Burioni contro Le Iene, un match giudiziario che dura da gennaio. Match interessante non solo per i risvolti tra le parti, ma perché destinato a “fare giurisprudenza”, come si dice.
Premessa: sappiamo benissimo che non siamo in un poliziottesco americano. Non esiste la “giurisprudenza” nel senso degli ordinamenti di Common Law in cui una sentenza entra nel corpus normativo.
Esiste la Giurisprudenza nel senso, e non ce ne vogliano i giuristi al monitor per la semplificazione, di una domanda molto intelligente posta alle Corti che trova una risposta altrettanto acuta.
Risposta quindi destinata ad essere studiata, approfondita, esaminata e tenuta di gran conto tra gli addetti ai lavori di tutti i settori coinvolti.
Sostanzialmente, la differenza tra lo studente sciocco che alza la mano per chiedere se può avere una fetta di bresaola a merenda e quello intelligente che pone la domanda giusta.
La domanda in questo caso era è giusto procedere al sequestro preventivo di un intero servizio contenente informazioni ritenute diffamatorie? La risposta data dalla Suprema Corte è sì. Ma andiamo con ordine.
La storia comincia nel Giugno del 2020.
Per essere precisi, con un servizio del nove giugno, ora non più reperibile online o su piattaforme streaming a causa del sequestro, nel quale la trasmissione dichiara l’esistenza di un conflitto di interessi del noto medico e divulgatore scientifico, evidenziando una presunta collaborazione con una ditta farmaceutica per la produzione di anticorpi monoclonali.
La risposta del medico non si fece attendere:
Non ho alcun rapporto di consulenza con aziende farmaceutiche, cioè che producono o commercializzano farmaci di ogni tipo, inclusi anticorpi monoclonali. Tanto meno ne detengo partecipazioni societarie e tanto meno sono un “produttore di anticorpi monoclonali”. Sfido chiunque a dimostrare il contrario. Il mio rapporto con Pomona Ricerca (e in passato con Fides Pharma) è quello di consulente scientifico su temi precisi e definiti, tra i quali non rientra COVID-19, come potrò facilmente dimostrare. Ma Pomona Ricerca e Fides Pharma non sono aziende farmaceutiche, nel senso che non sono aziende che producono o vendono farmaci. Sono invece piccole imprese di biotecnologia che tentano, collaborando con ricercatori, di scoprirne di nuovi. Di ben altra grandezza sono le multinazionali e gli organismi di ricerca che hanno già isolato (e brevettato) anticorpi monoclonali potenzialmente utili contro COVID-19 e penso sia inutile affermare che tra gli inventori di questi brevetti e gli scopritori di queste molecole io non ci sono.
Gli strascichi ci furono, e seguì alla denuncia il sequestro preventivo.
Sequestro preventivo che rientra tra i provvedimenti anticipatori e cautelari.
Sostanzialmente, atteso che un procedimento penale ha i suoi tempi, sovente abbastanza lunghi data la materia complessa di cui si tratta, si prendono le misure necessarie per cui il danno paventato dal denunciante/querelante non perduri per tutto il tempo della causa.
Essendo il danno paventato sostanzialmente un caso di diffamazione aggravata dalla pubblicità del mezzo, il mezzo per evitare l’aggravante di quel danno era interrompere la diffusione del video.
Cosa ottenuta col sequestro, ovvero il ritiro dello stesso.
Ritiro a cui le Iene risposero con una sorta di lettera aperta, sollecitando nuovamente Burioni a replicare alle loro domande, arrivando così a gennaio 2021.
Lettera alla quale il medico lasciò la risposta fosse fornita in tribunale: del resto l’unica risposta possibile con un procedimento penale in corso l’aveva fornita a commento dell’avvenuto sequestro
“Le Iene hanno raccontato su di me grottesche bugie su miei inesistenti interessi nel campo di anticorpi monoclonali anti-COVID-19, generando nei miei confronti un clima di intenso odio pubblico. Il loro metodo è stato quello di diffamarmi prima, senza neanche ascoltare la mia versione; e poi insistere pubblicamente pretendendo un confronto”
Nel frattempo Le Iene hanno attivato tutte le forme di gravame contro il provvedimento di sequestro.
Abbiamo scoperto oggi senza successo alcuno
Come annunciato dal virologo
La lezione che ci insegna è che un servizio televisivo non gode delle esenzioni al sequestro relative alla stampa. Cosa che già avevamo appurato coi blog.
I servizi televisivi anche in streaming si uniscono ora a blog, forum, newsgroup, mailing list e social network, tra gli strumenti che non rientrano nella nozione di “stampa” e, conseguentemente, non possono godere delle guarentigie costituzionali in tema di sequestro previste dall’articolo 21 della Costituzione a tutela degli stampati.
In secondo luogo sappiamo che non si possono ottenere sequestri a macchia di leopardo.
Se un servizio è costruito per difendere una tesi oggetto di procedimento penale in quanto ritenuta diffamatoria (in questo caso l’invocato “conflitto di interessi”), ed è composto da parti in cui si sostiene la posizione oggetto di procedimento ed altre parti che la “rinforzano e sostengono”, non ci si può limitare a tagliare la prima lasciando le seconde.
Secondo quanto ci riporta Agenda Digitale da estratti del provvedimento
“Ha ritenuto la Cassazione che la pluralità di passaggi delle trasmissioni in questione che pur non afferivano direttamente al nucleo essenziale della comunicazione diffamatoria, potesse risultare rafforzativa ed amplificare la diffamazione.
I giudici hanno osservato che «anche le altre critiche mosse nel corpo delle due trasmissioni al prof. Burioni appaiono finalizzate a sostenere il corpo centrale delle tesi (diffamatorie) esposte nei suoi confronti dando spesso dati falsi […] o distorcendone il senso»; in altra parte della motivazione dell’ordinanza impugnata, sono riportati alcuni sottotitoli che “scorrevano” nella trasmissione e recanti la frase «Burioni quando parla di scienza ha un conflitto di interessi», nonché il rilievo circa il “montaggio” strumentale di contributi di altre persone valutato dall’ordinanza impugnata come idoneo a «moltiplicare l’effetto diffamatorio» della trasmissione.”
Se l’intero montaggio sostiene una tesi oggetto di procedimento per diffamazione, l’unica cautela possibile è “ritirare” tutto il servizio, non limitarsi a “depotenziare” l’effetto lesivo.
Il match di Burioni contro Le Iene prosegue, ma con una grande vittoria incassata per il virologo.
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