Mettiamo le mani avanti e rispondiamo subito alle prevedibili accuse di clickbait: il titolo non è nostro, perché viene formulato sempre preponendo il tag (clickbait in questo caso) al titolo originale dell’articolo segnalato sul quale andiamo a fare la nostra verifica.
Ci hanno chiesto di approfondire la notizia, in realtà già datata, che riporta Attivo Tv: “Non mangiatene mai più per nessun motivo. Nessuno ne parla. Ecco cosa sta succedendo… “(archive.is):
Anche Esselunga dice no al foie gras.
Dopo Conad, Pam e Eataly anche Esselunga ha deciso di ritirare il foie gras dagli scaffali dei propri 150 supermercati e ipermercati presenti in Italia.
Una scelta influenzata anche dalla campagna #ViaDagliScaffali di Essere Animali, associazione animalista che promuove il veganismo e si batte per la difesa degli animali.
Che cos’è il foie gras?
Il foie gras è il fegato d’oca prodotto alimentando le oche con più cibo del necessario, con l’obiettivo di far ingrossare il fegato velocemente, in modo che abbia dimensione dieci volte superiore a quelle naturali.
In un altro articolo vi avevamo parlato di questo processo di produzione, riportando un’inchiesta di Animal Equality. Fabrizia Angelini, attivista di questa organizzazione, spiegava che “possono arrivare a vivere dieci, quindici anni, le oche e le anatre destinate alla produzione di foie gras vengono macellate a 4 mesi perché a causa delle dimensioni del fegato non sono più in grado di vivere, hanno problemi respiratori, gravi malattie. I pasti delle oche consistono in grano bollito nel grasso in modo da facilitarne l’ingestione, cosa che porta alla formazioni di grandi depositi di grasso nel fegato, proprio quello che viene ricercato dalla gastronomia”. (Fonte: www.fortesano.it/2016/11/06/foie-gras/)
Attivo Tv promuove una vita e una dieta sana non solo per noi, ma anche per gli animali, esseri viventi come noi che meritano cura e rispetto.
Per questo condanniamo le “scene terribili di animali confinati in minuscole gabbie, affetti da stress e depressione” documentate da diverse inchieste. E invitiamo i nostri lettori ad evitare il foie gras.
Prima di tutto una precisazione importante: non bisogna confondere il foie gras con il pâté di fegato (nonostante alcuni ricettari italiani online non facciano distinzioni). Il termine pâté indica genericamente che il fegato (o qualsiasi altro alimento) è stato ridotto ad una sostanza spalmabile, ma non implica che il fegato dell’animale sia stato sottoposto ad ingrassamento forzato (come nel caso del foie gras) con l’animale ovviamente ancora in vita (qui un articolo bilingue, francese e inglese, che spiega più nel dettaglio le differenze). Quello che si contesta del foie gras è il processo di alimentazione forzata a cui anatre e oche vengono sottoposte, e le condizioni in cui ciò avviene. Quindi quando parleremo di prodotto ritirato dal commercio, non stupitevi se troverete ancora sugli scaffali confezioni di pâté di fegato che vengono da una nutrizione “naturale”: qui si discute esclusivamente di foie gras. Le informazioni riportate nell’articolo di Attivo Tv (in realtà copia-incollato interamente dalla fonte citata) sono sostanzialmente corrette.
Il foie gras [fwɑ gʁɑ] (in francese significa letteralmente “fegato grasso”) è definito dalla legge francese come “fegato di anatra o di oca fatta ingrassare tramite alimentazione forzata (gavage)”.
Il foie gras è uno dei prodotti più famosi della cucina francese. Dato il suo altissimo contenuto di grassi (80%), è molto calorico e gelatinoso, e ha un sapore meno intenso dei normali fegati di anatra e di oca.
L’alimentazione forzata induce una crescita abnorme del fegato ed un aumento di grassi nelle cellule epatiche noto come steatosi. Questo fenomeno è stato interpretato come un adattamento naturale da alcuni esperti, ma come una reale patologia, la steatosi epatica, da altri.
Esselunga ha ritirato dal commercio il foie gras? Sì, e anche da diversi mesi: è proprio dalla pagina ufficiale di Facebook che è arrivata la conferma (archive.is):
Esselunga non è stata l’unica a ritirare il prodotto: Pam Panorama, Conad e Coop già a fine 2015 avevano preso una chiara posizione in merito, secondo l’articolo de Il Sole 24 ore “Gdo divisa sul foie gras: Coop la prima a bandirlo“. Lo stesso vale per Eataly: riportiamo un articolo de L’Espresso “Dalla parte delle oche, no al foie gras. Anche Eataly ci rinuncia“.
Ancora prima, ad inizio 2015 erano state raccolte oltre 320mila firme da quattro Ong (Albert Schweizer Foundation for our contemporaries, Compassion in World Farming,L214 e Peta Uk) e presentate alla Commissione europea da tre europarlamentari (David Martin, Stefan Eck e Anja Hazekamp) per fermare la produzione di foie gras in Francia, Belgio, Bulgaria, Spagna e Ungheria (Fonte: Ansa.it “Petizione contro foie gras, 320mila firme a Commissione Ue“). Sono questi gli unici Stati europei in cui è ammessa la produzione di foie gras (in Italia la produzione è illegale, ma non l’esportazione dall’estero, e la cosa vale per la stragrande maggioranza dei paesi europei).
In Italia la campagna è diventata famosa anche grazie al video realizzato da Essere Animali e Promoviendo el Veganismo, che lo stesso Attivo Tv riporta:
Questo video era stato poi rilanciato da diverse testate, come l’Huffington Post “Foie gras: anatre e oche maltrattate e ingozzate con un tubo per ingrassare in pochi giorni. La denuncia di Essere Animali (FOTO e VIDEO)“. Ma già nel 2012 il Corriere della Sera parlava di alternative non crudeli al foie gras, come il faux gras: “Arriva il paté salva-oche È vegetale e non ingrassa“.
Essere Animali ha anche lanciato anche un sito web tematico: Stop foie gras.
Lo studio della Commissione europea che si cita ovunque (Welfare Aspects of the Production of Foie Grasin Ducks and Geese) è datato 1998. Le conclusioni di un’analisi di circa 90 pagine sono piuttosto lapidarie:
8.2 Conclusion
The Scientific Committee on Animal Health and Animal Welfare concludes that force feeding, as currently practised, is detrimental to the welfare of the birds.
Ovvero: La commissione scientifica per la salute e il benessere degli animali conclude che l’alimentazione forzata, così come viene praticata oggi, è nociva per la salute dei volatili.
E ancora:
8.3 Recommendations
8.3.1. General statement
Force feeding is a technique that has been developed in order to produce a product, foie gras, that is highly appreciated and actively sought by an important number of consumers, especially in France, a country with a long tradition of foie gras consumption at festive events and is becoming more frequently consumed. However, the management and housing of the birds used for producing foie gras have a negative impact on their welfare.It should be noted that these are the only farm animal that are force fed and in some countries this procedure is prohibited.
The physical characteristics of foie gras and its composition are an important aspect of the value of the product. With current regulations it is not possible to replace foie gras by alternative products even though preparations made from livers of non force fed animals are on the market.
Since foie gras needs to be produced in order to satisfy the consumers’ demand, it is important to produce it in conditions that are acceptable from the welfare viewpoint and do not cause undue suffering. Consumers and producers should be informed of the effects of foie gras production methods on the welfare of the birds. Such information could promote appropriate changes in the industry. The traditional technique of force feeding has been substantially modified during the past thirty years to rationalise and industrialise the production of foie gras and increase profitability. This has impacted on the animal species that is submitted to the process, housing conditions, and food composition and delivery. These modifications have been introduced without paying attention to animal welfare considerations. There is evidence that not only animal welfare has not benefited from the change but that instead it has deteriorated. It is therefore important to assess the exact way animal welfare is affected by currently used force feeding procedures and to determine what can be done both immediately and in the longer term so as not to cause avoidable suffering.
Cioè:
L’alimentazione forzata è una tecnica che è stata sviluppata per ottenere un prodotto, il foie gras, che è largamente apprezzato e attivamente ricercato da un’importante fetta di consumatori, specialmente in Francia, un paese con una lunga tradizione di consumo di foie gras in occasioni celebrative, che si utilizza via via sempre di più. In ogni caso, la gestione e la custodia dei volatili utilizzati per la produzione di foie gras hanno un impatto negativo sul loro benessere.
Dovrebbe essere specificato che questi (anatre e oche ndr) sono gli unici animali da cortile che vengono nutriti a forza e che in alcuni paesi questa procedura è proibita.
Le caratteristiche fisiche del foie gras e la sua composizione sono un importante aspetto del valore del prodotto. Con le attuali norme non è possibile rimpiazzare il foie gras con prodotti alternativi anche se sono sul mercato pâté di fegato di animali non nutriti forzatamente.
Dato che il foie gras è prodotto per soddisfare la domanda dei consumatori, è importante realizzarlo in condizioni che siano accettabili dal punto di vista del benessere (dell’animale ndr) e in modo tale da non causare sofferenze inutili. Consumatori e produttori dovrebbero essere informati degli effetti dei metodi di produzione del foie gras sulla salute dei volatili. Informazioni di questo tipo potrebbero promuovere cambiamenti idonei nell’industria. La tradizionale tecnica dell’alimentazione forzata è stata modificata considerevolmente negli ultimi 30 anni (quindi dagli anni ’70 agli anni ’90 ndr) per razionalizzare e industrializzare la produzione di foie gras e incrementare i profitti. Questo ha avuto un impatto sulle specie che sono sottoposte al procedimento, sulle condizioni di custodia, sulla composizione del cibo e sulla consegna. Questi cambiamenti sono stati introdotti senza prestare attenzione alla salute degli animali. Ci sono prove che non solo la salute degli animali non ha beneficiato dal cambiamento ma che al contrario ne è stata danneggiata. Perciò è importante valutare il modo esatto in cui il benessere degli animali è affetto dall’attuale procedura di nutrizione forzata e per determinare cosa si possa fare sia sul breve che sul lungo termine per non causare sofferenze inutili.
Da anni si discute al Parlamento europeo sul divieto di produzione di foie gras: qui ad esempio abbiamo una interrogazione parlamentare di Hiltrud Breyer che risale al 2006, la cui risposta è stata (ne citiamo una parte):
The 1998 scientific opinion previously mentioned did not recommend the phasing out of the production of foie gras and the Commission has no new element that could support such an initiative.
Ovvero: L’opinione scientifica del 1998 precedentemente menzionata non ha raccomandato la cessazione della produzione di foie gras, e la Commissione non ha nuovi elementi che potrebbero avallare un’iniziativa di questo genere.
Non mancano comunque pareri positivi al consumo di foie gras (che rimane in ogni caso un prodotto di importazione legale in Italia), che vanno dall’importanza di un’industria che coinvolge una fetta non trascurabile di lavoratori negli stati in cui è ammessa, al fatto che il foie gras fa parte della cultura e tradizione francese e che quello prodotto a “norma” (e non nelle condizioni mostrate nel video di denuncia) non comporta le sofferenze che gli allevamenti intensivi non regolamentari implicano.
Noi di Bufale non vogliamo convincere nessuno a dirigere l’ago della propria bilancia personale di etica in una o nell’altra direzione, abbiamo solo raccolto dati ed evidenze riconosciute a livello europeo per far luce su una pratica indubbiamente controversa.
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