Ci sono tanti dubbi sui social a proposito dell’autenticità di un articolo apparso sul New York Times con la firma di Paul Krugman, a proposito della gestione del Coronavirus da parte del Premier Conte e delle relative distinzioni tra il protocollo adottato in Italia e quello americano. Dopo alcuni trend molto chiari trapelati dai sondaggi politici sull’indice di gradimento nei confronti del Presidente del Consiglio, come vi abbiamo riportato nella giornata di ieri, occorre prendere in esame anche un’altra storia a quanto pare.
Partiamo col dire che l’articolo di Paul Krugman del New York Times, con ampi riferimenti alle scelte politiche e sanitarie da parte di Conte e Trump, contestualizzando il tutto al Coronavirus, sia assolutamente autentico. Potete consultarlo ancora oggi nella sua versione originale. Evidenziando in primo luogo che l’Italia abbia avuto lo svantaggio di dover affrontare per prima l’emergenza, le procedure attuate evidentemente sono state più efficaci da noi:
“A questo punto possiamo solo guardare con ammirazione il successo dell’Italia nel contenere il Coronavirus: ristoranti e caffè sono aperti, sebbene con restrizioni, è ripresa gran parte della vita normale, eppure l’attuale tasso di mortalità in Italia è inferiore a un decimo di quello americano. In un tipico giorno recente, più di 800 americani sono morti, mentre solo una dozzina di italiani sono deceduti per Covid-19“.
Sono stati poi elencati i vari elementi che avrebbero potuto rendere la situazione in Italia drammatica, a partire dalla lenta burocrazia al PIL che non cresce. Tuttavia, secondo Paul Krugman quando abbiamo avuto a che fare con il Covid-19, tutti questi svantaggi italiani sono stati compensati da un enorme plus: “L’Italia non era gravata dalla disastrosa leadership americana“.
In pratica, a detta di Krugman l’Italia si è mossa rapidamente per fare ciò che era necessario per affrontare il Coronavirus. Ha istituito un lockdown molto severo e lo ha rispettato. Gli aiuti del governo hanno contribuito a sostenere i lavoratori e le imprese attraverso il blocco. In un caso supremo di “non trumpismo”, il Primo Ministro Conte si è persino scusato per i ritardi negli aiuti.
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