Un articolo pubblicato il 2 luglio 2019 sul sito Il Patto Tradito riporta l’ordinanza di cattura dell’orso M49 firmata dal presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.
Come scrive Il Patto Tradito, l’orso sarebbe reo di aver depredato numerosi capi di bestiame e per questo la Provincia di Trento, nella persona di Maurizio Fugatti, ha firmato l’ordine di cattura per portare l’animale in cattività e scongiurare il pericolo. La decisione, leggiamo, sarebbe arrivata a seguito di un intenso scambio epistolare tra Fugatti e il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, che non aveva autorizzato la cattura nonostante le insistenze della giunta.
Come riportava l’ufficio stampa della Provincia di Trento il 28 giugno 2019, il monitoraggio su M49 è iniziato il 27 agosto 2018 con un radiocollare che ha permesso di seguire l’animale nei suoi spostamenti tra le zone del Chiese e della Bassa Rendena, e dunque di individuarlo come responsabile dell’uccisione di numerosi animali da allevamento (mucche e pecore). Le azioni di dissuasione non avevano funzionato, e per questo il 22 febbraio 2019 il presidente Fugatti aveva inviato una prima lettera al Ministro Costa con la richiesta di cattura dell’orso.
Fugatti faceva appello alle condizioni del Piano di Azione Pacobace, un documento (qui in formato PDF) del Ministero dell’Ambiente per la gestione dell’Orso Bruno sulle Alpi Centro-Orientali. Il documento, in sostanza, individua e categorizza i soggetti particolarmente pericolosi per il patrimonio e, una volta risultate inefficaci tutte le operazioni di dissuasione, afferma che: «Può essere consentita l’attivazione di azioni energiche comprese la cattura per captivazione permanente e l’abbattimento». Nella lettera a Costa Fugatti si riferiva, essenzialmente, alla cattura per captivazione.
Sempre secondo il comunicato stampa del 28 giugno 2019, il 15 aprile Fugatti ha inviato una seconda lettera al ministro Costa, seguita da una terza il 30 maggio e un’ultima il 27 giugno, ma dal comunicato si evince che dal Ministero non sia mai arrivata una risposta, e per questo Fugatti aveva iniziato a parlare di necessità di intervento urgente.
Il ministro Costa, alle insistenze di Fugatti, aveva risposto che l’azione di cattura doveva essere effettuata dopo una valutazione ufficiale da parte di tecnici sulla sua pericolosità e che quella della giunta provinciale di Trento figurava più come un’inutile forzatura. Soprattutto, il ministro ha negato l’assenza di risposte. Come scrive Il Fatto Quotidiano:
L’interlocuzione non è mai mancata anche se può capitare che i punti di vista possano essere differenti. Abbiamo risposto sempre attraverso atti amministrativi e nelle giuste sedi istituzionali.
Più nello specifico:
Sulla questione, il ministro è molto chiaro: il caso di M49 è da tempo studiato dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale. L’orso, ammette, è stato “confidente” con gli insediamenti umani, si è avvicinato ed è entrato, “in cerca di cibo, in strutture come una stalla e una casa estiva in quel momento non abitata”. Ma il punto è che per i danni è previsto un risarcimento, ma non la cattura. Sono “i tecnici specializzati e quindi l’Ispra che devono dare una risposta: l’orso è pericoloso per l’uomo? Si avvicinerebbe a una casa abitata? A una scuola, a un gruppo di persone in gita?”. Insomma, la delibera provinciale, senza un parere dei tecnici, non è valida.
La delibera, infatti, si faceva sempre più urgente dopo una considerazione dell’assessore all’Ambiente Giulia Zanotelli, che individuava in M49 il responsabile dell’80% dei danni causati dai grandi carnivori nel 2019. Fugatti aveva comunque assicurato che l’orso, a cattura avvenuta, sarebbe stato spostato in una situazione protetta e sicura per la sua incolumità.
Tuttavia la Giunta ha deciso per la sua cattura e l’1 luglio Maurizio Fugatti ha firmato l’ordinanza:
Si incarica, pertanto, il Servizio foreste e fauna della Provincia, mediante il Corpo Forestale trentino di procedere alla rimozione dell’orso M49, con la cattura per captivazione permanente, onde evitare il ripetersi di situazioni di pericolo per l’incolumità e la sicurezza pubblica.
M49 verrà catturato e rinchiuso in un recinto protetto. Fugatti ha commentato l’intera vicenda con una nota pubblicata l’1 luglio sulla sua pagina Facebook ufficiale:
Non si tratta di voler fare strappi, ma di prendere atto che la situazione è ormai insostenibile e che garantire la sicurezza di allevatori e cittadini in genere è un dovere primario, dal quale non ci si può sottrarre.
L’orso responsabile di una serie di predazioni ed incursioni nelle valli Giudicarie la cui cattura è stata decisa dalla Giunta provinciale nell’ultima seduta.
Abbiamo fatto tutto quello che si doveva fare seguendo il protocollo Pacobace e lavorando assieme a tutti i livelli istituzionali, con costanza, serietà e pazienza.
Ma adesso non possiamo più aspettare.L’articolo 52 dello Statuto di Autonomia Speciale della Regione Trentino Alto Adige Südtirol pone in capo al Presidente della Provincia i poteri in materia di sicurezza.
Noi siamo una Provincia autonoma e le prerogative della Autonomia intendiamo esercitarle. I nostri cittadini devono poter continuare ad avere fiducia nelle istituzioni e nella loro capacità di affrontare i problemi e risolverli concretamente.Nell’interesse di quel delicato equilibrio su cui poggia la convivenza fra uomini e grandi predatori.
Di conseguenza non ci fermeremo qui.
Anzi, abbiamo anche informato il Ministro, con una comunicazione ufficiale, che oggi il numero di orsi in Trentino è eccessivo rispetto al numero sostenibile dal nostro territorio. Anche su questo fronte auspichiamo un intervento del Ministro competente.
La trappola per M24, definita “a tubo”, è stata piazzata ieri 2 luglio. La notizia è dunque vera: il presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, ha firmato l’ordinanza di cattura per captivazione per l’orso denominato M49 nonostante l’invito del ministro Costa ad effettuare controlli più efficaci.
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