Ma, come sempre, di tanto in tanto appaiono notizie che sembrerebbero avverare quell’idea. Titoli altisonanti che dichiarano che la vita nel cosmo è stata trovata, foto esibite come prove e la coda di commenti inneggianti a questa o quella cospirazione.
Il problema è che le prove al riguardo, al momento, sono inefficaci. Nulle, vane, ed inevitabilmente destinate a detrarre tempo e risorse alla vera esplorazione del cosmo.
Pensiamo alla recente esplorazione di Marte, resa possibile dall’invio delle due sonde Spirit ed Opportunity, la prima incapace ormai di inviare dati dal 2011, la seconda recentemente riformattata ed ancora operativa e pronta all’invio di dati utilissimi. Esplorazione dalla quale abbiamo raccolto dati importantissimi e preziosi… ma anche false speranze ed argomento di mille bufale.
La prima deriva dalle dichiarazioni di Charles Borden, in veste ufficiale di Amministratore della NASA, il quale ha dichiarato che:
“Mars is very Earth-like, or at least used to be very Earth-like. It is a sister-planet to Earth. It is the most likely planet in our solar system that had life at one time, may have life now and, we feel, definitely can sustain life. So, that’s the reason we chose it,”
“Marte è molto simile alla Terra, o, dico meglio, un tempo lo era. È un pianeta simile alla Terra. È il pianeta che più probabilmente in tutto il sistema solare potrebbe avere ospitato vita, potrebbe ospitare vita ora e, riteniamo, sicuramente può ospitare la vita. Ecco perché l’abbiamo scelto”
L’interpretazione della frase è evidente. Già negli ultimi anni le varie sonde inviate su Marte (non va dimenticato che oltre ai due rover Opportunity e Spirit Marte è stata oggetto di diverse analisi a mezzo satelliti) hanno individuato la presenza di ammoniaca nell’atmosfera Marziana, ed Opportunity è stato, ad un tempo, parcheggiato su un deposito sedimentario ritenuto compatibile con la presenza di mari, o distese di acqua. Infine, un meteorite Marziano ha rivelato tracce di vita… ma di certo non quella che aspetteremmo per il nostro “primo contatto”, bensì
an apparently unique pattern of organic molecules, carbon compounds that are the basis of life. We also found several unusual mineral phases that are known products of primitive microscopic organisms on Earth. Structures that could be microsopic fossils seem to support all of this.
Un pattern unico di molecole organiche, composti a base di carbonio, la base della vita. Abbiamo trovato anche delle strutture minerali che sono noti prodotti di orgaismi microscopici primitivi un tempo esistenti sulla Terra. Strutture che potrebbero essere fossili microscopici lo confermano.
Il significato della prima parte della frase di Borden è chiaro: Marte potrebbe aver ospitato vita, nel senso di potere, come la Terra, aver avuto un suo brodo primordiale, acqua e micro-organismi. Il condizionale resta, come sempre nelle scienze, un obbligo.
Ciò ci porta alla seconda parte: potrebbe ospitare la vita. Sì, potrebbe, ma la nostra. Non ci sono tracce di vita complessa su Marte, ma la presenza della possibilità che quei microscopici batteri vengano da Marte apre la possibilità al portare, con un’operazione che si prospetta lunga, costosa ed incerta, ma ormai ritenuta possibile, astronauti sul Pianeta Rosso in grado di sopravvivere per un periodo di tempo sufficiente almeno ad una piena e compiuta esplorazione, se non addirittura ad arrivare un passo più vicini al sogno di “Colonizzare le Stelle”.
Naturalmente c’è chi, omettendo alcuni elementi da questo ragionamento, ha frainteso ed ingigantito quelle frasi, trasformando delle tracce di micro-organismi minuscoli, probabilmente batteri, in esseri misteriosi ed in grado di produrre addirittura manufatti.
Come ad esempio quello raffigurato in alto, descritto da alcuni commentatori come una “Croce Celtica”.
Perché mai una forma di vita lontana nel tempo e nello spazio dovrebbe incidere “Croci Celtiche”, ovvero un motivo piuttosto specifico nel suolo Marziano non ci è dato di sapere. Ci è dato però avvalerci di un piccolo aiuto di Google Immagini e trovare la risposta offerta da alcuni commentatori americani:
Quello che vedete nella foto è lo Spettrometro parte dell’equipaggiamento dei Rover Marziani. Come indicato nel commento di cui all’articolo, potrete già individuare nelle prime foto un segno curvilineo vicino alla “Croce Celtica”, che “parte” dal sasso vicino alla picola croce.
La misteriosa “Croce Celtica” su Marte è pertanto, inequivocabilmente, il marchio impresso da una vite a croce di tipo Philips, di quelle usate per tenere insieme insieme lo Spettrometro a contatto usato dai Rover per le analisi del suolo.
Gli unici segni di vita intelligente presenti sul Pianeta Rosso pertanto sono quelli che noi esseri umani vi abbiamo portato, ovvero le nostre sonde.
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