Indagini in Corso

Catania, trenta antifascisti aggrediscono 18enne di destra

Un articolo pubblicato sul Primato Nazionale il 22 marzo 2019 ci viene segnalato dai nostri lettori. Un 18enne militante di Assalto Studentesco, distaccamento giovanile della comunità identitaria Spazio Libero Cervantes di Catania, è stato aggredito nella mattina del 21 marzo 2018 di fronte all’Istituto De Felice di piazza Roma da parte di un gruppo di antifascisti.

I fatti secondo Il Primato Nazionale

Enrico Maccarone, questo il nome riportato da Primato Nazionale, si trovava di fronte all’Istituto per distribuire dei volantini prima che scoccasse l’ora di ingresso a scuola, per sponsorizzare una manifestazione in occasione dell’anniversario dell’Unità d’Italia. A quel punto sarebbero comparsi trenta ragazzi che avrebbero cominciato a colpirlo con pugni, calci e colpi di casco in pieno volto. Il Primato Nazionale riporta anche la testimonianza degli amici di Enrico, presenti durante il fatto:

(Non erano) ragazzi della scuola ma esterni, forse si è trattato di studenti che passavano di lì per unirsi al corteo organizzato da Libera per ricordare le vittime della mafia ed esprimere solidarietà ai migranti.

Enrico è stato dunque portato presso l’Ospedale Garibaldi nel quale i medici hanno riscontrato la frattura di uno zigomo e lesioni agli occhi e alle orecchie, con una prognosi di quaranta giorni. La Digos e la Questura, scrive sempre Il Primato Nazionale, stanno indagando.

Le altre testate

Su Catania Today, tra le prime testate locali ad uscire con la notizia – anche prima del Primato Nazionale – scrive che il ragazzo avrà trenta giorni di prognosi (non quaranta) e ci rimanda a una nota pubblicata sulla pagina Facebook di Assalto Studentesco alle 13:47 del 21 marzo:

Catania 21 marzo 2019 – Aggredito un giovane militante di destra da oltre 30 estremisti dei centri sociali di sinistra.

Scuola De Felice di Catania, stamani mentre svolgeva un volantinaggio sulle prossime attività di Assalto studentesco, sigla studentesca collegata allo Spazio Libero Cervantes, un giovane militante è stato aggredito da oltre trenta estremisti appartenenti a diverse sigle dell’estrema sinistra catanese e ai centri sociali.

“Se qualche vigliacco pensa di intimidirci con azioni mafiose – 30 contro 1 – si sbaglia. Nessuno di noi è solo, ha dietro i suoi fratelli e i militanti con cui condivide i sogni, le idee e i progetti. Non cediamo il passo a chi non ha idee su cui confrontarsi, ancora più forte di prima proseguiremo la nostra azione. Le fratture passano, l’azione infame di questi zoticoni di sinistra resta”.

I dottori hanno riscontrato una frattura dello zigomo. Trenta giorni di prognosi.

Sulla vicenda, come riporta Live Sicilia il 21 marzo, si è pronunciato anche il primo cittadino di Catania Salvo Pogliese:

Mi auguro che si tratti di un fatto isolato e che non si ripetano atti di questo tipo che rischiano innescare pericolosissime escalation. Chi ha ordito e messo in atto l’azione criminale si è assunto una grave responsabilità e spero che gli inquirenti individuano i colpevoli di questo penoso episodio, tanto più grave perchè avvenuto nei pressi di un istituto scolastico. Sono fatti che vanno condannati e ripudiati perchè alla violenza si deve sempre anteporre il rispettoso confronto delle idee e del dialogo; evidentemente qualcuno è rimasto fermo a metodi e sistemi di azione politica che speravamo fossero stati per sempre cancellati.

Live Sicilia fa riferimento all’Adnkronos, ma sull’agenzia di stampa non esiste riferimento alla vicenda. Tra le testate nazionali troviamo riscontro sul Secolo d’Italia (21 marzo alle 18:02) e sul Giornale (21 marzo alle 21:25), che tuttavia non riportano altri dettagli sulla vicendaIn Terris, ancora, il 22 marzo alle 15:18 riporta che Ansa Adnkronos hanno trattato la notizia, ma nemmeno in questo caso troviamo riscontro sulle due agenzie.

La solidarietà della sinistra, ma non si trovano riscontri

In TerrisLive Sicilia e un post pubblicato sulla pagina Facebook di Assalto Studentesco riportano che la Federazione Catanese dell’Associazione “Socialismo, Costituzione, Sovranità”, orientata a sinistra, avrebbe espresso solidarietà al militante. Riportiamo quanto scritto su Live Sicilia:

Piena solidarietà nei confronti di un giovane impegnato a diffondere idee e valori in cui crede, a prescindere dalla condivisione dei medesimi. L’aggressione compiuta nei confronti del giovane, peraltro particolarmente odiosa per le modalità con cui si è svolta non può in alcun modo essere giustificata con impropri richiami ad un pretese antifascismo. Riteniamo infatti, in piena aderenza con i principi ed i valori della nostra Costituzione Repubblicana, che il libero confronto delle idee sia alla base della dialettica democratica e del nostro ordinamento repubblicano.

Il problema nasce dal fatto che non esiste traccia dell’Associazione né su Facebook né sui motori di ricerca. La nota dell’Associazione, piuttosto, la troviamo tramite battitura del testo sul form di ricerca su Facebook. Il risultato arriva dal profilo Facebook di un giornalista di cui, per ovvi motivi, non riportiamo il nome. Vi riportiamo lo screenshot del suo post, pubblicato il 22 marzo alle 15:18:

La fonte citata, anche in questo caso, è l’Ansa ma ancora una volta non troviamo riscontro sull’agenzia e tanto meno troviamo traccia dell’Associazione “Socialismo, Costituzione, Sovranità”.

Intanto William de Vecchis, senatore della Lega, ha annunciato che presenterà un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno affinché la vicenda si approfondisca in Parlamento.

Le indagini in corso

Come riportato dalle fonti, le indagini sarebbero in corso da parte della Digos e della Questura. Non sono chiare, per il momento, le dinamiche dell’aggressione.

Aggiornamento del 26 marzo 2019, le versioni divergenti

Il 22 marzo 2019 il sito MeridioNews fa il punto della situazione e ci riporta le versioni divergenti di quanti avrebbero assistito all’aggressione.

Enrico, per esempio, non sarebbe stato solo mentre faceva volantinaggio:

  1. Alcuni compagni dello schieramento di Enrico Maccarone hanno riferito che quella mattina il ragazzo non era solo mentre distribuiva volantini, bensì si trovava insieme ad altri 10 ragazzi;
  2. Personale interno all’Istituto De Felice, invece, riferisce che i volantini venivano distribuiti da due ragazzi;
  3. Studenti di sinistra, dunque appartenenti alla fazione opposta a quella per la quale Enrico milita, riferiscono che i volantini venivano distribuiti da tre ragazzi.

Le divergenze continuano sul numero di aggressori che avrebbero colpito Enrico:

  1. Gli studenti di Assalto studentesco e affini, raggiunti durante il corteo, hanno riferito che gli aggressori erano trenta;
  2. Dagli studenti di sinistra, invece, riferiscono che 10 persone – non 30 – avrebbero aggredito Enrico.

La Questura e fonti interne della scuola, per il momento, non sanno ancora quantificare ma tutte le testimonianze concordano che uno schieramento era più numeroso dell’altro: «Gli accertamenti della Digos sono in corso, stiamo raccogliendo le testimonianze per comprendere meglio la dinamica». Il casus belli sarebbero stati proprio i volantini, in quanto i ragazzi di sinistra avrebbero tentato di strappare dalle mani quei fogli dai ragazzi di Assalto studentesco. Da quel momento si sarebbe accesa una discussione degenerata in spintoni e pugni. A quel punto Enrico sarebbe stato colpito ma nessuno sarebbe intervenuto per aiutarlo.

Secondo un testimone, i ragazzi di sinistra avrebbero puntato su Enrico in quanto il più acceso durante la collutazione: «Volevano i volantini, abbiamo detto di no e loro hanno aggredito lui». Il testimone, mentre lo scontro degenerava in rissa, riferisce che era di spalle e di non essersi accorto di ciò che stava succedendo.

Le indagini sono ancora in corso. Vi aggiorneremo sui nuovi sviluppi.

Aggiornamento del 31 maggio 2019

Come promesso, torniamo sull’argomento con nuove fonti che ci offrono il risultato delle indagini. Il 5 aprile le indagini della Digos avevano portato all’arresto di cinque minorenni, quattro ragazzi e una ragazza, che risultano indagati per «lesioni personali gravi in concorso con l’aggravante di aver agito con crudeltà, con armi ed utilizzando, più persona, caschi da motociclista», come riporta La Sicilia in un articolo del 5 aprile.

Catania Today, lo stesso giorno, conferma la notizia del fermo disposto per i cinque indagati, riconosciuti come autori del pestaggio. Il loro fine, secondo la stampa locale, era quello di impedire il corteo per la commemorazione dell’Unità d’Italia fissato per il giorno 22 marzo, successivo al giorno dell’episodio.

Una aggressione culminata con un pugno in pieno volto. Al ragazzo sono stati poi sottratti i volantini e, mentre il giovane era ancora a terra, molti lo hanno colpito al viso con caschi da motociclista pur  sanguinando vistosamente e sebbene chiedesse aiuto implorando di smettere.

Alcuni degli aggressori provenivano dai centri sociali “Liotru” e “Colapesce”. Per uno di essi è stato disposto il collocamento in comunità, mentre gli altri hanno l’ordine di stare in casa. Anche Il Giornale parla di 5 ragazzi, dunque non 30 come riportava Il Primato Nazionale. Non esistono, per il momento, altri aggiornamenti.

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