di discussione sui risultati della Georgia, ha dichiarato di ritirare ogni opposizione. Sconfitta al recente ballottaggio in Georgia, ha dichiarato “Non posso più, in tutta coscienza, obiettare alcunché alla certificazione dei voti”.
Segue il Senatore Josh Hawley, che ha cancellato un intervento sulle criticità del sistema elettorale decidendo che se vi sono sarà “un problema da affrontarsi in seguito”.
Il Senatore Daines, anche egli repubblicano, ha dichiarato che “Non possiamo consentire alla violenza attuale di impedirci di certificare le elezioni. Dobbiamo ripristinare la fiducia nel sistema elettorale”.
Unito alle precedenti dichiarazioni di Mike Pompeo, che come abbiamo visto si dichiara scettico al riguardo e destituito di ogni facoltà di ribaltare un risultato deciso dal voto, per una bizzarra eterogenesi dei fini l’azione dei QAnon è riuscita nell’esatto opposto di quello che si prefiggevano.
Riunire nella condanna bipartisan delle loro azioni Democratici e Repubblicani, e aprire la pista ad un Biden Pacificatore.
O forse, a loro va benissimo così, dato che come abbiamo dimostrato con un passato editoriale, la svolta “apocalittica” dei QAnon li vede passare da agenti attivi di una futura dittatura mondiale Trumpista a, sostanzialmente, poveri perseguitati politici autonominati in attesa delle prossime elezioni.
Al momento della stesura di questo articolo il voto in Arizona è già stato confermato senza alcuna contestazione.
Parliamo di una supporter di Trump, “MAGA” di ferro, che ha lasciato a Twitter un suo testamento spirituale con simboli dei QAnon tra cui il simbolo #WWG1WGA e un link ad un account Parler, quel social dove, nonostante la contrarietà degli admin, sembrano concentrarsi i pizzini di Q.
Tra gli obiettivi dell’ormai vittima vi era pervenire all’arresto di Mike Pence per Alto Tradimento, reo di aver dichiarato impossibile fermare con un gesto autoritativo le ormai imminenti (e sicure) azioni di convalida dell’elezione di Biden.
Spinta dalle teorie di Q, la stessa si è unita così alla protesta, purtroppo pagandone l’estremo prezzo, la vita, unendosi alla lunga lista di “sacrificabili da Q”.
Accusato dalle piattaforme, sostanzialmente, di alternare inviti alla calma con tiepide “giustificazioni”, che accomunano i manifestanti violenti a “patrioti” Trump si è visto entrambi gli account sospesi.
Twitter per 12 ore, Facebook per 24
Con rimozione dei contenuti
QAnon è riuscito nell’obiettivo di unire il pianeta nella sua condanna.
Da Macron in poi, fioccano atti di condanna verso il crudele e insensato gesto.
Sul fronte interno, Pence stesso ha rigettato la violenza che, come abbiamo visto, almeno ipoteticamente gli era stata rivolta, e cresce la fronda repubblicana pronta alla condanna.
Particolarmente sentite le dimissioni dell’addetta stampa di Melania Trump e un atto di condanna del Partito Repubblicano stesso, entrambe giustificate col distacco dalla narrativa del “Big Steal” e i suoi effetti sull’alimentazione della mitologia QAnonista.
Per il comitato repubblicano ogni bandiera americana apparsa durante la manifestazione è “nel nome di teorie del complotto infondate, un oltraggio alla Nazione ed ogni buon cittadino Americano dovrebbe esserne disgustato”.
Lindsey Graham, senatore Repubblicano, si è spinto a dichiarare la teoria per cui Mike Pence avrebbe dovuto fermare le elezioni di Biden un’offesa ai valori conservatori.
Sempre il Washington Post ventila l’ipotesi che a seguito dei moti Trump venga rimosso dal suo incarico perché la transizione passi nelle mani di Mike Pence.
Al momento è solo un’ipotesi, ma in questo scenario tutto diventa possibile.
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