BUFALA Trova la moglie e la figlia a letto con il suo migliore amico. Lo uccide
Ci segnalano un articolo pubblicato su retenews24 il 2 Aprile 2017 (archive.is):
E’ successo a Torino, un uomo di 55 anni è rientrato a casa prima dal lavoro per fare una sorpresa alla moglie per il loro 25esimo anniversario di matrimonio. Prima di rientrare a casa si è fermato prima dal fioraio per prenderle un mazzo di fiori e poi in pasticceria per prendere un dolce ed una bottiglia di spumante, non sapeva che la sorpresa più grande gliela avrebbe fatta proprio sua moglie. L’uomo non ha suonato al citofono, ha aperto il portone di casa, poi ha preso l’ascensore fino al IV piano come ogni giorno, questa volta con in mano i fiori, il dolce ed il vino. Ma aprendo la porta della sua abitazione qualcosa non quadrava, c’erano dei vestiti della moglie a terra nell’entrate e nel salone e poi un pantalone ed una camicia da uomo e si sentivano dei rumori provenienti dalla camera da letto. L’uomo ha lasciato cadere tutto per terra ed è corso nella camera da dove provenivano rumori “riconoscibilissimi”, aperta la porta si è trovato davanti ad una scena raccapricciante, la moglie 43enne e la figlia 21enne erano a letto con il suo migliore amico, 15 anni più giovane di lui. L’uomo non ci ha visto più dalla rabbia, ha preso una mazza da baseball che teneva nello sgabuzzino ed ha colpito ripetutamente l’amico fino a lasciarlo a terra senza vita. Poi ha buttato in terra la mazza ed ha preso a schiaffi la figlia ed a pugni la moglie. Dopo di che ha chiamato i Carabinieri e si è costituito.
La fonte citata è torinocitta.it, di cui troviamo un articolo (archive.is) nel quale già emerge un particolare rilevante:
L’uomo deceduto si chiamava Marco Pesce e l’assassino Roberto D’Aprile.
Altri riscontri si trovano su Internapoli, Articolotre e i noti siti di bufale Libero Giornale e LaNozione. In quest’ultimo caso troviamo di nuovo il nome Marco d’Aprile.
Non vi sono riscontri sulle testate ufficiali, bensì lo stesso articolo si individua sui siti internet per i quali siamo soliti offrire il nostro servizio di debunking. Pur se pubblicata a partire dal giorno 2, la notizia si annovera tra i tanti pesci d’aprile comparsi in rete.
A quattro giorni di distanza, però, dobbiamo parlare di bufala.
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