Dietro ogni tragedia ci sono sempre sciacalli, e facili allarmismi. Ad un pubblico abiutato alla bufala del Giustiziere un triste fatto di cronaca non suona come una tragedia per cui piangere, ma come una brutale occasione di sciacallaggio per suscitare l’acefala indinniazione popolare, quel turpe sentimento che si distingue dall’indignazione in quanto immotivata, un istinto di pancia e rabbia esplosiva.
Vi avevamo già parlato di come una serie di indiscrezioni ed ipotesi non confermate sono diventate, agli occhi della gente, la prova di un’esistenza di una setta voodoo responsabile della morte di Pamela Mastropietro che ne avrebbe asportato gli organi per un rito.
Coi primi riscontri degli esperti e dei tecnici, tale bizzarra e infondata teoria, attraente in quanto splatter, morbosa ed in grado quindi di attingere gli inconfessabili istinti di un pubblico che, ricondividendole, dimostra di avere tanta sete di sangue e violenza quanto quella degli stregoni voodoo che popolano la sua mente ottenebrata si rivela essere un falso
“Nulla di quanto finora emerso sullo scempio del corpo di Pamela Mastropietro fa pensare a un rito voodoo”. L’antropologo recanatese Giorgio Cingolani conosce i riti africani, e anche sugli immigrati in Italia ha fatto molti studi, e secondo lui qui non ci sarebbe traccia di religione, ma solo di aberrazione criminale.
“Il voodoo – spiega – è una religione molto antica, diffusa e riconosciuta, e non potrebbe essere tale se prevedesse sacrifici umani. Non parla mai di uccidere o sacrificare, dunque io, per quel che si può dire in base a quanto trapelato dalle indagini in corso, escluderei che possa esserci un collegamento tra questa religione e la vicenda. Tra l’altro, non tutti i nigeriani praticano il voodoo, molti sono pentecostali. In ogni caso, attribuire questi orrori al voodoo sarebbe come attribuire al cristianesimo quanto fatto dalle bestie di Satana. Non si tratta di religione o cultura, ma di distorsioni criminali”.
“È anche pericoloso affermare che le mutilazioni siano legate a qualche rito o cultura locale, perché significherebbe dire che si tratta di pratiche diffuse e questo non solo non è vero, ma ingenera una paura del tutto infondata. Tutt’al più – aggiunge – se qualcuno di loro legasse quelle mutilazioni a un qualche rito, o se emergesse una particolare forma di conservazione del sangue, o nell’intestino della ragazza si trovassero tracce di alcune erbe usate in forma rituale come pozioni, potremmo pensare di essere di fronte a una personalizzazione del rito opera di soggetti specifici e non certo tradizionale. Ma al momento non c’è nulla che faccia pensare a questo, e ipotizzarlo allo stato delle cose è sbagliato e deleterio”.
Segue a tale parere il riscontro delle indagini da parte del PM Giovanni Giorgio, il quale dichiara che
“E’ destituita di ogni fondamento la notizia relativa all’assenza di significative parti del corpo di Pamela Mastropietro, che sono state nella stragrande maggioranza recuperate e ricomposte in occasione degli accertamenti medico-legali eseguiti dal prof. Mariano Cingolani”. Sono inoltre “da escludere assolutamente” l’ipotesi di “antropofagia” e di “riti voodoo connessi al decesso”. E “non risultano, al momento, interferenze di organizzazioni criminali extracomunitarie nella vicenda criminosa”
Nessun rito voodoo, nessuna organizzazione criminale extracomunitaria, nessun aspirante Hannibal Lecter.
Restano i capi di accusa già formulati, con fronti di indagine aperti per accertare o escludere un’eventuale violenza di gruppo, sia pur resi complicati dalla cancellazione pressochè totale di ogni traccia biologica.
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