BUFALE PASQUALI Dal prossimo anno niente più Agnello sulle tavole degli Italiani e l'appello di Papa Francesco – Bufale.net
Ne circolano di tutti i colori, soprattutto da parte dagli attivisti in difesa degli animali. Parliamo delle bufale sull’agnello che tornano puntualmente nelle festività pasquali.
L’anno scorso, precisamente il 14 aprile 2014, il noto sito satirico Corriere del Mattino pubblicò un articolo intitolato “Dal prossimo anno niente più Agnello sulle tavole degli Italiani, ecco il PERCHE’” citando addirittura una presunta sentenza shock del “Tribunale Nazionale Italiano”:
Vietata la vendita e il consumo degli agnelli per Pasqua 2015 – Multe Salate per i trasgressori – Sentenza
La sentenza shock del Tribunale Nazionale Italiano che ha vietato su tutto il territorio nazionale LA VENDITA E IL CONSUMO DEGLI OVINI DI ETA’ INFERIORE AI 15 mesi (agnelli e capretti) dal 2015 promossa dall’Associazione Anti Macellazione Animali
A seguire il testo della presunta sentenza:
REPUBBLICA ITALIANA
IN NOME DEL POPOLO ITALIANO
Il Tribunale
(Sezione Terza)
ha pronunciato la presente
SENTENZA
su proposta della A.A.M.A. (Associazione Anti Macellazione Animali) contro
la L.N.M. (Lega Nazionale Macellai)
per il divieto richiesto con provvedimento 903.2013 n. 7237/13, con il quale si vuole impedire la macellazione e vendita di ovini di età inferiore a 15 mesi (nella fattispecie agnelli o capretti).
Visto il ricorso, notificato il 12.3.2014 e depositato presso la Segreteria il 15.3.2014, con i relativi allegati;
Visto la Legge 281 del 14 Agosto 1991 “Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo” pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana del 30 agosto 1991, Art. 1 comma 1. – Lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali di affezione, condanna gli atti di crudelta’ contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono, al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente,
visti gli atti di costituzione in giudizio;
visti gli atti tutti della causa;
Relatore nell’udienza pubblica del giorno 23 dicembre 2013 il dott. Abramo Agari;
nessuno è comparso per la parte ricorrente;
Questo Tribunale
VIETA
La macellazione, la vendita e il consumo di ovini (pecore e capre) di età inferiore ai 15 mesi dal 1 Gennaio 2015 su tutto il territorio nazionale; altresì è assolutamente vietata la preparazione, il consumo e la vendita di tagli, scarti e interiora per la preparazione di involtini (fegato, polmone e rognone in budella) stretti all’interno del budello di agnello oppure di capretti, delle dimensioni di circa 5 centimetri, insieme a qualche foglia di prezzemolo gigante e carosello (semi di finocchio selvatico). Sono vietati inoltre le varianti della tradizione delle varie regioni, quali nghiemeridde o turcinelli o gnummareddi o turcinieddi o ‘mboti o marretti.
E’ ammesso il ricorso al TAR entro e non oltre 90 giorni dal ricevimento della presente sentenza.
DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI
E’ consentito entro i termini previsti (1 Gennaio 2015) smaltire le scorte dei prodotti e i loro derivati già in fase di lavorazione e la macellazione degli ovini già nati. Trascorsi i termini previsti per Legge, sarà assolutamente vietato la produzione degli stessi, pena sanzione di € 456,65 a capo.
IL PRESIDENTE, ESTENSORE
DEPOSITATA IN SEGRETERIA
Il 12/03/2014 (Art. 55, L. 27/4/1982, n. 186)
Mettendo da parte il fatto che sia un sito satirico e parlando in termini legali, una sentenza senza specificare il tribunale (Roma? Milano? Torino? Cargnacco?) puzza già di bufala andata a male. Un tribunale non può “vietare” la macellazione e la vendita di consumo di ovini, un tribunale non ha lo stesso potere di un Parlamento, inoltre l’unico riferimento legislativo è la Legge 281 del 14 Agosto 1991 sugli animali di affezione e l’agnello non è tra questi. Neanche il coniglio lo è, tanto che c’è stata una proposta di legge della Brambilla per farli diventare tali.
Ancora dubbi? Ricordiamo che l’articolo è del 2014. Per caso sono spariti gli agnelli dai banchi del supermercato? No.
PAPA FRANCESCO
Già dal 2013 circolavano articoli riguardanti Papa Francesco e il presunto appello a non mangiare l’agnello. Un esempio è l’articolo pubblicato da POP OF Globalist dal titolo “Il Papa: A Pasqua non mangiate agnelli a capretti” (link a webarchive):
Esulta la Lav e la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente. Ogni anno per Pasqua uccisi 250.000 giovani cuccioli di 30-40 giorni.
La Lav esulta. Forse quest’anno una parte dei duecentocinquantamila agnelli destinati al macello per soddisfare i palati pasquali sopravviverà. Papa Francesco I ha lanciato un appello agli italiani perché «a Pasqua sostituiscano la carne d’agnello e capretto con menù alternativi».
La Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente da anni cerca di sensibilizzare gli italiani circa la mattanza pasquale di agnelli e capretti. «Sono per lo più cuccioli di 30-40 giorni, nati dopo cinque mesi di gravidanza delle madri, la cui fecondazione è regolata in maniera tale da poter macellare i piccoli quando pesano 8-12 chili», spiega la Lav.
In un comunicato della Federazione si legge: «L’esortazione a rispettare tutti gli esseri viventi, a cominciare dai più piccoli e dai più deboli, ha trovato un’eco forte nelle parole di Papa Bergoglio, che ha scelto di chiamarsi Francesco come il Santo di Assisi, e ha pronunciato parole memorabili, per le quali la Federazione ha deciso di ringraziarlo direttamente da piazza San Pietro. In questo spirito le associazioni invitano tutti a inserire nel precetto Pasquale il “no” alla carne di agnello e di capretto».
Tra le comunità cristiane più antiche, l’agnello era rappresentato sulle spalle del pastore e simboleggiava l’anima salvata da Cristo. La sua uccisione per Pasqua non ha alcun fondamento nella tradizione cristiana, semmai ha radici nel Vecchio Testamento. È un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza. È un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’industria alimentare.
Un titolo sbagliato, Papa Francesco non ha mai detto di non mangiare agnelli e capretti.
Tutto nasce dalle parole del Papa “in difesa del creato” e da un’errata interpretazione delle sue parole e quelle riportate dalla Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente con un comunicato del 24 marzo 2013:
Roma, 24 mar. (LaPresse) – “Un grazie a Papa Francesco per le sue parole in difesa del creato” e “un conseguente appello agli italiani perché a Pasqua sostituiscano la carne d’agnello e capretto con menu alternativi Veg“. Lo lancia la Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente che riparte da piazza San Pietro, con un agnello di zucchero a grandezza naturale, cartelli e striscioni, e una delegazione delle associazioni aderenti alla Federazione (tra le quali Enpa, Lav, Oipa, Leidaa, Lega del cane, Marevivo), in occasione dell’Angelus della domenica delle Palme, con la campagna contro il consumo di carne, per salvare la vita di agnelli e capretti, che soprattutto in questa stagione rischiano di finire sul piatto.
Le parole sono quelle della Federazione italiana associazioni diritti animali e ambiente, e non di Papa Francesco.
Continuiamo:
Il picco pasquale – ricorda la Federazione – di solito conduce al macello, per un solo giorno, più di 250mila animali in tenera età, un terzo dell’intero consumo annuale. Sono per lo più cuccioli di 30-40 giorni, nati dopo cinque mesi di gravidanza delle madri, la cui fecondazione è regolata in maniera tale da poter macellare i piccoli quando pesano 8-12 chili.
Tra le comunità cristiane più antiche – spiega – l’agnello era rappresentato sulle spalle del pastore e simboleggiava l’anima salvata da Cristo. “La sua uccisione per Pasqua – sottolinea – non ha alcun fondamento nella tradizione cristiana, semmai ha radici nel Vecchio Testamento. E’ un rito cruento, in forte contraddizione col concetto di Resurrezione, che porta con sé il rinnovamento della fede e della speranza, è un rito non necessario in una società, la nostra, già impregnata di violenza e di morte, che serve soltanto a soddisfare gli interessi dell’industria alimentare”.
Infatti l’esortazione a rispettare tutti gli esseri viventi, a cominciare dai più piccoli e dai più deboli, “ha trovato un’eco forte – sottolineano gli animalisti – nelle parole di Papa Bergoglio, che ha scelto di chiamarsi Francesco come il Santo di Assisi e martedì scorso ha pronunciato parole memorabili, per le quali la Federazione ha deciso di ringraziarlo direttamente da piazza San Pietro. In questo spirito le associazioni invitano tutti a inseire nel precetto pasquale il no alla carne di agnello e di capretto. Prelibati menu alternativi, senza carne, sono presentati sul sito cambiamenu.it”.
La campagna prosegue nelle principali piazze italiane, dove è possibile firmare la petizione con cui – spiega la Federazione – chiediamo al Governo e al Parlamento 10 leggi a tutela degli animali. Tra queste, la promozione di scelte alimentari senza prodotti di origine animale, la disincentivazione degli allevamenti intensivi e, comunque, l’obbligo di stordimento per tutte le macellazioni.
Sempre nel 24 marzo 2013 abbiamo l’articolo “Grazie al Papa e no alla strage degli agnelli per Pasqua” pubblicato sul sito Lav.it (raggiungibile per ora su webarchive) da cui si fonda l’articolo di POP OFF Globalist (storpiandone il titolo, da “Grazie al Papa e no alla strage degli agnelli per Pasqua” a “Il Papa: A Pasqua non mangiate agnelli a capretti”):
Un “grazie” a Papa Francesco per le sue parole in difesa del creato. Un conseguente appello agli italiani perché a Pasqua sostituiscano la carne d’agnello e capretto con menu alternativi Veg.
[…]
A ricordarlo, in piazza con un agnello di zucchero a grandezza naturale, cartelli e striscioni, è stata una delegazione delle associazioni aderenti alla Federazione (tra le quali Enpa, Lav, Oipa, Leidaa, Lega del cane, Marevivo). Infatti l’esortazione a rispettare tutti gli esseri viventi, a cominciare dai più piccoli e dai più deboli, ha trovato un’eco forte nelle parole di Papa Bergoglio, che ha scelto di chiamarsi Francesco come il Santo di Assisi e martedì scorso ha pronunciato parole memorabili, per le quali la Federazione ha deciso di ringraziarlo direttamente da piazza San Pietro. In questo spirito le associazioni invitano tutti a inseire nel precetto Pasquale il “no” alla carne di agnello e di capretto.
L’invito è da parte delle associazioni animaliste, non da Papa Francesco.
Cosa disse realmente Papa Francesco quel giorno? Troviamo tutto dal sito del Vaticano:
[…]
La vocazione del custodire, però, non riguarda solamente noi cristiani, ha una dimensione che precede e che è semplicemente umana, riguarda tutti. E’ il custodire l’intero creato, la bellezza del creato, come ci viene detto nel Libro della Genesi e come ci ha mostrato san Francesco d’Assisi: è l’avere rispetto per ogni creatura di Dio e per l’ambiente in cui viviamo. E’ il custodire la gente, l’aver cura di tutti, di ogni persona, con amore, specialmente dei bambini, dei vecchi, di coloro che sono più fragili e che spesso sono nella periferia del nostro cuore. E’ l’aver cura l’uno dell’altro nella famiglia: i coniugi si custodiscono reciprocamente, poi come genitori si prendono cura dei figli, e col tempo anche i figli diventano custodi dei genitori. E’ il vivere con sincerità le amicizie, che sono un reciproco custodirsi nella confidenza, nel rispetto e nel bene. In fondo, tutto è affidato alla custodia dell’uomo, ed è una responsabilità che ci riguarda tutti. Siate custodi dei doni di Dio!
[…]
Riferimenti ad agnello e capretto? Nessuno.
A Pasqua scegliete voi cosa mangiare, sappiate che se volete mangiare l’agnello non avete divieti.
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