BUFALA Ufficiale. Vietati i TATUAGGI sulle spiagge italiane dal prossimo 1 giugno. – bufale.net
Ci segnalano i nostri contatti il seguente articolo, targato, ovviamente, il Fatto Quotidaino
Ufficiale. Dal prossimo 1 giugno, i tatuaggi saranno vietati sulle spiagge italiane. La decisione è giunta stanotte, tramite un provvedimento da tempo molto discusso, e si innesta nel piano del governo di “recupero buon gusto italiano”. Il provvedimento recita così: “L’art. 345 in combinato disposto con l’art. 233 prevede la regolamentazione di atti indisposti o incompatibili con l’ambiente circostante. Essendo non adeguati i tatuaggi con il circostante ambiente naturale, se ne chiede, necessariamente, il divieto su tutte le spiagge italiane, a partire dal 1 giugno 2016. I trasgressori rischieranno una pena dai 300 ai 1000 euro e la reclusione, in caso di tatuaggio che supera il metro di pelle coperto, fino a 3 anni”
La legge è stata molto discussa. Molti sono i giornalisti che l’hanno contestata. Come Andrea Screzi, penna graffiante del giornalismo italiano: ” In questi anni, stanno togliendoci molte libertà. Non ultima quella dei tatuaggi. Sapete che vi dico? Arrestateci tutti. Ho mille tatuaggi sul mio corpo e non mi negherò il piacere di un bel bagno al mare. Non ci fermerete”.
L’opinionista Giampiero Ruttazzi, invece è uno dei pochi che si è dimostrato d’accordo col provvedimento: “Finalmente si ritorna una certa idea di buon gusto. E questa è una cosa molto importante. Alcune situazioni vanno prese di petto. Altrimenti non c’è modo di risolverle. Contro il logorio dei valori questa legge si schiera in difesa di una certa identità tutta italiana”. E voi come vi comporterete? Nei prossimi giorni è prevista una grande manifestazione su alcune spiagge italiane, contro il provvedimento di legge del governo. Staremo a vedere.
Bufala antologica peraltro, dato che è pubblicata sul portale dall’ormai lontano 2016 senza che niente sia mai accaduto.
E siamo in pieno Porfidoverso: leggi inventate (l’articolo 345 del codice penale prevede l’offesa all’autorità mediante danneggiamento di affissioni e l’articolo 233 il divieto di soggiorno in uno o più comuni e province), qualche folkloristica figura del Porfidoverso, come il pluricitato opinionista Andrea Screzi, nell’inedita veste di pluritatuato e di Giampiero Ruttazzi (parodia di Luttazzi) come suo rivale.
Del resto, l’utente più sprovveduto avrebbe almeno potuto apprezzare come il presunto cartello di divieto risulti redatto in Giapponese ed Inglese: infatti il Giappone è un posto dove il problema dei tatuaggi è molto sentito, tanto da avere diversi ryokan, alberghi tradizionali con terme, fornire cerotti per coprire i tatuaggi più piccoli o negare l’accesso in toto o parzialmente (in questo caso invitando il cliente tatuato a pernottare l’uso privato delle terme).
La foto usata da Porfido è infatti strappata ad un ottimo articolo di ItaliaJapan che spiega questa evidente contraddizione: il Giappone ha una delle più antiche tradizioni di tatuaggi al mondo, ma in quanto storicamente adottati anche per marchiare i criminali, a tutt’oggi sono visti come un segno distintivo della Yakuza, la mafia Giapponese, ed associati al “malaffare”, con criminali di ogni risma orgogliosi di sfoggiare tatuaggi elaboratissimi e rifniniti.
Il risultato è che il turista o il “ribelle” Giapponese in vena di tatuaggi sarà associato al mondo del crimine, e trattato con distacco.
Ma anche in questo caso non c’è un vero e proprio divieto pubblico: se in Giappone fa parte del “dress code” negare il servizio in terme e piscine ai tatuati, basterà coprire il tatuaggio con cerotti e bende ove possibile per vedere tale diniego ritirato.
Ma non esiste, e mai esisterà, un divieto di tatuaggi in Italia.
Argomento stranamente molto gettonato tra i bufalari, che ci sono tornati più volte.
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