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Circolazione del Virus West Nile a Vasto: cosa c’è da sapere

Ci segnalano i nostri contatti un post del Comune di Vasto relativo a pratiche di contenimento del Virus West Nile. In realtà ottime pratiche, nonostante i commenti sembrino rifiutare il concetto base di una società civile: aiutare ad aiutarsi.

Il post chiede infatti collaborazione tra i cittadini, e ci tocca riscontrare che molti commenti invece sembrino chiedere una delega alle attività statali che, senza un briciolo di senso civico, non avrebbero senso.

Circolazione del Virus West Nile a Vasto: cosa c’è da sapere

Il Virus West Nile è da sempre stato oggetto di ogni sorta di fake news sin dai primi casi registrati in Italia, circa una ventina di anni fa, portati da uccelli migratori.

Il costante incremento dei caldi e il clima caldo-umido cui ormai siamo abituati anche in Italia hanno creato un ambiente eccellente per la proliferazione e la diffusione del virus.

Circolazione del Virus West Nile a Vasto: cosa c’è da sapere

Il bacino di infezione del virus sono gli uccelli migratori, e non come inferito da alcune bufale a sfondo xenofobo i migranti. Il mezzo di diffusione non è la zanzara tigre, ma la “nostra” zanzara comune notturna.

Cosa questa che rende anche le bufale a parte di “Bill Gates che crea le zanzare tigre in laboratorio” una grossolana fake news.

Infatti il Virus West Nile non può essere trasmesso da essere umano a essere umano, e neppure trasmettere il virus ad altre zanzare. La zanzara può trasmettere il virus all’uomo, l’uomo non può trasmetterlo a sua volta ad altre zanzare non infette e quindi fornendo serbatoio virale.

Ovviamente chiedere che “se ne occupi lo Stato e basta” comporta una serie di impossibilità: le Regioni e le autorità locali possono, come è stato fatto, far partire campagne di disinfestazione con lo spargimenti di larvicidi e insetticidi (sostanze che uccidono la zanzara adulta e le larve), ma non possono surrogarsi a quello che solo il cittadino può fare.

Ed io cosa posso fare se sono nelle zone interessate?

Ovviamente, non possiamo sterminare ogni uccello nel raggio di chilometri. Possiamo però provvedere a svuotare periodicamente ogni serbatoio di acqua stagnante che potrebbe altrimenti diventare un distributore di zanzare e larve.

Cambiare quindi spesso l’acqua agli animali domestici (cosa che è buona anche per loro), non lasciare all’infinito il “secchio di acqua del climatizzatore” a irrancidire, svuotare e riporre piscinette gonfiabili dopo l’uso, svuotare grondaie e non lasciare i sottovasi pieni di acqua.

Aiuterà molto usare piastrine antizanzare e repellenti per zanzare negli orari notturni, quelli di attività delle zanzare notturne italiane, e usare zanzariere e abiti adatti (bastano delle maniche lunghe e pantaloni lunghi per evitare di invitare le zanzare a divorarci in campeggi ed escursioni notturne).

Ogni precauzione che tiene lontani gli insetti aiuterà ad aiutarci.

Cosa comporta la malattia?

Come riportato da ISS, il periodo di incubazione dal momento della puntura della zanzara infetta varia fra 2 e 14 giorni, ma può essere anche di 21 giorni nei soggetti con deficit a carico del sistema immunitario.

La maggior parte delle persone infette non mostra alcun sintomo. Fra i casi sintomatici, circa il 20% presenta sintomi leggeri: febbre, mal di testa, nausea, vomito, linfonodi ingrossati, sfoghi cutanei. Questi sintomi possono durare pochi giorni, in rari casi qualche settimana, e possono variare molto a seconda dell’età della persona. Nei bambini è più frequente una febbre leggera, nei giovani la sintomatologia è caratterizzata da febbre mediamente alta, arrossamento degli occhi, mal di testa e dolori muscolari. Negli anziani e nelle persone debilitate, invece, la sintomatologia può essere più grave.

I sintomi più gravi si presentano in media in meno dell’1% delle persone infette (1 persona su 150), e comprendono febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino alla paralisi e al coma. Alcuni effetti neurologici possono essere permanenti. Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un’encefalite letale.

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