Acqua radioattiva nell’Oceano Pacifico? La pessima notizia viene direttamente dal Giappone. Il ministro dell’Ambiente Yoshiaki Harada, nel corso di una conferenza stampa ufficiale, ha affermato che la TEPCO, che gestisce la centrale nucleare di Fukushima dovrà versare nell’Oceano Pacifico più di un milione di tonnellate di acqua contaminata. La TEPCO sta raccogliendo in spessi contenitori di piombo il liquido radioattivo che negli ultimi 8 anni continua a fuoriuscire dai condotti di raffreddamento dei reattori. Una situazione instabile dal maremoto del 2012, oltre alla tragedia umanitaria, che nell’immediato ha prodotto più di 15 mila vittime umane, le conseguenze continuano a essere pagate dal Giappone e dai paesi limitrofi. Quello di Fukushima, infatti, si tratta del maggior disastro nucleare dopo Chernobyl.
Sono stati fatti dei test per mettere in sicurezza le barre di combustibile nucleare e sia stato messo a verbale un piano per lo spostamento e lo smaltimento delle barre di combustibile. La robotica sta facendo passi da gigante da questo punto di vista. Eppure delle operazioni di messa in sicurezza del reattore che sarebbero dovute iniziare qualche mese fa, neppure l’ombra. Ormai si trema all’idea che al prossimo terremoto le taniche contenenti l’acqua radioattiva possano danneggiarsi e riversarsi nell’Oceano.
Ma dopo il primo filtraggio l’acqua risultava contaminata ancora per l’85%. Serviranno altri due anni per terminare il ciclo di depurazione dell’acqua. Per questo Green Peace aveva lanciato un appello di sensibilizzazione a gennaio di quest’anno. La Corea del Nord ha sottolineato l’importanza della cooperazione internazionale per gestire al meglio la crisi nucleare. Proprio perché il Giappone non deve essere lasciato solo, sta organizzando tavoli di trattativa.
Tuttavia le parole del segretario di gabinetto giapponese Yoshihide Suga sembrano andare in direzione diversa da quelle di Yoshiaki Harada. Ha targato i commenti del ministro dell’ambiente come “personale opinione”. Il governo starebbe aspettando il rapporto degli esperti per prendere una decisione definitiva.
La conferma arriva da Repubblica, che tra le altre cose evidenzia in primis che fino al 2022 non correremo alcun pericolo, considerando il fatto che lo spazio per immagazzinare l’acqua radioattiva sarà sufficiente almeno fino al 2022. Si tratta, infine, di una sostanza diluita che non provocherà danni a contatto con la pelle, qualora il governo giapponese dovesse approvare una scelta del genere. Eventuali problemi si avranno solo ingerendola, fermo restando che sarà facilmente smaltibile con urina e sudore in poche ore.
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