Editoriale

Carenza di antinfiammatori a base di ibuprofene (specialmente pediatrico)

Continua la carenza di antinfiammatori a base di ibuprofene (anche pediatrico). Le cause sono al momento in corso di esame, ma si fa avanti lo spettro del caso di Zitromax, sia pur con le evidenti differenze del caso.

Caso di cui parlammo in un nostro precedente articolo, nel quale nel pieno dell’ondata COVID19 di gennaio un rigurgito di “fai da te” e complottismo portò eserciti di contrari alle “cure mainstream” a sconfiggere Big Pharma ingollando antibiotici prodotti da Pfizer stessa.

All’epoca si diffuse infatti la teoria per cui lo Zitromax, un antibiotico, avrebbe curato i sintomi di COVID19. Ovviamente falsa, nata dal fatto che tra le infezioni opportunistiche che possono colpire un organismo prostrato da una forma grave di una malattia virale possono esservi anche di batteriche.

Per il motivo per cui in una città prostrata dal crimine diverse gang potranno proliferare e non solo una.

Sono passati i mesi, siamo nel pieno di una nuova ondata COVID19, sospesi tra pandemia ed endemia, e la storia sembra ripetersi.

Dall'”affare Zitromax” alla carenza di antinfiammatori a base di ibuprofene

Racconta un farmacista ai microfoni di La Repubblica

“I pazienti arrivano dicendo che il medico, o l’esperto, ha raccomandato ibuprofene. Mi sembra una cosa strumentale, bisogna vendere tutte le molecole e ora è il turno di questa”, prosegue il farmacista che anzi, traccia una distinzione tra paracetamolo e ibuprofene. “Quando si ha la febbre il paracetamolo è più indicato perché provoca sudorazione, mentre l’ibuprofene è più indicato per i dolori”.

Questa volta va detto che la storia è diversa: l’ibuprofene effettivamente ha un suo senso come antipiretico e anti-infiammatorio, che lo Zitromax non aveva affatto.

Resta il fatto che attualmente c’è una forte richiesta, e c’è carenza di stock a livello delle fabbriche.

A soffrirne, ovviamente, il pubblico che necessità del farmaco in via quotidiana e non solo emergenziale.

Le ondate pandemiche infatti restano un problema anche se grazie ai vaccini abbiamo ridotto moltissimo la mortalità anche per questo.

Riducono e tolgono risorse, sia ospedaliere che farmaceutiche, ad altri pazienti. Pazienti pediatrici, ma anche sofferenti di abituali mal di testa e cefalee e donne vittimi di cicli mestruali particolarmente dolorosi.

Le farmacie al soccorso

Il Presidente della Fofi ricorda che le farmacie possono ancora allestire il preparato, tamponando quindi l’emergenza.

Che speriamo si risolva presto, ricordando che in regime di scarsità dovrebbe prevalere un senso di solidarietà.

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