Le immagini dell’arresto di B. Tarrant e del suo gesto dei suprematisti bianchi, terrorista assassino di Christchurch stanno facendo il giro della Rete: e anche lì, il nostro assassino mema.
Mematevi in mano e prendetevi a schiaffi, vi dicevamo provocatoriamente (ma neppure tanto) sulla pagina: ed ecco che scatta un dettaglio che alla stampa è sfuggito.
Il nostro mematore arrestato, un cervello intriso della subcultura nerd/alt-right/incel tipica dei chan, le imageboard dove tra una donnina animata tutta ignuda e bizzarre teorie su come guardare il maggior numero di cartoni animati nel minor numero di ore, continua a memare contento, sotto gli occhi di tutti.
Infatti abbiamo una foto, censurata come censureremo il suo nome perchè ci siamo disgustati di diffondere il suo volto di assassino nell’etere, in cui lo stesso si produce in un gesto che l’Huffington Post descrive come gesto dei suprematisti bianchi, omettendo parte delle sue origini
Anche questo gesto nasce come un meme, anzi un meme asceso.
Quel genere di meme che è arrivato ovunque perché i suoi creatori, beffandosi della Rete, hanno voluto spacciarlo per reale in una sorta di perverso esperimento sociale.
Lo scopo del meme del gesto dei suprematisti bianchi era, dichiaratamente, vilificare uno dei gesti più comuni della specie umana nel suo complesso, ovvero il gesto dell’ok, e spacciarlo per un gesto segreto dei suprematisti bianchi.
Lo scopo era crerare una teoria del complotto su cui incassare: ogni qual volta che il branco di mematori si fosse imbattuto in un soggetto a loro inviso intento a prodursi nel gesto dell’OK, rifacendosi alla teoria complottista da loro stessi creata, avrebbero avuto ottimo gioco a definirlo un suprematista e quindi vilificarlo agli occhi dei media mainstream.
I memes nascono così ormai, dal delirio politicizzato di agglomerati nerd che ormai fanno sfacciatamente politica nel modo più brutale, alla ricerca del privilegio che non hanno più nel mondo globale e che gli consentirebbe, ove conservato, di non dover tornare ad essere i vilificati musoni sfottuti nei licei per diventare vero e proprio braccio armato dei movimenti suprematisti.
Ed ecco il disgusto in una sua traduzione
Dobbiamo inondare Twitter ed ogni Social Media di spam, dichiarando che il simbolo OK è dei suprematisti bianchi. Create degli account fake con nomi di ragazzine bianche e scrivete ca**ate come “Oh mio Dio, è così veeeeeero!”
Usate tutte le emoticoni che volete. Sarebbe utile inventarvi una cosa come “Il simbolo OK è un simbolo dei suprematisti bianchi perché Mel Gibson lo usa”
Usate l’hashtag #PowerHandPrivilege in tutti i vostri tweet o altro legati a questo meme.
Punti extra se nell’immagine del profilo ci mettete qualcosa relativo al femminismo.
Quelli di sinistra hanno scavato sin troppo nella paranoia, dobbiamo vilificarli e renderli paranoici finché la società rifiuterà la loro mer*a!
Il Nerd, l’emarginato supremo nell’immaginario della generazione passata, vive ora la sua Rivincita dei Nerds (per citare un film caposaldo degli anni ’80 in cui un gruppo di Nerd emarginati e derisi si “vendica” umiliando i fortissimi e palestrati giocatori di Football del loro Liceo conquistando così la stima dei compagni di classe) aggredendo con ferocia disumana quanto virtuale chiunque si frapponga tra gli obiettivi che il suprematismo gli ha promesso.
Il Nerd non mema più da anni per essere accettato, per colmare col riso quello che non ha nella bellezza e nella forza fisica.
Mema per aggredire e vilificare, mema per diffamare le femministe, colpevoli a loro dire del loro scarso successo col gentilsesso, summa del loro represso desiderio sessuale schiacciato dal fatto che, al contrario del film citato, se una donna sceglie tra il musone inchiodato all PC a memare per la Causa e lo studente solare e sorridente ha delle ottime ragioni, mema per vilificare gli avversari politici, soldatino di una campagna elettorale virtuale sempre più grottesca tronfio che le sue capacità possano servire un nuovo padrone.
E quando i suoi memes raggiungono la persona sbagliata, uccidono.
Infatti, di lì a poco è comparsa in chi è caduto nella trappola dei *chan, la variante del meme dell’OK rovesciata, raffigurata, nella loro immaginazione, come l’unione del gesto dei suprematisti bianchi e della W di White Power.
E non solo!
L’intera azione omicida di Tarrant è così intrisa di memes dal trasfigurarsi in un colorato videogioco nerd pieno di violenza, brutalità e grottesca ecolalia dei memes più di successo.
Abbiamo già visto comparire tra le “insegne” del terrorista omicida il marchio Remove Kebab, tratto da un meme-canzuncella a sfondo platealmente xenofobo.
Segue, tra i proclami del tale, una versione riadattata del meme Navy Seal Copypasta, detto del Gorilla Warfare da uno dei tanti errori di battitura che esso contiene, che descrive l’Incursore di Marina come un violento superumano non dissimile dagli eroi dei videogames che, in numerosi copincolla apparsi sui *chan, descrive se stesso come in grado di rintracciare tutti i normies, i normali che parlano male di lui e dei suoi compagni di lotta grazie ad abilità surreali nel mondo reale per ucciderlo con grande brutalità vendicando la compagnia.
Scavando in tutta la produzione letteraria del Terrant potremmo evidenziare un lunghissimo elenco di memes, e lui ancora continua a rivomitarli in una costante bulimia.
E non alla strage di Christchurch si deve la pericolosità del Meme.
Gamergate, la guerra privata del Nerds contro le donne nel mondo dei videogiochi, un tempo ultimo feudo del ragazzino impacciato di cui sopra, Kelly Marie Tran, molestata in ogni ambito virtuale possibile per la colpa di essere un personaggio femminile diverso dall’immaginario “usuale” nel Nerd-dom di Star Wars e per finire Rotten Tomatoes, costretto a moderare recensioni su recensioni contro Capitan Marvel, basate non sull’aver visto un film record di incassi, ma sull’odio per un’attrice dichiarata femminista e ostile al Nerd-dom per la sola “colpa” di aver chiesto una sala stampa più inclusiva.
Era questo il prezzo della Rivincita dei Nerd?
È ora di dire basta: chi mema uccide anche te. Ditegli di smettere.
Non condividete più meme sputati fuori dai *chan, non diffondete le parole del Tarrant.
Riprendiamoci Internet, non più come fabbrica di memes e campo di battaglia, ma come strumento dove le regole del mondo reale valgono, eccome.
Per chi avesse bisogno dei memes per capire, eccone un ultimo
Forse, è ora di fermarsi.
È diventato virale, così tanto da avere persino un posto nella mostra al femminile della Lucca Comics appena trascorsa il…
L’Inter è riuscita ad acciuffare i tre punti contro il Venezia, dopo un match in cui il VAR ha avuto…
Ci segnalano i nostri contatti un video su TikTok che dovrebbe mostrare una statua di Lucifero a Torino. Il video…
La definizione di mansplaining da manuale è "l'atteggiamento paternalistico con cui un uomo cerca di spiegare ad una donna qualcosa che…
Ci segnalano i nostri contatti un post X di un profilo di Satira che adombra il caso di App Io…
Ci segnalano i nostri contatti una condivisione X che avvalora una teoria del complotto secondo cui l'alluvione a Valencia è…