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BUFALA Totò Riina sarà rilasciato. Nella giornata di domani il boss pluriomicida tornerà a casa dalla famiglia. – bufale.net

Ci vuole poco, troppo perché un viralizzatore affamato di link e condivisioni ottenga la sua visibilità. Basta raccontare una storiella di pancia, un calderone di rancori ed odi che dia al popolo della Rete l’occasione per raccogliere torce e forconi e sbavare come il celebre cane di Pavlov, educato ad associare la pappa al suono di un campanellino e quindi pronto ad accorrere famelico dal suo padrone al primo richiamo, esigendo che allo stimolo corrisponda il pastone.

Quindi il solito Sky24Ore, cavalcando l’assoluta ignoranza dell'”indinniato medio”, il Popolo della Rete che ama pontificare su ciò che conoscere, “punire il Male” dietro un monitor con accenti spaventosi e tragici, ci delizia con questo “capolavoro”

La Cassazione ha accolto il ricorso del legale del padrino, che chiede il differimento della pena, in virtù del diritto di tutti a una “morte dignitosa”.
Fa discutere la scarcerazione del boss Totò Riina, : “E’ ancora il capo di Cosa Nostra”
Diritto a una morte dignitosa”. Sono poche e semplici parole sulle quali tutti, normalmente, concordano. Queste parole sono però state pronunciate dai giudici della Corte di Cassazione in riferimento a Totò Riina, il boss corleonese che sta scontando l’ergastolo. La prima sezione penale della suprema Corte ha per la prima volta ha accolto il ricorso del difensore del padrino, che chiede il differimento della pena o, in subordine, la detenzione domiciliare in virtù del suo stato di salute. L’ormai prossima scarcerazione ha generato la dura reazione di politici, familiari delle vittime di mafia, semplici cittadini. Anche sui social network sono rimbalzate immagini delle stragi del 1992 e dei delitti commissionati da Cosa nostra.“
Anche dall’estero sono arrivate durissime critiche nei confronti del sistema giuridico italiano, il presidente russo Putin ha definito vergognosa la vicenda “l’Italia è una Nazione dove c’è troppa libertà, se questo criminale fosse stato Russo, lo avremmo torturato e ucciso, adesso invece è libero di tornare a casa e godersi gli ultimi anni della sua vita”.

Ed in questo osceno polpettone c’è tutto quello che serve per fomentare indignazione random: l’assoluta sfiducia nelle istituzioni, inventandosi una “Cassazione malvagia che libera i criminali” come nel più turpe polpettone nazionalpopolare, un cattivissimo che viene premiato dalle stesse e, immancabile, un Putin a caso che rincuora i violenti da tastiera, unendosi ai loro latrati feroci di sangue, botte e violenza e rassicurandoli che nella sua “madre Russia” simili feroci individui sarebbero elevati ed i loro bassi istinti premiati.

In realtà, fatto noto a chiunque abbia fatto un po’ di educazione civica alle scuole superiori anziché laurearsi all’Università della Vita con specializzazione in “condivido cose a caso su Facebook e pulizia contatti”, la Cassazione è una corte di legittimità e non di merito.

Sostanzialmente, la Corte di Cassazione non può decidere nel merito, ovvero decidere nuovamente “sul fatto” accertato da Tribunale e Corte d’Appello, ma vigila sulla corretta applicazione delle leggi, quindi sulla legittimità.

Anche in questo caso infatti, come rettamente indicato da Il Post per chi fosse troppo pigro per leggere ed interpretare una sentenza

La Cassazione ha dunque annullato l’ordinanza del tribunale di sorveglianza di Bologna con rinvio: ha dato cioè un giudizio di legittimità sul caso e non di merito, affermando che il tribunale di Bologna dovrà verificare di nuovo, motivando adeguatamente, l’eventuale compatibilità delle condizioni generali di salute di Riina con la detenzione carceraria. E dovrà farlo tenendo conto, nei confronti di Riina, del rispetto dei criteri ribaditi dalla Suprema Corte e dei principi stabiliti dalla Costituzione.

Sostanzialmente, tutto quello che è stato deciso è che niente è stato deciso.

Atteso che, per tutte le ragioni per cui rimandiamo all’articolo linkato

La Cassazione ha analizzato le motivazioni del tribunale di sorveglianza di Bologna e ha scritto che in alcuni punti sono «carenti» e «contraddittorie»

Il Tribunale di Sorveglianza di Bologna dovrà “riaprire il discorso” sulla richiesta di differimento della pena presentata ormai un anno fa e dovrà fornire nuove motivazioni.

Il che non significa che deve necessariamente mutare il proprio indirizzo: sia che decida nuovamente per il rigetto, che per un accoglimento parziale o totale, dovrà mortivarlo compiutamente, e nulla osta che possa esservi nuovamente un rigetto, debitamente motivato, o una nuova decisione frutto dell’applicazione delle norme di diritto invocate.

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