Con l’autunno e la fine delle attività sportive e “libere” all’aperto ritornano le iscrizioni in palestra. E ritornano anche le notizie confuse, incrementate da intepretazioni “amatoriali” della normativa correntemente in vigore.
Apprendiamo infatti dal c.d. “Decreto del Fare 2013” che per le attività ludico-amatoriali non è più richiesto ad legem il certificato di perfetta salute. Ma molte palestre lo richiedono ancora, col corteo di postatori che chiedono lumi su ciò che ritengono essere un sopruso dei gestori delle palestre. Ma sarà davvero così.
Va innanzitutto distinto tra un obbligo di legge ed un obbligo contrattuale: la legge ti dice che non è più richiesto il certificato, ma attenzione, ciò non vieta ad eventuali palestre private di introdurre diversi requisiti all’ingresso.
Da fonte Ministeriale scopriamo invece che il certificato resta facoltativo e non obbligatorio, ed inoltre
In risposta alla richiesta di chiarimenti sull’applicazione delle nuove norme contenute nella legge 98 del 9 agosto 2013 in merito alla certificazione sportiva non agonistica e a quella per l’attività ludico motoria amatoriale, il Ministero della salute in una nota alla Federazione italiana medici di famiglia conferma l’abolizione dei certificati per attività ludico motoria-amatoriale e dei conseguenti accertamenti diagnostici richiesti dalla normativa abrogata.
Rimane l’obbligo della certificazione per l’attività sportiva non agonistica che si intende solo riferita alle attività sportive parascolastiche e a quelle appartenenti a Federazioni nazionali sportive che fanno capo al Coni.
L’esecuzione di ulteriori accertamenti, come l’elettrocardiogramma, per la valutazione clinica delle condizioni del paziente rimane alla discrezionalità professionale del medico certificatore.
Quindi possiamo già porre un primo spartiacque. Resta obbligatorio produrre il certificato medico per determinate attività sportive e per l’iscrizione a palestre facenti capo alle Federazioni Nazionali sportive presso il CONI. Troverete alcuni esempi presso le testate giornalistiche che hanno riccamente parlato dell’argomento, esemplificando che
Quindi, i vari corsi di calcetto, basket, rugby, karate, judo, nuoto o ginnastica artistica sono tra quelli per i quali serve la certificazione quando, come accade in genere, le strutture che li organizzano sono affiliate alle Federazioni di competenza che consentono poi anche lo svolgimento delle gare non agonistiche. “Anche chi partecipa ai Giochi sportivi della gioventù fino alle selezioni regionali e i tesserati Coni sotto i 12 anni e sopra i 45 devono presentare un certificato medico che però in questi casi è gratuito perché è a fini scolastici” spiega Scotti.
Teoricamente non dovreste fare certificato negli altri casi, esemplificati in:
tutti i corsi seguiti in proprio e finalizzati al mantenimento del benessere psico-fisico non è necessario il certificato. Qualche esempio? “Chi frequenta corsi privati di fitness, come l’aerobica o la sala pesi, il nuoto libero, la danza, lo yoga, il pilates e la ginnastica posturale – spiega il vicesegretario della Fimmg – è esentato dall’obbligo di certificato medico. Stesso discorso per i bambini in età prescolare che si avvicinano al nuoto con giochi in acqua”.
Lo scopo è evidente, e per affidarsi alle parole del Dott. Silvestro Scotti, Vicepresidente della Federazione dei medici di medicina generale
“Perché si parte dal presupposto che i centri affiliati alle società sportive o al Coni abbiano uno standard di preparazione atletica che mette il medico in condizione di certificare se un paziente è in grado o no di seguire i corsi” spiega Scotti. Per le palestre che non sono affiliate, invece, è l’istruttore che stabilisce liberamente il tipo e l’intensità dell’allenamento: “Ma il medico non ne è informato e non può quindi stabilire se il paziente è nelle giuste condizioni di salute per seguire quel tipo di allenamento”.
Escludiamo quindi dall’obbligatorietà del certificato medico i corsi “light”, come fitness, aerobica, pesistica, nuoto libero, danza, yoga e pilates.
Ma ciò significa davvero che l’esercente che vi richieda comunque il certificato stia compiendo un grave sopruso ai suoi danni? Niente affatto: tale accusa è sovente iniqua ed incongrua.
Lo scrivente, unitamente al Dottor Gianfranco Beltrami, medico sportivo e presidente della Commissione Medica ed Antidoping IBAF, vi ricorda infatti che molte palestre, in quanto imprese private, tendono a voler limitare i rischi connaturati al minimo. Tra questi rischi vi sono senz’altro gli incidenti che avvengono in palestra: chi si esporrebbe al rischio che un utente affetto da condizioni mediche occulte e sconosciute subisca un malore o danneggi se stesso, in modo anche grave, con mezzi e strumenti della palestra, rendendo necessari costosi procedimenti di accertamento della colpa e querelle giudiziarie per eventuali risarcimenti?
In realtà ogni struttura sportiva, anche se cade l’obbligo del certificato medico, può comunque richiederlo perché resta di fatto facoltativo. «Questo perché molte palestre e piscine sottoscrivono assicurazioni che rispondono solo dietro la presentazione di un certificato medico, che a questo punto per la struttura diventa necessario» spiega Gianfranco Beltrami, medico sportivo, presidente della Commissione Medica e Antidoping IBAF. «Quindi si possono verificare situazioni diverse in cui in una piscina per un certo corso vogliono il certificato, e in un’altra per lo stesso tipo di attività non è richiesto. Sotto il profilo della sicurezza e della salute sarebbe certamente più opportuno fare comunque una visita medica, ma certamente per attività ludico-motorie l’intenzione del ministro era quella di evitare un costo per il cittadino».
Un’assicurazione è pertanto una garanzia di sicurezza sia per l’utente finale che per la palestra: un incidente in palestra potrà essere rapidamente, ed in modo sicuro, diretto dall’assicurazione, la quale però, al fine di escludere le responsabilità del caso e pervenire ad un pagamento il più possibile rapido ed incontestato richiede la presentazione del certificato medico.
È quindi non già un obbligo di legge, ma un costo connaturato alla sicurezza: l’utente finale potrà comunque cercare una palestra che lo “tesseri” senza assicurarlo… ciò è ammesso, ma la cosa va valutata con attenzione.
Quale prezzo vi sentite di dare alla sicurezza vostra e dei vostri figli? Se un certificato medico è l’unica cosa che vi separa da un’assicurazione contro i rischi dell’attività sportiva, vale la pena negarsela?
Sopratutto, siete davvero certi di poter cominciare, o chiedere ai vostri figli di cominciare a praticare un’attività sportiva continuativa e, sovente, stancante, senza un controllo del medico?
Vi mettereste in viaggio senza prima far controllare la vostra autovettura da un meccanico? Se la risposta è no, perché dovreste lesinare sulla manutenzione del vostro corpo, una macchina ben più preziosa e priva di ricambi?
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