“Cedo protesi odontoiatrica, citofonare Taffo” è una di quelle cose che dimostrano in pieno perché tra i nostri collaboratori vi è chi è diffidente verso le “fabbriche del meme”.
Chiunque verrà nei commenti a difendere il suo diritto a memare, a chiederci protevo di farci una risata sarà pertanto oggi segnalato e bannato. Non ci sono scuse, non ci sono discussioni.
Su questo non transigeremo, e basta.
Così, in una delle fabbriche del meme, quei gruppi chiusi in cui si fa a gara a memare, a fare battute che niente di divertente e niente di umano hanno, ecco che si deride un morto. Nadia Toffa.
Partiamo da un presupposto fondamentale.
La satira è coraggiosa. La satira è il grido del popolo che si scaglia contro il Potente e con una risata ne ridimensiona la forza.
Il meme è meschino. Il meme è crudele. Il meme non ha coraggio, il meme è il carnascialesco riso del debole che si inchina al potente e prende a calci in faccia chi è ancora più debole di lui e chi non può difendersi.
La satira, a testa alta, accetta le conseguenze delle sue azioni.
Il meme, vile mezzo usato sovente con viltà per cause vili, spudorato necessita dell’aiuto del potente e dell’ideologia per sopravvivere, nascondendosi dietro i pantaloni e lo sottane dell’Ideologia del momento cercando di ottenerne legittimazione e potere.
Abbiamo detto, è morta Nadia Toffa. Chi vi scrive vuole risparmiarvi anche ogni forma di retorica: il cancro non è un avversario leale. Non puoi combattere ad armi pari contro il cancro, solo sopravvivere alla devastazione che crea nel tuo corpo, nella tua vita e nel mondo.
Morire di cancro, lentamente e giorno dopo giorno, è una delle morti più tristi possibili, dinanzi alla quale non possiamo che provare infinita pietà.
Ma come abbiamo visto, chi mema pietà non ne ha. Non ne vuole avere.
Più sleale di un Male Oscuro, il meme punta alla risatina facile ed al compiacimento dell’uditorio.
La potenza dell’Ideologia dominante, del click che ti rende famoso, la potenza del Giullare che si sente intoccabile perché le sue carnascialesche boutade rallegrano il Sovrano, la Bestia che vive nella Rete, e che mai potrebbe anche solo concepire l’idea di fare vera satira (perché così perderebbe l’appoggio del Sovrano).
E che talvolta non si trattiene dinanzi alla sua stessa hybris.
Un altro mematore è stato individuato. Un’altra fabbrica del meme svelata.
Qualcuno imparerà che #odiareticosta, voi tutti oggi imparerete che “memare” un morto non è bello né nobile.
Mematevi in mano e prendetevi a schiaffi. Ripetutamente.
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