Quando è atterrata a Cagliari si è ritrovata con la carrozzina distrutta. È quanto accaduto ad Anita Pallara, 32 anni, affetta da atrofia muscolare spinale (SMA) all’aeroporto di Elmas-Cagliari dopo la partenza da Bari. Anita soffre di SMA dall’età di 3 anni, e da quell’età è costretta ad utilizzare una carrozzina per potersi spostare in autonomia. Oggi è presidente di FamiglieSMA, una onlus dedicata a quanti condividono la sua malattia. Il 7 luglio ha raccontato la sua disavventura sul suo profilo Facebook.
Martedì 6 luglio 2021 parto da Bari con il volo Ryanair destinazione Cagliari. Preparo tutta la documentazione richiesta per viaggiare con una SEMPLICE CARROZZINA ELETTRICA, pago un biglietto normale come tutti nonostante il mio (come quello di tutte le persone disabili) non sia un trattamento normale. Veniamo caricati quando e come decidono l’aereoporto e il vettore, ognuno con regole diverse, dobbiamo spiegare 100 volte che le carrozzine non sono bombe ad orologeria ma semplice carrozzine elettriche, difficilmente siamo chiamati passeggeri ma siamo sigle. Per l’esattezza io sono CHARLIE.
Mio padre (o mia madre) si occupano di organizzare la carrozzina pronta per essere imbarcata, stacchiamo i contatti, imballiamo il joystick, facciamo vedere come sbloccare e bloccare i freni per muoverla a mano.
Ryanair non ha uno spazio dedicato in stiva, le carrozzine vengono caricate come bagagli, come merce, nessuna attenzione verso una cosa SACRA.
Risultato arrivo a Cagliari e mi ritrovo con una carrozzina completamente inutilizzabile, sono lontana da casa, non mi posso muovere e la mia carrozzina nuova (aprile 2021) per un banale volo aereo è distrutta.
Le carrozzine non sono oggetti. È come se da ieri improvvisamente mi avessero tagliato le gambe e le braccia, senza avvertirmi, senza anestesia. È un dolore e una VIOLAZIONE dei propri diritti e del proprio corpo inimmaginabile.
Ora non so come evolverà la questione, so per certo che questa cosa deve finire.
Anita Pallara è stata intervista da Vanity Fair e ha spiegato che la sua carrozzina pesa 180 kg, e soprattutto è stata realizzata su misura anche nella sensibilità del joystick, personalizzato in base alla sua forza. Una volta appurato che il suo mezzo fosse danneggiato, Anita ha contattato l’azienda della carrozzina che le ha subito dato assistenza, nei limiti di un supporto a distanza.
Allo stesso tempo Anita ha fatto una segnalazione di reclamo all’aeroporto di Cagliari, mentre l’azienda Aeroporti di Puglia le ha subito dato supporto.
Sono bloccata a Cagliari, non posso muovermi e sto seduta molto scomoda, infatti ci resto pochissimo. I miei genitori mi devono spingere per potermi spostare (200 chili in tutto). La ditta della carrozzina, vista l’emergenza, mi sta mandando un joystick sostitutivo, sperando di arginare la situazione almeno per la vacanza.
Vanity Fair le chiede come si potrebbe migliorare il sistema dei viaggi per le persone con disabilità, e Anita risponde:
Sicuramente uniformare le normative su tutto il territorio europeo. Non è possibile che ogni aeroporto abbia un modus operandi sempre diverso, con regole e richieste ogni volta diverse. Questo crea veramente caos e non garantisce niente.
Repubblica, Bari Today e altre testate scrivono che Ryanair ha risposto alla denuncia di Anita Pollara. A contattare la ragazza è stata Lorna McGuinness, senior customer service agent della compagnia low cost irlandese, che con una telefonata e un’email si è scusata per il grave disservizio e per il danno causato alla carrozzina.
Ryanar ha offerto ad Anita la possibilità di ricevere una carrozzina sostitutiva, ma la ragazza non ha potuto accettare in quanto ha bisogno di un mezzo realizzato su misura. L’azienda si è anche offerta di organizzare il volo di ritorno in sicurezza.
Nella serata del 7 luglio, dunque diverse ore dopo il primo post di denuncia, Anita ha riportato sui social che, qualora il joystick sostitutivo non dovesse funzionare, organizzerebbe il rientro a Bari per poi recarsi subito a Roma presso l’azienda fornitrice della sua carrozzina per una stima dei danni. Nel frattempo si è rivolta a un avvocato.
Dopo l’arrivo del joystick sostitutivo (ieri, 8 luglio), Anita si è accorta che il cavo di collegamento era rotto, per cui si è trovata costretta a fare un cablaggio di emergenza. La ragazza ha documentato tutto su Facebook:
Abbiamo avuto però purtroppo conferma che il telaio della carrozzina è stato completamente danneggiato, la carrozzina quindi non è più stabile e pende tutta a destra. Questo ovviamente mi comporta una grandissima scomodità fisica, ai limiti del gestibile. La carrozzina è talmente storta che la pedana di destra non può più essere inserita.
Questo vuol dire che non posso stare seduta, a questo punto l’unica soluzione è andare a Roma e recuperare la mia vecchia carrozzina che fortunatamente è ancora funzionante.
Devo capire come partire e come organizzare i vari trasferimenti. Ovviamente tutto ciò ha un costo e tutto ciò è profondamente ingiusto e chi è responsabile dovrà pagare.
Come lei stessa precisa, la carrozzina distrutta non è sostituibile in quanto tutti i dispositivi sono stati realizzati millimetricamente nel rispetto delle sue esigenze.
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