Ammettiamolo, le fake news sono sempre esistite. Il diffondere pettegolezzi, il parlar male di qualcuno: la storia dell’uomo è piena di casi simili. L’era di internet ha amplificato questi atteggiamenti, li ha trasformati e ha reso il terreno fertile per coloro che vogliono diffondere disinformazione, ed in questo modo anche dirottare il pensiero degli utenti. Ed anche in questo periodo di crisi non sono mancate fake news e bufale sui social e su siti più o meno seri, articoli che anche in questo caso hanno creato ancora più confusione e in molti casi ha anche reso più difficile la diffusione di notizie serie e veritiere. Ma come si può combattere le fake news? E chi ci guadagna davvero?
Secondo le maggiori teorie sociali e politiche, controllando la popolazione attraverso una propaganda – molto spesso falsa – si ottiene un consenso illimitato. Nell’era di internet, il consenso viene cercato attraverso la diffusione di notizie clickbait, sensazionali, che attirano l’attenzione e danno autorità a chi la urla più forte. Un urlo metaforico sui social, naturalmente.
Ma non solo fake news: immagini, foto contraffatte, grafiche e slogan a non finire che riempiono bacheche degli utenti, molto spesso ignari del fatto che si tratta di falsi. È stato clamoroso il caso delle elezioni statunitensi e lo scandalo di Cambridge Analytica. Sono infatti soprattutto i social network i maggiori ricettacoli di fake news: tracciano i nostri comportamenti, creano una profilazione dell’utente e l’algoritmo mostra ciò che ritiene essere più in linea con il nostro pensiero, togliendo così la possibilità di confrontarsi e conoscere realtà diverse da quella che già conosciamo.
Ed in situazioni di emergenza come quella appena vissuta le fake news si diffondono a macchia d’olio, tant’è che si creano task force specifiche per cercare di arginare il problema. Sfocia in censura? No di certo, la censura di internet, dunque i blocchi imposti a determinati indirizzi IP e server sono metodi applicati in paesi come Cina e Iran, dove i cittadini devono usare delle VPN per aggirare il blocco e raggiungere i siti che vediamo anche noi. Difendere la verità d’informazione non è censura.
Cosa si può fare per combattere le fake news?
La prima risposta che viene in mente è informarsi correttamente e non credere a tutto ciò che viene pubblicato. Ed in parte è vero. Per combattere le fake news ci vorrebbe in parte una rivoluzione culturale sull’uso di internet e dall’altra basterebbe porsi alcune domande per evitare di cadere nelle trappole online:
A cosa servono queste domande? La gran parte delle notizie finte online sono create da troll e fabbriche di fake news che molto spesso non hanno il tempo e la capacità di creare contenuti ben strutturati, con fonti, correttezza grammaticale, immagini o infografiche.
Osservare questi dettagli vi possono già far capire che tipo di notizia avete davanti. Dopodiché fare una ricerca più approfondita e cercare altre fonti, vi confermeranno la falsità o veridicità della notizia.
L’altra parte ovviamente la devono fare le istituzioni e le grandi compagnie tecnologiche: non solo bloccando i profili troll che diffondono notizie false, ma anche garantendo un’educazione digitale per tutti.
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