Vi abbiamo più volte messo in guardia dalla bufala più antica della storia, forse seconda solo a quella del gelato cancerogeno: la bufala dei rapimenti da parte di zingari in danno di bambini nei supermercati.
Così, quando ci è capitato davanti questo messaggio datato 26 giugno, del quale non riportiamo ulteriori dettagli essendoci ormai indagini pendenti, sapevamo che la risposta dell’IperTosano, il supermercato coinvolto, non si sarebbe fatta attendere.
Attenzione a chi va al Tosano con bambini!!!!hanno appena fermato una zingara che aveva preso un bambino di 3 anni.Per fortuna l hanno presa sta tr….
Ed è stata durissima.
«Vi prego scusatemi, mi sono inventata tutto, ho esagerato, non denunciatemi».
Sono le parole riferite ieri mattina alla direzione dell’ipermercato Tosano di Cassola dalla donna che domenica scorsa ha pubblicato in Rete la notizia di un tentato rapimento di un bimbo di tre anni da parte di una zingara. Fatto che sarebbe avvenuto alle 8.30 tra gli scaffali del negozio, con tanto di intervento delle forze dell’ordine, panico tra la clientela e chiusura delle porte d’accesso per qualche minuto. In realtà era tutta una bufala, un incredibile malinteso cresciuto dopo la pubblicazione della notizia su Facebook, accompagnata da centinaia di commenti. Un danno d’immagine notevole per il Tosano che ha deciso attivarsi per denunciare la donna. Ieri, quest’ultima ha deciso di fare marcia indietro. Resasi conto di quanto sta rischiando, si è precipitata nel negozio con il marito.
«Quando sono arrivati era impauriti – spiega il direttore Stefano Zuglian – La donna ha spiegato di essersi inventata tutto, di aver esagerato e ha dichiarato che quanto scritto in Rete circa il rapimento non è vero.
Incuriositi ci siamo recati nel gruppo in questione, trovando un ritaglio di un articolo precedente alla pubblicazione dell’estratto fornito (celermente pubblicato dagli stessi utenti di buona volontà a rettifica della bufala e come ottimo e commendevole esempio di Fact Checking), del quale vi forniremo gli spunti salienti per evitare un completo copincolla (cosa non giusta nei confronti dei giornalisti)
Il post è stato pubblicato domenica scorsa da una bassanese di 42 anni sulla pagina Facebook “Bassano senza Censura”, che ha voluto raccontare la vicenda del presunto rapimento di un bambino per mano di una zingara all’interno del noto supermercato di Cassola.
Forse la signora ha pensato di fare un buon servizio, esponendosi con nome e cognome e precisando tutti i dettagli, visto, che, utilizzando le sue parole, “il mio compagno era lì e ha visto tutto, compresi l’intervento della polizia, la chiusura del negozio, il panico tra i clienti, parte dei quali sarebbero stati lasciati fuori”
Il resto della vicenda probabilmente sarà arrivato sulle vostre bacheche, tra allarmi, recrudescenze di una vecchia bufala da noi affrontata più volte, ma il seguito, come preventivato, è stato
In effetti, direzione e vigilantes del Tosano, e commissariato di polizia hanno escluso che ci siano stati episodi del genere e nessun agente è mai intervenuto
La reazione viene riassunta dal direttore dell’IpertTosano:
“La gente forse non si rendo conto dei danni che può creare pubblicando sui social un fatto non verificato – commenta Stefano Zuglian, direttore dell’IperTosano-. Si sentono tutti reporter, sparano a zero sulle attività e magari pensano di fare un favore alla collettività. Beh, non funziona così. Se la signora che una domenica mattina qualsiasi ha deciso di danneggiare il nome della nostra azienda blaterando un tentato rapimento mai avvenuto e che ci ha costretto a dare giustificazioni a centinaia di clienti, perdendo soldi e tempo prezioso, avesse capito la portata di un passaparola fasullo, forse ci avrebbe pensato due volte. Adesso è troppo tardi.
Sono seguite, come indicato nell’articolo, le scuse e l’assunzione di responsabilità da parte della responsabile della notizia falsa, con richiesta di ogni scusa al (decisamente contrariato) Stefano Zuglian.
Non sappiamo come si evolverà la vicenda, e se il perdono avrà la meglio sulla necessità di tutelare l’onorabilità lesa dell’esercizio. Al momento, l’unica dichiarazione resa al riguardo, anch’essa reperibile sul cartaceo del giornale indicato è
Prendiamo atto delle scuse, ma i vertici aziendali stanno valutando attentamente il caso e la relativa documentazione.
Ma possiamo condividere l’appello, ed è il motivo per il quale riporteremo ogni caso del genere con puntualità: ogni passaparola fasullo provoca perdite economiche reali, e danneggia concretamente la vita di qualcuno.
Anche alla luce del fatto che, ad oggi, l’appello indicato in intestazione risulta ancora girare per Internet, vi chiediamo, ove lo individuaste, di non condividerlo ed inforare il contatto delle determinazioni del sig. Zuglian.
Per voi sono pochi secondi, per un esercente onesto è una vita intera.
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