Abbiamo scritto una guida utile al riguardo: chi è di fronte ad un’iniziativa che ritiene utile farebbe meglio a condividere i dati social o locali di chi la propone che non affidarsi ad una catena di S. Antonio destinata a diventare un vero e proprio zombie virale.
Tale è il caso di questa Catena di S. Antonio che ci hanno sottoposto:
Comunico a tutti coloro che ne siano interessati che presso l’UFFICIO SEGRETERIA o ANAGRAFE del vostro comune di residenza é possibile firmare per un referendum di iniziativa popolare sulla legittima difesa della casa e dei beni.
Nella proposta di legge sarà potenziata la tutela della persona che difende la propria casa, i propri beni e i propri cari. La cosa più importante é che viene negato il risarcimento delle eventuali lesioni causate al ladro o agli eredi in caso di morte.
Mi permetto di segnalarlo perché partiti, giornali e televisioni non ne stanno dando assolutamente notizia, pertanto vi prego di firmare e far firmare il maggior numero di persone.
Grazie.
C’è tempo fino a metà maggio circa
Necessaria la sola carta di identità in corso di validita ed essere residenti.
PASSATE PAROLA ANCHE AD AMICI . SI DOVRANNO RECARE PRESSO I LORO
COMUNI DI APPARTENENZACosa significa viene negato risarcimento. .. al ladro?
Che adesso se tu ferisci ladro in casa tua lo devi risarcire
Se gli spari lo devi pagare agli eredi
Se il cane lo morde ti denuncia
Se tutto ciò ci sembra giusto non firmiamo ma poi se ci dovesse succedere non lamentiamoci. Avremmo potuto fare qualcosa in merito.
Il problema è che quel “metà maggio” era maggio 2016.
E come facemmo notare all’epoca, la notizia ebbe una buona informativa sulla pagina social dell’IdV stessa.
E la cosa ebbe ampio risalto quando, a giugno, la raccolta di firme si chiuse con oltre un milione di firme.
Il che ci porta al secondo problema maggiore di quest’esposizione: con l’attuale assetto legislativo, una proposta di legge di iniziativa popolare non impegna il Parlamento alla discussione della stessa.
Una proposta di rendere la discussione delle stesse obbligatoria viene talora avanzata: ultima volta durante il referendum costituzionale scorso di cui era uno dei capi, ma la discussione si risolve sempre con un nulla di fatto.
Tornando alla bufala, è evidente che l’appello arriva con un forte ritardo. Come è evidente che in realtà la stampa ed Internet hanno dato copertura a tutta la vicenda, che è arrivata tanto in là quanto l’attuale assetto giuridico consente.
Nel merito ne parlammo a suo tempo: cosa che chiunque sta ancora diffondendo questo testo virale divenuto bufala avrebbe dovuto fare. A suo tempo.
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