Napoli. Ieri sera Tavoli e sedie in aria nel noto ristorante Napoletano “La bufaletta”, dove un gruppo di cinque ragazzi calabresi in vacanza nel capoluogo campano avevano deciso di trascorrere una piacevole cena a base di carne. I cinque amici avevano deciso di ordinare delle fiorentine, un piatto decisamente inusuale alla bufaletta, famosa per le sue buonissime pizze alla bufala. Ma sembra che la loro scelta abbia spazientito Antonio P. che sedeva nel tavolo proprio vicino il loro, Antonio è un attivista vegano da lunga data, dedito alla causa per l’amore degli animali e molto attivo sui social. Così, arrabbiato per la quantità di carne ordinata dai ragazzi, ha preso il cellulare e mentre trasmetteva il tutto in diretta su Istagram ha cominciato ha schernire i cinque. “Carnivori!” “Vergnognatevi!” E insulti vari per difendere i suoi ideali da vegano.
Inizialmente i cinque ragazzi hanno provato a calmare l’animo bollente del giovane, ma all’ennesimo insulto è cominciata la violenza fisica, in tre si sono fiondati a picchiarlo mentre due lo tenevano. Le percosse sono durate durate per 20 minuti, fino all’arrivo delle autorità avvertite prontamente dal proprietario del locale. Antonio adesso è ricoverato per trauma cranico e due costole fratturate, e i cinque ragazzi sono stati portati in questura con l’accusa di aggressione e percosse.
Il proprietario del locale Enrico Mansoni ha dichiarato: “Nel mio locale ognuno è libero di mangiare ciò che vuole, capisco la rabbia del ragazzo nel voler difendere i propri ideali, però i propri ideali se li può tenere a casa sua se deve cominciare a creare scompiglio solo per un paio di fiorentine. Sono intenzionato a sporgere denunzia verso il giovane per disordine della quiete pubblica, sono un lavoratore non posso permettere che mi si rovini una serata di incassi per una banalità del genere”
Priva della firma Alvaro Porfido e dell’easter egg sembra essere il prodotto embrionale di un collaboratore o un “rapido riempitivo” lanciato in fretta per tenere viva la pagina.
Sostanzialmente, i canovacci del Giorno della Marmotta e della bufala del Giustiziere vengono usati e riciclati in un prodotto che incarna l’eristica dell’eterno dibattito tra vegani e onnivori.
La narrazione, ambientata in un eterno ieri raffigura, nell’opulento stile della bufala del giustiziere, un vegano dipinto come una persona rissosa, berciante e violenta che viene punito per le sue insolenze e minacce con un pestaggio brutale approvato dall’esercente-vittima Enrico Mansoni (che deriva il suo cognome dal deputato Carletto Mansoni, ovvero il serial killer Charles Manson apparso nella bufala sulla pena di morte, suggerendo continuità nel Porfidoverso).
Nonostante la bufala sia, effettivamente trasparente, una simile ingenua formulazione costituisce di fatto il suo punto di forza, stimolando centinaia di condivisioni basate sugli istinti peggiori dei lettori degli schieramenti, radunati in un sarà anche falso, ma condivido perché anche io vorrei prendere parte ad un immaginario pestaggio.
La bufala del giustiziere, ovviamente, rende tutti peggiori.
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