Metà delle reclute riformate a Khabarovsk, ed è un nuovo record negativo in una campagna di reclutamento delle riserve che abbiamo visto essere nata col piede sbagliato.
Incrementare la coscrizione non è mai un segno di forza ma di debolezza: significa essere pronti a privare il tessuto sociale di uomini abili e attivi nella forza lavoro per nutrire la macchina bellica. Se infatti richiami personale militare tornato alla vita civile, con la possibilità di coscrivere nuovi civili, lapalissiano che alle tue fabbriche mancheranno operai, nei tuoi laboratori tecnici, nelle tue imprese professionisti e ci sarà abbondanza di carne da cannone da sacrificare per lo sforzo bellico.
Soldati che abbiamo visto nei capitoli precedenti rischiano di partire senza uniformi (ne sono “sparite” un milione e mezzo, forse mai esistite se non per profittare delle relative poste contabili), senza cibo (o con derrate che Soloviev ha equiparato al cibo rancido che nel film “La Corazzata Potemkin” ha spinto il soldato Vakulinchuk, ironicamente ucraino, a rivoltarsi contro lo Zar) e preda di un reclutamento casuale e schizofrenico con casi di individui vecchi e malati, giovani studenti inabili alla leva e altri scartabili reclutati per errori o screzi personali di un ufficiale pronto a mandare a morire persone per vendetta.
A Khrabarovsk si è consumato uno dei punti più bassi, ma ce ne sono altri in arrivo temiamo, di una coscrizione che più che dare gloria all’esercito Russo rischia di trascinarne con forza la reputazione nel fango.
Metà dei coscritti, secondo il governatore sono stati rimandati a casa, riformati per errata mobilitazione.
Una percentuale superiore a quelle registrate in altre regioni, che comunque hanno registrato risultati improponibili, come il 30% dei coscritti di Sakha risultati senza i requisiti necessari.
Report citati da Moscow Times inseriscono tra i riformati per assenza dei requisiti uomini affetti da malattie mentali incompatibili con la vita militare come la schizofenia e genitori caregiver di minorenni invalidi e privi di altro sostentamento.
Il tutto a fronte di un esodo tale da dividere l’Europa su cosa fare degli abili alla leva che tentano di varcare i confini Russi prima della coscrizione e casi come quello di Ivan Petunin, morto suicida dopo un videomessaggio temendo di rientrare nelle coscrizioni successive.
Uniti agli appelli di Soloviev e Simonyan, uniti per critcare i ceti ricchi della società, gli “imboscati” e invocando nelle madri di famiglia un afflato patriottico che le spinga a immolare i loro figli per il bene della Patria inviandoli al fronte.
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