BUFALA Tasse: da Luglio sarà introdotta una Nuova Tassa sui Cellulari! Fino a 30 Euro al mese per ogni Cittadino!
Torna a circolare l’ennesima versione della bufala della tassa sui cellulari, di cui ci siamo già occupati nel 2014 e nel 2016. Stavolta la bufala arriva dal sito Il Corriere d’Italia (che ovviamente non ha nulla a che vedere con il Corriere.it) (archive.is):
Tasse: da Luglio sarà introdotta una Nuova Tassa sui Cellulari! Fino a 30 Euro al mese per ogni Cittadino!
Arriva da Luglio 2017 la tanto temuta Tassa, quella sui telefoni cellulari. La legge rientra nel provvedimento politico “salvaItalia” volto a far ripartire il paese recuperando ingenti somme di denaro.
“Abbiamo constatato che in Italia, si spendono molti soldi per i telefonini. Le persone più comuni ne possiedono almeno due. Il materiale hi-tech vende molto e molto bene, è davvero incredibile. E siamo in un periodo di crisi gravissima. Sembra quasi che l’italiano non possa proprio fare a meno dei suoi smartphone e delle sue chiamate. Allora abbiamo pensato di tassare questo bene, che, nei fatti, rimane un bene superfluo. La tassa va dai 5 ai 30 euro mensili, a seconda del modello del cellulare. Non ci saranno stangate esagerate, si pagherà il giusto“.
Già sono giunte le lamentele, da imprenditori come Vladi, avvocato sardo, che afferma: “Io ho tre telefoni: uno per il lavoro, uno per gli amici e uno per la famiglia. Quanto dovrò pagare? 500 euro l anno? E dove li prendo i soldi” molti ragazzi, che avevano anche più telefoni perché “è la moda” hanno deciso che non conviene più, e di venderlo, anche in fronte alle decisioni delle famiglie di non pagare la suddetta tassa.
Il governo sembra soddisfatto del provvedimento, affermando di star racimolando soldi utili alle spese pubbliche, addiritura invitando i cittadini a non lamentarsi ed a “lasciar lavorare il governo”. Intanto attendiamo la conferenza stampa del senatore mignottauri che si occuperà di spiegare e giustificare in prima persona tutti i punti della riforma, soffermandosi su quelli che hanno fatto parlare in particolar modo.
Non esiste alcuna proposta di legge a riguardo, ma si tratta solo di una bufala che viene riciclata periodicamente. La ricerca non offre riscontri né sulle testate ufficiali né sui siti istituzionali.
Si tratta dunque di un tipico caso di bufala-zombie – per i più impressionabili possiamo parlare di bufala-fenice – ben solita al ritorno dalla morte virtuale e a rinvigorirsi con nuove versioni e nuova linfa. In poche parole: l’autore dell’articolo ha il chiaro intento di fare dei click e riunire il più grande numero di utenti.
Si sa, del resto, che un titolo così smuove le interiora degli utenti dall’indignazione facile.
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