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Comincia lo sciopero degli attori in USA: contro chi, cosa e cosa comporta

Comincia lo sciopero degli attori in USA, il primo dopo 63 in cui il sindacato degli attori e degli sceneggiatori decidono di entrare in sciopero in contemporanea, di fatto fermando l’intera macchina dell’intrattenimento nel momento più delicato.

Comincia lo sciopero degli attori in USA: contro chi, cosa e cosa comporta (fonte, SAG-AFTRA)

E quando parliamo di intera macchina dell’intrattenimento, intendiamo tutto il suo complesso, che va dalla scrittura di nuovi film o telefilm fino alla non meno importante macchina della promozione. Tutto fermo fino a conclusione dello sciopero.

Chi è coinvolto

Ovviamente il principale sindacato degli attori SAG-AFTRA e la Writer’s Guild of America (WGA) da un lato, l’Alliance of Motion Picture and Television Producers (AMPTP), ovvero l’unione di 350 produttori televisivi e cinematografici che comprende titani come Paramount Pictures, Sony Pictures, Universal Pictures, Walt Disney Studios, Warner Bros, le emittenti ABC, CBS, FOX and NBC) e servizi di streaming come Netflix, Apple TV+ e Amazon.

Tenendo presente che SAG-AFTRA ha come presidente e come personalità di spicco veterani come Fran Dresher (la Tata, per voi italiani) e stelle nascenti del piccolo schermo Rami Malek, contando che la totalità del cast di Oppenheimer, tra cui Matt Damon hanno deciso di cominciare a disertare da subito la promozione del loro film in sala per dedicarsi alla protesta, di fatto la paralisi è imminente.

Cosa vuole SAG-AFTRA

Cosa voleva WGA lo sappiamo già, una fuga dalla “gig economy” e un trattamento equo per gli sceneggiatori.

Uno dei tempi in comune tra WGA e SAG-AFTRA è il trattamento dei residuals, ovvero il saldo di quello che resta della monetizzazione dei diritti ad ogni ritrasmissione dopo il saldo delle agenzie di pubblicità.

Sistema parametrato sul modello della trasmissione televisiva, ma mai realmente aggiornato al sistema dello streaming, sistema che consente un forte risparmio per AMPTP ma non per i tesserati SAG-AFTRA e WGA.

L’attuale modello prevede infatti team di sceneggiatori più ristretti e costretti a lavorare in tempi concentrati per l’equivalente netto di meno denaro ed esaspera le disparità tra attori.

Non tutti gli attori sono stelle di Hollywood: per uno che riesce a sfondare, decine se non centinaia restano nella precarietà di piccole produzioni (anche qui, le produzioni “solo online” aiutano poco) con trattamenti economici tali da non poter supportarsi col solo lavoro da attori.

Ma oltre al trattamento economico appare in scena un nuovo problema: il problema delle AI.

Il problema delle AI

Chi è andato al cinema recentemente avrà già visto i primi segnali: le intere sequenze iniziali di Indiana Jones e il Quadrante del Destino sono composte da un giovane Indiana Jones ricreato in CG sovrapposto al corpo del vecchio Harrison Ford.

Una serie di psichedeliche sequenze in The Flash che non espliciteremo per evitare spoiler vedono apparizioni di George Reeves, Adam West e Christopher Reeve ricreati completamente in digitale per un “simpatico” cameo postumo, reso più amaro dal fatto che almeno due di quegli attori avevano dato in vita segni tali da desumere il loro minimo gradimento per tale operazione (Adam West no, ci avrebbe sguazzato come un pesce).

Sia il lavoro dello sceneggiatore che dell’attore sono fortemente insidiati dalle AI: tema ancora più “viscido” per l’attore in quanto di fatto è possibile per la major usare le AI per impossessarsi del suo dato più personale, ovvero viso e voce e usarli a piacimento.

Indiana Jones ringiovanito in CG in “Indiana Jones e il Quadrante del Destino”

Non è affatto una questione peregrina: esulando da Hollywood recentemente la doppiatrice inglese Erica Lindbeck è stata costretta a chiudere il suo account Twitter preso di assalto da orde di nerd furiosi perché la stessa aveva richiesto la rimozione di un progetto “fanmade” basato su una perfetta riproduzione via AI della sua voce che cantava il brano “Welcome to the Internet” di Bo Burnham.

Se un’orda di fan infoiati può impossessarsi di una parte fisica di te per usarla a loro piacimento, bullizzandoti perché osi richiederla, provate a pensare a quanto sia più forte l’asimmetria quando non è un’orda di inviperiti col potere di mandarti un’orda zerg in profilo ma le major con le quali dovresti lavorare o una volta hai lavorato e che di fatto potrebbero prendersi la tua voce e fattezze per sempre, anche dopo la tua morte.

Cosa comporta lo sciopero

Innanzitutto, quasi ci secca ricordarlo dato la banalità, niente show nuovi o nuove stagioni di show, e molti meno film nell’orizzonte futuro.

Show come House of Dragon, con attori legati a sindacati come l’inglese EQUITY potranno andare avanti, ma l’impatto ha già portato alla necessità di ridisegnare i palinsesti televisivi per far fronte alla riduzione delle novità.

Un colpo enorme è dato dal fatto che le regole dello sciopero SAG-AFTRA non solo impediscono agli attori partecipanti di recitare, ma di partecipare alla promozione attiva.

Un esempio diretto è dato dall’imminente uscita di Barbie e Oppenheimer, annunciatissimi film per quali avremo trailer e interviste registrati fino allo sciopero ma gli attori non potranno rilasciare nuove interviste sui progetti in corso (indenni generiche interviste agiografiche, ovvero sulla propria vita e carriera) o partecipare a nuovi eventi promozionali sui film in uscita.

Il San Diego Comic-Con rischia di perdere buona parte della sua attrattiva

Qui troverete un elenco completo delle serie che possono o non possono proseguire, o lo faranno senza promozione.

Buona parte del successo di un film o una serie televisiva o in streaming è la sua promozione: ad esempio l’aspettatissimo “Good Omens Stagione 2”, basato sull’ultimo libro del defunto Pratchett in collaborazione con Neil Gaiman dovrà partire in sordina senza alcun materiale promozionale o interviste con attori, sceneggiatori o lo stesso Gaiman, che ha deciso di prendere parte alla protesta.

Tra una settimana partirà il Comic-Con di San Diego, una delle più importanti manifestazioni di fumetto, animazione e telefilm in America. Pensatelo come Lucca Comics, ma mondiale.

Se la situazione non si sblocca partirà con “panel” vuoti dove attori e sceneggiatori, se presenti, non potranno fare altro che firmare autografi disertando eventi di lancio e rifiutando interviste.

Il che comporterà un danno immane alle major sia diretto che mediato.

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